La prima parte del Sentiero Valtellina che percorre tutta la vallata fiancheggiando le sponde dell'Adda può considerarsi completata anche se vi sono ancora alcuni settori da migliorare in quanto a segnaletica. Al momento in cui si pubblica questo articolo manca inoltre ancora il collegamento diretto fra Cosio e Morbegno con l'attraversamento del torrente Bitto su passerella presso la sua foce nell'Adda. Quando il livello del Bitto è basso, molti cicloturisti, specialmente locali, ne affrontano il guado procedendo poi sulla sponda opposta, ma, al momento, il pur breve tratto fra Cosio e Morbegno prevede una deviazione sulla SS38 dello Stelvio.
Il tratto più bello e scenografico del percorso è senza dubbio quello che va da Colico all'imbocco della Valtellina, con belle vedute sui monti della Valchiavenna che si apre ampia verso Nord. Non siamo ancora propriamente sul Sentiero Valtellina in quanto questo inizia solo in corrispondenza del sottopassaggio ove la ciclabile incrocia la SS36 dello Spluga.
Raggiunta la stazione ferroviaria di Colico sfruttando un sottopassaggio si scende in Viale Padania, si volge a destra per poche decine di metri e si piega a gomito a sinistra in Via alle Torri che ben presto sbocca nella Via Montecchio Nord. Si va ora a destra fino ad un'area di svago e al piazzale parcheggio dei camper sul cui fondo, prima dell'ingresso di una villa si imbocca un camminamento delimitato da un'alta rete che porta in riva al lago. Da qui si segue la costiera passando ai piedi del versante settentrionale del Montecchio Nord.
In alternativa, dalla stazione si può seguire la Via Nazionale in direzione Lecco fino all'incrocio con Via Sacco. Si piega a destra in questa via fino al porticciolo dove sulla destra inizia la Via Montecchio Nord.
Il primo tratto del percorso si svolge dapprima in riva al lago e poi traversa una pianura arrivando sulle rive dell'Adda. Volgendo verso Est ne percorriamo le sponde. L'andamento rettilineo dell'argine indica che questo tratto del fiume è stato regimentato. Ci troviamo, infatti, sul canale scavato nel Medio Evo dagli spagnoli per favorire un migliore deflusso dell'Adda nel lago e limitare i danni alluvionali che si verificavano in questo settore pianeggiante ad ogni importante evento piovoso. Prima dell'intervento umano l'Adda sfociava più a settentrione ed il Lago di Como spingeva le sue acque nella Valchiavenna lambendo il borgo di Samolaco. La grande quantità di detriti portata nei secoli dall'Adda e dal Mera, scendente quest'ultimo dalla Valchiavenna, riempirono gradualmente questo settore lacustre. Si generò una grande pianura, in parte paludosa, ma in parte adatta anche alle coltivazioni, chiamata Piano di Colico e successivamente Piano di Spagna. Proprio per strappare altra terra coltivabile alle bizzarrie dell'Adda gli spagnoli pensarono di raddrizzarne l'alveo finale con un'opera di canalizzazione sulle cui sponde passa ora la nostra ciclabile.
Poco dopo aver lasciato le rive del lago costeggiamo le ombrose pendici settentrionali del secondo dei tre Montecchi di Colico che, anticamente, quando il Lario era assai più vasto di oggi, erano delle isole. Le carte geografiche assegnano un nome solo alle due maggiori elevazioni, quella che sorge fra Piona e Colico o Montecchio Sud e quella che si trova a Nord dell'abitato, il Montecchio Nord. In epoca storica, queste piccole emergenze rocciose poste all'imbocco di Valtellina e Val Chiavenna ebbero notevole importanza strategica. Sul più orientale dei Montecchi, quello non nominato dalle carte, nel XVII secolo gli spagnoli costruirono una potente fortezza, il Forte di Fuentes.
Secoli più tardi, tra il 1911 ed il 1914, sul Montecchio Nord fu costruito invece il Forte Lusardi con l'evidente scopo di controllare un'eventuale invasione austro-ungarica proveniente dalla Valtellina o dalla Valchiavenna. Dalla pista ciclabile è possibile compiere una breve deviazione sulla destra e salire al Forte di Fuentes. Dopo circa 2,2 km dalla partenza si prende a destra Via Erbola e dopo altri 200 m circa si imbocca sulla sinistra la stradina che in breve sale alla fortezza.
Questo primo un tratto di strada di 4,5 Km si svolge su terreno sterrato e termina in corrispondenza del sottopassaggio che permette di traversare la SS36 dello Spluga e proseguire verso Est. Incorniciate fra gli alberi e le tranquille acque del fiume spiccano, lungo il percorso, le imponenti cime del Pizzo di Prata e il roccioso, remoto bastione del Sasso Manduino che torreggiano sul versante sinistro orografico della Valchiavenna. Dal sottopassaggio inizia il Sentiero Valtellina, il percorso diventa asfaltato e con belle vedute panoramiche prosegue verso oriente.
Si pedala in gran parte seguendo la sponda del fiume, ma a volte ci si allontana da essa traversando praterie e zone coltivate e si giunge presso il Campo Sportivo di Cosio Valtellino dove, al momento, termina la pista ciclabile. Per arrivare a Morbegno si esce dall'area sportiva e si percorrono in successione Via alla Colonia, Via Lugane e, verso destra Via Adda, per poi deviare a sinistra nella Via Lombardia che giunge al passaggio a livello della ferrovia e alla SS38. Traversata la strada statale si pedala ora sul marciapiede ciclopedonale che, traversato il ponte sul torrente Bitto, in breve porta a Morbegno. Una visita al paese è senza dubbio interessante e per questo rimandiamo all'itinerario specifico dedicato a Morbegno da questa rubrica.
Il ritorno può essere compiuto ancora in bicicletta oppure via treno con partenza dalla stazione ferroviaria del borgo.