Dal piazzale antistante alla stazione ferroviaria di Sondrio, si volge subito a destra seguendo una strada che corre parallela alla stazione e poi piega a gomito a sinistra diventando Via Cesare Battisti. Al successivo incrocio si volta a destra entrando in Via Nazario Sauro che si abbandona dopo un centinaio di metri imboccando a destra Via Carducci con la quale, grazie ad un sottopassaggio, si traversa la linea ferrata e si prosegue fino a una rotonda. Si prende la seconda uscita dirigendo verso Sud lungo Via Samaden che con un altro sottopassaggio taglia la tangenziale cittadina, Si continua per circa 200 metri sulla strada avvicinandosi all'Adda. Lasciando a sinistra la stazione di distribuzione del gas cittadino e poi un'immissione sulla tangenziale, si supera poi su un ponte il canale ENEL. Fiancheggiato ora l'ingresso di un silos per il trattamento degli inerti, sulla destra, si nota a lato strada il tracciato del Sentiero Valtellina che in questo tratto corre parallelo ad essa. Ci si immette su questa corsia e dopo 500 metri si devia a destra con una curva agomito portandosi sulle sponde all'Adda. Si percorre la sponda incontrando poco dopo la aerea passerella che traversando il fiume porta all'Oasi Naturalistica del Bosco dei Bordighi e proseguendosi arriva ben presto a passare sotto il ponte stradale che porta a Faedo e Piateda. Deviando a sinistra si sale all'imbocco del ponte tramite il quale si traversa l'Adda; lasciata a destra la deviazione per Faedo, si continua fra i prati giungendo alle case di Busteggia (4,5 km circa da Sondrio). A questo punto si abbandona la strada principale (SP19) e si volge a destra (indicazione Piateda Alta) passando fra le case per poi iniziare la salita lungo Via Tambarini. La strada sale, stretta e regolare, traversando poco dopo il piccolo borgo di Pam e poi esce sulla strada (più ampia) proveniente da Piateda (6,35 km). Si prosegue la salita e dopo tre tornanti si passano le abitazioni di Previsdomini. Segue un lungo tratto sul quale si lambisce un gruppetto di case nei cui pressi, sulla destra, si stacca la deviazione per Vedello e il Rifugio Mambretti. Sempre sulla strada principale si guadagna quota con due stretti tornanti cui segue un altro lungo tratto a mezza costa e dopo un altro tornante si giunge infine a Piateda alta (709 m; 10 km da Sondrio). Seguendo le indicazioni per Le Piane la salita prosegue ora fra selve intervallate di tanto in tanto da spazi prativi e qualche gruppo di case. Dopo un chilometro circa si lambisce il borgo di Bessega 804 m, con la sua piccola chiesetta dedicata a SanRocco e appena più avanti si lascia a sinistra la deviazione per Dossi. Con regolare pedalata si giunge quindi presso i due piccoli bacini artificiali di Gaggio (14 km da Sondrio). Poco dopo l'asfalto cessa e su fondo in cemento con qualche tratto sterrato si percorre una serie di tratti a mezza costa interrotti da cinque tornanti che termina sui poggi partivi del Dosso del Sole 1309 m. Sempre seguendo le indicazioni, mentre il fondo stradale si fa sempre più sterrato, ma ottimo, si giunge infine al limite dei prati di Le Piane e proseguendo ancora un poco si perviene al termine della strada, sulla vasta area prativa in fondo alla quale sorge il Rifugio degli Alpini.
Bella pedalata che si snoda lungo il fresco ambiente del versante orobico valtellinese, ombreggiato da fitti boschi ma con numerosi punti panoramici sulla media Valtellina.
La salita non presenta mai punti eccessivamente ripidi e si svolge con andamento costante e piacevole anche se per la sua lunghezza richiede un certo allenamento. Poco sopra i piccoli bacini artificiali di Gaggio, l'asfalto cessa e il fondo stradale si presenta inizialmente in cemento e poi con un'alternanza di cemento e sterrato. L'ottimo fondo consente la percorrenza anche con biciclette "allround" e citybike. Durante la salita si passa fra alcuni interessanti nuclei abitati e si lambiscono alcuni degli impianti idroelettrici delle acciaierie FALK, oggi passati alla Società Edison, che per molti anni sono stati una importante fonte di occupazione per le popolazioni locali e costituiscono una delle più rappresentative testimonianze della storia industriale in Valtellina.
La zona di Piateda ha anche una lunga tradizione legata anche alla lavorazione del ferro battuto, derivante dalla presenza sulle montagne orobiche di numerose cave di siderite, minerale da cui nel Medio Evo si traeva il prezioso metallo. Oggi l'abitato principale del paese si trova sul fondovalle valtellinese, ma anticamente il nucleo principale si trovava sul terrazzo panoramico di Piateda Alta, a 709 metri sul livello del mare. Il toponimo che richiama la presenza di un piano, è probabilmente riferito a questo ripiano e non certo ai prati di fondovalle. La grande parrocchiale di Piateda Alta, dedicata a S. Antonio Abate è sorta nel tardo Medioevo, con ogni probabilità sul luogo di un preesistente luogo di culto. Superate le abitazioni di Bessega, Gaggio e Dosso del Sole, la strada termina presso il Rifugio degli Alpini di Piateda, eretto fra il 1985 e il 1986 ed utilizzato principalmente per manifestazioni e festeggiamenti locali o legati al corpo degli Alpini. La struttura è a volte utilizzata nel periodo estivo anche da associazioni giovanili e gruppi organizzati e possiede un ricovero inverna lesempre aperto con una dozzina di posti letto (no coperte).
Da Le Piane si diramano alcuni sentieri fra cui quello che conduce in oltre tre ore al Rifugio Mambretti e quello che porta alla Bocchetta di Santo Stefano da cui si può divallare in Val d'Arigna.