Passeggiate - Il Sentiero Valtellina. Seconda puntata: da Sondrio all'Oasi Naturale dei Bordighi

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «Il Sentiero Valtellina. Seconda puntata: da Sondrio all'Oasi Naturale dei Bordighi»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Media Valtellina
  • Tipo: Passeggiata
  • Sigla: A51
  • Periodo consigliato: da marzo a novembre (il sentiero è difficilmente percorribile se nevicato abbondntemente)
  • Punto di partenza: Sondrio-Albosaggia
  • Tempo di percorrenza: Durata a piacere. In media 3 ore di cammino su tracciato pianeggiante.
  • Difficoltà: T (Turistica)
  • Bibliografia: Gianasso M.: "Guida Turistica della Provincia di Sondrio" II Ediz. - Banca Popolare di Sondrio, 2000;
  • Comunità Montana Valtellina di Sondrio: "Il Sentiero Valtellina" Sondrio, 1999.
  • Cartografia: CNS 1:50.000 n. 278 «M. Disgrazia»; Carta Escursionistica Kompass 1:50.000 n. 93 «Bernina-Sondrio»;
  • Informazioni locali: Sentiero Valtellina Portale turistico della Valtellina e Consorzio Turistico Sondrio-Val Malenco  
 


 
mappa di Il Sentiero Valtellina, un facile percorso per tutti lungo le sponde dell'Adda. Seconda puntata

Percorso

Continua la nostra passeggiata lungo l'Adda, seguendo il tracciato del Sentiero Valtellina" che ora, dal Porto di Albosaggia, traversa il fiume e ne tiene la sponda destra idrografica.
Questo tratto del Sentiero è, a parere di chi scrive, molto più bello ed attraente, reso vario da un ambiente un po' più "selvaggio", dalla presenza di alcuni interessanti manufatti e, infine, dalla visita all'Oasi protetta del Bosco dei Bordighi dove si conclude la passeggiata.
Migliori sono anche gli scorci paesaggistici offerti dall'Adda stessa che, soprattutto in periodi di magra, ci fa scoprire angoli inconsueti e vedute suggestive.

Ufficialmente il percorso inizia al ponte sull'Adda, in località Porto di Albosaggia; tuttavia, a chi volesse allungarlo un poco, consigliamo di raggiungere il fiume partendo dal quartiere Piastra di Sondrio. Alle spalle della recentissima caserma dei Vigili del Fuoco si trova una stradicciola sterrata, delimitata da una doppia siepe, che supera la tangenziale cittadina grazie ad un sottopasso e arriva sulle sponde dell'Adda. Un piacevolissimo sentierino, ombreggiato dalla tipica vegetazione ripariale, serpeggia lungo la sponda e, in circa 15 minuti di facile cammino, giunge al ponte del Porto.

Per quanto prossimi alla città, questi luoghi ci regalano ancora il piacere di quattro passi nella natura e, soprattutto, ci consentono di riprendere in contatto con l'ambiente del fiume.
Riportarsi sulle sponde e ammirare le acque che scorrono tranquille e potenti verso il Lario ci rimette in comunicazione con un elemento del paesaggio valtellinese spesso dimenticato e bistrattato. La cultura che vede nel fiume una sorta di discarica cui affidare immondizie più o meno ingombranti è difficile a morire. Forse questo modo di pensare è legato anche ad un ancestrale retaggio e ai ricordi di paurose alluvioni, di paludi malsane e invivibili, di sgomento e paura verso una forza che, quando si scatena, è assolutamente fuori da ogni controllo. Quindi ci fa particolarmente piacere consentire ai nostri lettori di vivere questa minuscola riscoperta; potranno così conoscere e amare uno spicchio di Valtellina ben poco noto anche se a soli due passi da molti centri abitati. Paradossalmente, infatti, raggiungere il letto dell'Adda non è cosa facile tante e tali sono le barriere che, inconsapevolmente, sono state erette fra noi e il fiume. Strade, terreni privati, silos, canali sono solo alcuni degli ostacoli che potremmo incontrare prima di arrivare all'acqua.

Raggiunto il ponte sull'Adda, in località Porto di Albosaggia, che si raggiunge facilmente sia dal capoluogo, sia abbandonando la tangenziale cittadina in corrispondenza dell'ultima uscita per il centro, conviene parcheggiare nel grande piazzale che si trova sulla sinistra, una volta attraversato il fiume. Per poter imboccare il Sentiero Valtellina" si dovrà quindi ripercorrere il ponte in direzione di Sondrio. Gli accessi possibili sono due: il primo si trova sulla sinistra, al termine dell'arcata, in corrispondenza di una breve stradina che porta ad una bassa cancellata oltre la quale si scende per poche decine di metri. L'altro accesso è situato sulla destra del ponte al cui termine ci s'infila fra il guard rail e un breve ringhiera; fatti pochi passi sul cordolo di cemento si imbocca un sentierino che scende verso destra e s'immette sul Sentiero Valtellina". Iniziamo, dunque, la passeggiata in direzione Est, mentre sulla destra avremo modo di lanciare uno sguardo sull'Isola del Porto, un isolotto fluviale che, nonostante piene ad alluvioni, resiste da anni, tanto che alcune delle piante che l'hanno colonizzato hanno dimensioni ragguardevoli.

Il tracciato serpeggia lungo un'area più scoperta e recentemente rimboschita. Poco dopo eccoci nei pressi delle costruzioni del vecchio campeggio di Sondrio, in località Castelletto dell'Adda. Il campeggio era l'unico presente sul fondovalle valtellinese da Colico a Cepina (Bormio) e per questo ebbe subito successo. Immerso nel verde di un pioppeto e nella tranquillità, consentiva la sosta ai numerosissimi turisti che transitavano per la Valtellina e, in un certo senso, permetteva così di valorizzare e far conoscere zone altrimenti evitate dal turismo. Purtroppo la grande alluvione del 1987 danneggiò l'impianto che, a seguito di norme più restrittive in materia di sicurezza, non venne più riaperto.

Una breve salitina ci porta a  lambre il Castelletto dell'Adda, bizzarra costruzione a forma di piccola torre che, seppur non antica, costituisce l'elemento architettonico più caratteristico della zona.
Il Sentiero procede ora rettilineo fra il fiume, a destra, ed un campo di mais a sinistra. Poco dopo ecco di nuovo un pioppeto e poi, ancora, campi di mais. Queste due colture, per quanto marginali, sono tipiche delle sponde fluviali abduane valtellinesi. Il pioppo, in particolare, gradisce molto i terreni freschi delle sponde dove però non vi sia ristagno di umidità. Le pioppelle, distanziate 4-6 metri, vengono messe a dimora su file alternate distanti fra loro circa 4-6 metri. Il turno del pioppeto, e cioè il periodo fra la messa a dimora e il taglio, va da 8 a 12 anni ed il legno ricavato è adatto per compensati, fiammiferi, piccola falegnameria, imballaggi, etc.

Gli appezzamenti coltivati a mais servono soprattutto per la produzione di foraggio, utilizzato dalle poche aziende agricole che ancora resistono sul territorio di Sondrio e dintorni.

Il tratto rettilineo che stiamo percorrendo termina con una curva che ci porta verso sinistra, immettendosi su una strada asfaltata secondaria posta tra l'Adda e la tangenziale di Sondrio. Traversata la strada, si può passare sotto la tangenziale e arrivare in vista del canale Enel che porta al fiume le acque della Val Malenco dopo che queste hanno alimentato le turbine della centrale di Sondrio. Il canale, circondato da un sentiero, è utilizzato dagli amanti del fitness come pista per la corsa campestre o anche solo per fare quattro passi nel verde.

Seguendo, invece, la strada asfaltata verso destra si fiancheggiano i recinti di un vasto deposito di ghiaia e pietrame e dopo poche centinaia di metri il tracciato piega e destra e si riporta in riva al fiume riprendendo a seuguire la sponda. Quasi all'improvviso compare un leggero ed elegante ponte ad arco gettato sulle acque. Il ponte è accessibile solo a piedi o in bicicletta e porta sulla sponda opposta dell'Adda, in località Bordighi, una delle poche aree ripariali della Valtellina ancora ben conservate sotto il profilo naturalistico.

Numerosi sentieri permettono di scorrazzare nella Riserva dei Bordighi tuttavia raccomandiamo il massimo rispetto per i prati da foraggio e per l'ambiente in generale. Al termine del giro si torna lungo il cammino fatto all'andata.

Il Bosco dei Bordighi

L'area del Bosco dei Bordighi è stata dichiarata Riserva Naturale Regionale nel 1994, allo scopo di proteggere e far conoscere questo particolare eco-ambiente, oggi quasi scomparso, costituito da quell'insieme di essenze vegetali che, per intenderci, un tempo ricopriva tutto il fondovalle valtellinese.

La superficie protetta è costituita da tre ambienti diversi: i prati e le coltivazioni dedicate all'agricoltura tradizionale, un'area di bosco submontano formato principalmente da castagneti e il bosco ripariale vero e proprio. In quest'ultimo sono presenti tutte le specie vegetali più rappresentative di una selva fluviale. Troviamo magnifici esemplari di salice bianco, alcuni veramente notevoli per dimensioni, poi il salice da vimini, il salice ripaiolo, l'ontano bianco e quello nero, il pioppo nero. Ben rappresentata è, anche, la vegetazione arbustiva con la sanguinella, il viburno, la fusaggine, il sambuco.

La Riserva può essere divisa in cinque aree caratteristiche che potete vedere sulla cartina allegata.
Nella Zona A, situata sulla sponda destra idrografica del torrente Venina e caratterizzata da un fitto sottobosco, si sono riscontrate tutte le specie rinvenibili in un bosco ad eccezione della betulla, del pino silvestre, del castagno e della fragola.
Salici, pioppi e frassini sono i signori di quest'area che in parte ha subito l'azione dell'uomo nel corso dei secoli.
La Zona B è sita sulla sinistra idrografica del Venina e si presenta piuttosto alterata dall'azione antropica, con forte prevalenza dell'infestante robinia.
La Zona C è quella più "naturale" con prevalenza di ontano bianco e salice bianco, mentre nel sottobosco si trovano la fusaggine ed il sambuco. Al limite di questa zona si trovano alcuni esemplari di salice il cui tronco supera i 4 metri di circonferenza.
La Zona D è in parte occupata da prato-pascolo e da un settore roccioso; seppure ben conservata, si può riscontrare la presenza di esemplari di castagno certamente non tipici di quest'ambiente.
La Zona E si allunga sulla sponda dell'Adda, qui in parte rocciosa e ripida, ed è caratterizzata dal bosco submontano.

  • ul Sentiero Valtellina poco dopo il ponte di Albosaggia. Sguardo verso la Val Malenco al cui ingresso si nota la frazione di Ponchiera. Sullo sfondo l
  • pioppeti lungo le sponde dell'Adda
  • ciclisti sul Sentiero Valtellina
  • la passerella che attraversa l'Adda e porta al bosco dei Bordighi
  • l'Adda vista attraversando la passerella
  • il magnifico laghetto formato allo sbocco del torrente Venina nell'Adda
  • "nevicata" di semi di pioppo in uno dei laghetti dell'Oasi dei Bordighi
  • sulla via del ritorno