Come sempre facciamo partire il nostro giro da una stazione ferroviaria, questa volta quella di Sondrio. Usciti sul piazzale si pedala verso Nord e dopo aver traversato due incroci semaforici si giunge in Piazza Campello dove sorge la chiesa parrocchiale dei Santi Gervasio e Protasio. Il percorso vero e proprio parte nella breve via Nicolò Rusca situata fra la chiesa, l'arcipretura e il campanile. La via s'immette subito in via Maurizio Quadrio che verso destra sfila davanti al Museo Valtellinese di Storia ed Arte e poco oltre entra nella graziosa Piazza Quadrivio. Lambita la bella ed antica fontana di pietra della piazza si imbocca la caratteristica via Scarpatetti entrando nel cuore della Sondrio antica. Con suggestivi scorci, la via sale lentamente portandosi sopra i tetti della città mentre sulla sinistra s'impone la solida architettura del Castello Masegra. Intercettata la strada comunale per Ponchiera di fronte all'impianto industriale del Cotonificio Fossati. si devia a destra con lenta e regolare salita compiendo un'ampia curva con la quale si abbandonano le ultime case di Sondrio. Dopo circa 600 metri il Sentiero Rusca si stacca sulla destra (segnalazioni con cartelli quadrangolari gialli) come larga carrareccia inerbita e sale fino alle porte della frazione di Ponchiera. Sempre seguendo le segnalazioni si imbocca un vicoletto sulla sinistra e poi subito dopo si piega a destra risalendo una strada dal fondo in cemento che porta a lambire la chiesetta della SS. Trinità (ripido tratto finale). Poco avanti si entra in un'ampia strada e, lasciata una deviazione a destra, si curva a sinistra per iniziare un lungo tratto a mezza costa che sfila a monte del nucleo principale della frazione. Dopo circa 400 m s'incontra una deviazione che riporterebbe sulla strada comunale per Arquino, ma volendo attenersi al percorso si deve proseguire iniziando una breve e ripida salita che, passando fra alcune suggestive abitazioni del nucleo di Scherini, termina sul sagrato della chiesetta sconsacrata dedicata a S. Andrea Avellino. Ora il tracciato si restringe a sentiero e prosegue a mezza costa traversando un valloncello recentemente oggetto di opere di consolidamento e, fattosi un po' più largo, scende infine sterrato alla strada comunale per Arquino.
Con piacevole pedalata nel verde procediamo in piano e dopo 900 metri circa entriamo in Arquino. Sfiliamo fra le abitazioni che sorgono sulla sinistra orografica del Mallero e poi, abbandonando la recente (1988) strada che poco dopo traversa il Mallero, seguendo le indicazioni, imbocchiamo l'antico ponte gettato sul torrente nel suo punto più stretto, caratterizzato da una profonda forra in cui spiccano grandi marmitte dei giganti. Sull'opposta sponda seguiamo ancora le indicazioni che, traversata la carrozzabile ci portano all'inizio della "strada dei Turnichè" che, sterrata, risale con numerosi tornanti la pendice montuosa alle spalle del borgo. Con belle aperture panoramiche, sovrastati sulla sinistra dal moderno viadotto del Valdone su cui passa la strada di Val Malenco, si sale senza fatica fino al sommo del poggio ove, nei pressi di Cà Ceschina si tocca la rotabile. Senza immettersi in essa si devia a destra lungo una pista in cemento che la lambisce sulla destra (nei pressi Ristorante Valdone) e tenendosi parallela ad essa entra in Val Malenco. Il largo percorso prosegue lungamente finché con una breve discesa s'immette su una strada sterrata che sale fra l'impianto di depurazione della valle e le opere mai concluse del Bypass di Spriana, pensato per proteggere Sondrio dall'esondazione del Mallero nel caso dovesse staccarsi l'imponente paleofrana che occupa il versante occidentale del Monte Foppa, sulla sinistra orografica del Mallero. Poco dopo si raggiunge la provinciale della Val Malenco che si percorre brevemente fino al ponte che traversa il Mallero permettendo la salita a Spriana. Dopo il ponte si segue la strada fino al primo tornante per poi proseguire dritti lungo la sponda del torrente percorsa da una larga pista ciclo-pedonale asfaltata. In leggera salita si giunge ad un nuovo ponte tramite il quale si riattraversa il Mallero e poi con breve tratto al momento sterrato si giunge alla frazione di Tornadù. Qui, sebbene fortemente degradato da costruzioni recenti e impianti di cava abbandonati, il vecchio nucleo abitato conserva alcune interessanti dimore e un importante affresco, raffigurante la Vergine, santa Barbara e sant'Antonio da Padova, che occupa la rustica facciata di una casa in pericoloso stato strutturale. Le indicazioni sono in questo punto assai confuse, ma basta destreggiarsi un attimo fra le corte viuzze per giungere sulla vicina strada provinciale. Si percorre il nastro d'asfalto per circa 500 metri fino al bivio ove, grazie ad un ponte si stacca sulla destra la carrozzabile per Caspoggio e Lanzada. All'imbocco del ponte si nota una stradina che prosegue dritta lungo la sponda del torrente e seguendola si entra. con un'ultima breve ma ripida salita a Torre S. Maria, in corrispondenza della passerella di legno gettata sul torrente Torreggio. Oltre la passerella si giunge al largo incrocio dove da destra proviene una bretella di collegamento che, tramite un altro ponte, unisce le due strade principali della vallata. Proseguendo dritti si lambisce una costruzione mettendo piede su un marciapiede che in breve conduce nella vicina contrada Sant'Anna, abbellita dalla sobria quanto elegante chiesetta di S. Anna la cui facciata è opera di Pietro Ligari.
La viuzza che prosegue oltre la chiesa compie due strette svolte ad angolo e sbuca su un vasto prato. Qui il percorso diventa un sentiero inerbito e pianeggiante fino ad una lunga passerella metallica che consente di traversare un ripido costone oltre il quale altri prati portano fra le case della contrada Basci. Passati fra le case, in corrispondenza di una prima fontanella si può andare a destra e dopo un breve sentiero erboso si giunge su una sterrata che, aggirando con un tornante una centralina idroelettrica, sale ad immettersi nella provinciale. In alternativa dalla fontanella si va a sinistra, si lambisce un bel lavatoio e dopo un breve tratto di sentiero si deve risalire una scalinata di cemento che porta sulla suddetta sterrata e poi alla provinciale. Da questo punto è obbligatorio seguire la strada principale che dopo circa 2 km entra a Chiesa Val Malenco termine della gita.
Nota: chi volesse evitare il tratto fra Sant Anna e Basci, una volta ammirata la chiesetta della contrada dovrà ovviamente tornare sulla strada provinciale e percorrela quindi a partire da qui fino a Chiesa Val Malenco (3 km circa).
La gita che proponiamo si svolge lungo il tracciato seguito nel 1618 dal drappello di guardie delle Tre Leghe incaricato di trasferire a Thusis l'arciprete cattolico di Sondrio Nicolò Rusca per essere processato in seguito ad un'ennesima denuncia che lo indicava come elemento pericoloso e potenziale traditore della patria avendo dimostrato forte simpatia per la Corona di Spagna, allora signora del Ducato di Milano.
Giunto in catene a Thusis, il Rusca fu, come allora consuetudine, torturato per ottenere una confessione, ma dopo alcuni giorni di sevizie, forse anche a causa dell'età avanzata perì ad opera dei suoi aguzzini.
La vicenda del Rusca, beatificato in Sondrio il 21 aprile 2013, s'inquadra nelle dispute religiose fra cattolicesimo e riforma luterana che imperversarono fra il 1500 ed il 1600, dispute che spesso furono strumentalizzate dai potentati europei per ben altri scopi. In quel periodo la Valtellina era una regione di notevolissima importanza strategica e il controllo del suo territorio e dei passi alpini era considerato di vitale importanza dagli Spagnoli, dalla Repubblica di Venezia, dalle Tre Leghe, dai Francesi. Fu proprio in seguito alla morte del Rusca che pochi anni dopo, nel 1620, si scatenò in Valtellina una violenta reazione contro gli abitanti di fede evangelica che portò alla morte di diverse centinaia di loro e che è considerata da molti una delle cause della Guerra dei Trent'anni. Tale episodio di violenza è ricordato dalle cronache come Il Sacro Macello di Valtellina.
In vista della beatificazione la Comunità Montana di Sondrio ha risistemato e reso fruibile per i turisti un percorso che, partendo dalla chiesa parrocchiale di Sondrio, entra in Val Malenco e ripercorrendo per quanto possibile l'antico tracciato seguito da Rusca e dai suoi carcerieri, raggiunge il Passo del Muretto per poi entrare in Engadina.
La prima parte del tracciato è praticamente tutta ciclabile e ci consente di fare conoscenza con una Val Malenco ben diversa da quella che vediamo salendo in auto; in alcuni casi si deve utilizzare brevemente la strada provinciale, ma in genere si segue la moderna pista ciclo-pedonale che in molte sue parti appare esageratamente larga. Lungo il tragitto vi sono alcuni tratti su sterrato e pertanto si consiglia di essere muntiti di una robusta city bike o, meglio ancora, di una mountain bike con la quale è possibile compiere integralmente il percorso così come lo descriviamo