Escursioni - Alle porte della Valmalenco

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «Alle porte della Valmalenco»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Media Valtellina
  • Tipo: Escursione
  • Sigla: E19
  • Periodo consigliato: tutto l'anno
  • Punto di partenza: Spriana 754 m raggiungibile da Sondrio seguendo la carrozzabile della Val Malenco per 8,3 km fino in località Prato da dove si prende a destra la deviazione che, traversato il Mallero su un ponte, raggiunge l'abitato dopo 1,6 km.
  • Tempo di percorrenza: 3-4 ore andata e ritorno.
  • Dislivello: 500 mcirca
  • Difficoltà: E (Escursionistica)
  • Bibliografia:Gogna A. e Miotti G. «A piedi in Valtellina»; Banca Popolare di Sondrio e Ist. Geografico De Agostini Novara 1985.
  • Cartografia:  Carta escursionistica Kompass 1:50.000 «Bernina-Sondrio»; IGM 1:25.000 e 1:50.000 «Sondrio»; CNS 1:50.000 «Monte Disgrazia».
  • Informazioni locali:Comune di Spriana Tel 0342-512557.
 
 
mappa di Alle porte della Valmalenco

Percorso

Il sentiero, segnalato con cartelli ebolli viola su fondo giallo, inizia di fianco alla chiesa di S. Gottardo aSpriana, fiancheggia il campanile, e prosegue a mezza costa in leggera salitaverso Sud. Con un paio di tornanti ci si porta ai piedi di un grande traliccioe poco oltre ecco Bedoglio, piccolo agglomerato oggi praticamente deserto esemidistrutto. Passando fra le case, sovrastate da un roccione di gneiss, siprosegue sempre a mezza costa giungendo ad una strada sterrata che sale dal bassoe prosegue alla volta delle case del Piazzo. Percorsa per circa duecento metridetta strada, la si abbandona al primo tornante (cartelli e escursionistici)per proseguire sempre nella medesima direzione di marcia lungo un buoncamminamento. Siamo nella zona della ormai celebre «frana di Spriana» lasorniona spada di Damocle sospesa sui destini di Sondrio. Alcune colonninerosse dei capisaldi di riferimento per la valutazione del movimento franoso euna «stazione remota di controllo» ci accompagnano per un tratto. Ad un certopunto il camminamento si stringe a sentiero. Si prosegue per esso entrando poiin una valletta (cartelli; da destra giunge il sentiero da Ere) usciti dallaquale, si lambisce una piccola costruzione di cemento oltre la quale si lasciaa destra una prima diramazione e qualche metro sopra si incontra il sentieroche, sempre da destra, sale dalla contrada Miali (palina con cartelli).Seguendo le indicazioni si prosegue verso sinistra e dopo pochi tornanti sigiunge sulla recente strada sterrata che conduce a Portola. La si segue e alsecondo tornante si prende un evidente sentiero che si stacca a destraarrivando in vista delle case di Portola. Il sentiero costeggia sulla destra iprati e giunge a un bivio dove si deve evidentemente piegare a sinistra perraggiungere l'abitato. Alla prima casa si sale a destra (fontana) e poi sipiega a sinistra a monte delle case immettendosi in un sentiero che riportasulla sterrata che si percorre fino al suo termine nei prati sottostanticontrada Cao. Leggermente a destra oppure direttamente su prato si raggiungonol'evidente fontana e le case soprastanti. Si piega a sinistra, si passa sottouna volta (cartelli) e si segue la direzione per Piazzo. Zigzagando in pianofra le case si passa sotto un pergola e si imbocca l'evidente largo sentieroche taglia in leggera discesa il prato tornando nel bosco. Superato un puntopanoramico dal quale si scorgono già le dimore di Piazzo, il percorso riprendepianeggiante poi con un tratto di notevole suggestione scende leggermentetagliando una parete rocciosa ricoperta di vivacissimi licheni gialli(ringhiera) e torna a farsi pianeggiante lambendo una presa dell'acquedotto. Daqui la taccia, meno marcata giunge in breve alle case superiori di Piazzoinnestandosi nel sentiero che sale a Castellaccio, Costa, Croce Monte Foppa. Siva a sinistra, si traversano i ruderi e ci si abbassa verso il secondo gruppodi case. Ad un bivio due possibilità o a sinistra scendendo su un pratoantistante una grande casa e al sottostante spiazzo da dove verso destra siarriva alla strada sterrata oppure a destra passando a monte delle case(traccia poco evidente) immettendosi poi in un breve tratturo che giunge allastrada. Ora si scende lungo la sterrata fino al bivi di Bedoglio, si va adestra e si torna a Spriana.

Le incisioni rupestri della Val di Togno

Apparentemente tagliata fuori dalle antiche vie di comunicazione e, quindi, dagli insediamenti abitativi, la Val di Togno ha recentemente rivelato tracce di un insospettato passato. Pochi anni or sono il signor Biagio Gerosa, cacciatore e grande amante della valle, ha scoperto, in località Grüm presso il crinale Sud-ovest del Monte Foppa, una serie di interessanti incisioni rupestri che ci portano a rivedere il ruolo storico avuto dalla Val di Togno.

Il ritrovamento si collega ad altri, numerosi reperti che si trovano disseminati nei piccoli centri, oggi quasi tutti abbandonati, che costellano l'ampio versante sud occidentale del Monte Foppa, sul versante sinistro idrografico della Valmalenco. Nei paesi di Dagua, Cristini, Marveggia, Piazzo, Bedoglio, si trovano spesso incisioni rupestri risalenti a diverse epoche storiche; ad Arquino, piccolo paese all'imbocco della Val di Togno, vennero rinvenuti oggetti dell'età del ferro.

Osservando meglio su una carta la linearità del solco della Val di Togno e la facilità di transito da e per la Valle di Poschiavo e, quindi, il Passo del Bernina e il Passo di Val Viola, si può intuire come tale solco potesse costituire una direttrice abbastanza importante anche, se forse, non principale. E' interessante, inoltre, notare come le incisioni di Grüm siano in perfetto allineamento con quelle della rupe ove sorge la chiesetta di San Bartolomeo, sopra Sondrio, all'imbocco della Valmalenco. Un sentiero segnalato parte nelle vicinanze del Rifugio Val di Togno e sale a Grüm, piccola oasi pianeggiante intagliata nella ripida pendice del monte, con poche baite protette alle spalle da una roccia. La salita richiede circa 1 ora e 30 minuti di cammino.

Le incisioni, fra cui una vasca con canaletti adduttori e alcune configurazioni che ricordano costellazioni, si trovano sulle rocce affioranti affacciate sulla bassa Valmalenco e Sondrio, al bordo del prato su cui sorgono le baite.

La frana di Spriana

La "frana di Spriana", più volte citata nelle descrizioni di questo itinerario, è una gigantesca massa di terreno la cui instabilità, già nota nel secolo scorso, diede i primi preoccupanti segni di smottamento a partire dal 1912, anno in cui entrò in funzione la galleria della condotta forzata Lanzada-Arquino che alimenta la centrale di Arquino.

Il corpo franoso occupa buona parte del versante Sud-ovest del Monte Foppa, fra i 600 metri di quota e i 1400 m circa, per un fronte massimo di 650 m e un'altezza di 1300 m. A séguito delle eccezionali precipitazioni del 1927 si manifestarono altri smottamenti, tuttavia la pendice del Monte Foppa continuò ad essere densamente abitata tanto che, sul finire degli anni '50, venne inaugurata anche la nuova scuola di Cucchi. Nel 1960, un'altra stagione piovosa provocò un'ulteriore rottura dei precari equilibri della frana e altri smottamenti, assai vistosi, portarono all'evacuazione di Cucchi, Erta e Piazzo mentre su Bedoglio caddero massi. Negli anni '60 il problema prese sempre più consistenza non solo in quanto tale, ma anche nelle coscienze dei cittadini e degli amministratori. A séguito di nuovi smottamenti avvenuti nel 1977, il corpo frana viene oggi costantemente tenuto sotto osservazione e monitorato mediante capisaldi e centraline di rilevamento.

La "frana di Spriana" è costituita prevalentemente da detriti di origine morenica, depositatisi, come conseguenza del ritiro dei ghiacciai quaternari, in una sorta di "cucchiaio" naturale formato dal fondo roccioso del versante Sud-ovest del Monte Foppa. Ma i carotaggi dimostrano che anche le rocce di fondo non sono molto solide e, quindi, l'instabilità della pendice montuosa potrebbe essere ancora più profonda. E' chiaro che la caduta di un'enorme massa nel sottostante torrente Mallero, che in quel punto presenta un alveo assai incassato, provocherebbe lo sbarramento delle acque con la conseguente formazione di un bacino: la successiva, probabile, esondazione avrebbe effetti sicuramente catastrofici sulla città di Sondrio, posta allo sbocco della Valmalenco. Per scongiurare tale minaccia, sono state avanzate diverse soluzioni che hanno portato alla realizzazione di una galleria by-pass che permetterebbe alle acque del Mallero di defluire aggirando lo sbarramento naturale della frana.

  • Il Monte Foppa e, a sinistra l'imbocco della Val di Togno. Sul crinale, in  basso, sono visibili i nuclei di Portola.
  • Autunno fra le case abbandonate dei paesi lungo l'itinerario
  • Il rifugio Val di Togno
  • Spriana e i paesi della bassa Valmalenco visti dal sentiero del nostro itinerario.
  • Le case di Bedoglio. Nonostante l'abbandono sono molti che non rinunciano ad abitare, saltuariamente le case dei paesi sulla "frana di Spriana"
  • Αntica decorazione sul portale di una casa di una delle tante contrade sparse sulla frana di Spriana