Stazione Ferrovia Retica di Tirano - tel. +39 342 70.13.53;
Ufficio Turistico di Tirano - tel. 0342 70.60.66;
Ufficio Turistico Svizzero di Milano - tel. 02 76013203;
Stazione Ferrovia Retica di St. Moritz - tel. 0041 (0)81 8335252
Internet: www.rhb.ch.
Una volta tanto lasciamo a casa l'auto e dimentichiamo scarponi e zaino: prendiamo il treno e passiamo una giornata fra boschi, ghiacci eterni, cime altissime, pascoli verdeggianti e villaggi da favola. Entriamo, per qualche ora, in una dimensione quasi d'altri tempi, quando le prime macchine a vapore apparivano come inarrestabili simboli del progresso, strumenti che avrebbero permesso di abbattere le distanze e di valicare le montagne senza fatica. Ma la velocità dell'evoluzione tecnologica è stata superiore a quella dei primi sbuffanti treni, che sono stati presto sostituiti da locomotive futuristiche, da veloci autostrade e dagli aerei. La globalizzazione è passata dapprima per le vie di comunicazione, e la viabilità si è dovuta adeguare per soddisfare le esigenze di più comodi e veloci trasporti.
Qua e là, tuttavia, permangono isole di "resistenza", soprattutto dove non è stato possibile cambiare le cose o dove la sopravvivenza del trasporto è stata mantenuta anche grazie ad un suo utilizzo turistico. È il caso della celebre tratta della Ferrovia Retica che collega Tirano, in Valtellina, con St. Moritz, in Engadina. Il tracciato della ferrovia si snoda da Nord a Sud lungo la Val Poschiavo e la Val Bernina, consentendo alla confederazione di mantenere aperti per tutto l'anno i collegamenti con il territorio poschiavino. Causa l'altitudine del Passo del Bernina, unico valico verso Nord, questo piccolo lembo di Svizzera italiana, nelle cattive stagioni, sarebbe spesso isolato a causa delle abbondanti nevicate e avrebbe come unico sbocco la via verso Tirano e la Valtellina, in Italia.
La via ferrata svolge, quindi, un'importante funzione come elemento unificante di uno degli angoli più isolati della Svizzera, facendo sentire meno soli i suoi abitanti. Con qualsiasi tempo, in poco meno di due ore, un poschiavino può essere a St. Moritz, e quindi accedere alla più vasta rete di comunicazione nazionale. Inoltre la saggia politica elvetica, che favorisce da sempre il trasporto merci su rotaie, consente di mantenere sgombra dai camion la difficile e lunga carrozzabile del Bernina, agevolando così anche il traffico su gomma che, per lo più, è di tipo turistico e locale. Forse, inizialmente, non fu cosa premeditata, ma alla lunga ciò ha favorito l'immagine del territorio poschiavino che, in questi ultimi anni, è cresciuta moltissimo.
Costruita col massimo rispetto dell'ambiente già quasi cent'anni or sono, la Ferrovia del Bernina è, oggi, uno dei maggiori motivi d'attrazione di questo lembo di territorio svizzero e il Trenino Rosso che la percorre è diventato, esso stesso, parte integrante del fantastico paesaggio alpino che gravita attorno ai quattromila metri del Pizzo Bernina.
Come dice la parola stessa, questa ferrovia è una rete viaria che si snoda nella Rezia, antico nome del territorio oggi in gran parte rientrante nel Canton Grigioni. La F.R. è una società per azioni il cui 52% appartiene al Canton Grigioni, il 43% alla Confederazione Elvetica e il 5% a soggetti privati.
Il tracciato collega i più importanti centri del cantone: Arosa, Thusis, Landquart, Disentis, Davos, Kloster, Samaden-St. Moritz alla capitale Coira. Inoltre, un "braccio ferrato" esce dai confini cantonali per proseguire verso Ovest ed arrivare a Zermatt, nel Vallese, ai piedi del mitico Cervino. Si tratta, insomma, di un piccolo treno delle Alpi che può prestarsi magnificamente ad un viaggio turistico di grande relax, liberi dal pensiero della guida.
La tratta che unisce Tirano a St. Moritz attraverso il Passo del Bernina fu realizzata fra il 1906 ed il 1910, anno in cui fu inaugurata. Alcuni anni più tardi fu resa possibile anche la percorrenza invernale, grazie all'adozione di particolari spartineve che vengono ancor oggi collocati davanti alla locomotiva. La progettazione dell'opera fu alquanto difficile e laboriosa in quanto occorreva superare tratti di notevole pendenza, senza ricorrere all'avanzamento tramite cremagliera. Per questo fu utilizzato un binario a scartamento ridotto di un metro e, in alcuni punti, furono create opere che consentivano una più dolce "distribuzione" della pendenza, aumentando artificialmente lo sviluppo del percorso. Con una lunghezza di 60,6 km, la linea supera pendenze massime del 7% e raggiunge i 2353 m del Passo del Bernina, record assoluto d'altezza europeo per un treno senza cremagliera. Sul percorso furono realizzate 13 gallerie, per un totale di 4,072 km, e numerosi tornanti: quello più stretto ha un raggio di curva di 45 m. La motrice del Bernina Express è alimentata con corrente continua a 1000-1500 V. Nella bella stagione ai normali vagoni vengono aggiunte carrozze scoperte, proprio per facilitare l'osservazione del panorama da parte dei turisti.
Il nostro viaggio inizia alla Stazione FS di Tirano ove ha sede anche la Stazione della Rätische Bahn. La cittadina offre numerosi spunti d'interesse turistico, fra i quali spicca il Santuario della Madonna di Tirano (di questo borgo abbiamo diffusamente parlato in uno dei nostri precedenti percorsi).
Il trenino sfila nel cuore dell'abitato e passa alle spalle del Santuario, per iniziare subito la salita della Val Poschiavo. In alto, a sinistra, si può notare, su una rupe, lo xenodochio di Santa Perpetua nei cui pressi, in epoca medioevale, passava la strada verso l'Engadina. La via ferrata corre parallela alla strada, poi se ne distacca risalendo l'aspro e poco invitante imbocco della valle.
Poco dopo il confine italo-elvetico siamo a Campocologno, prima fermata e minuscolo scalo merci. Il binario si porta ora sul versante opposto della valle traversando il torrente Poschiavino e transita per Campascio, attaccando una nuova salita che ci porterà a Brusio. In questo tratto s'incontra la principale delle opere costruite per ridurre la pendenza del tragitto: una magnifica rampa elicoidale mediante la quale il trenino può facilmente prendere quota e superare un dislivello di ben 30 metri. La valle, nel frattempo, si è allargata: non potrà sfuggire al viaggiatore l'ordine urbanistico dei piccoli centri abitati, la cura con cui sono tenuti i prati ed i boschi; sembra di essere finiti dentro uno di quei plastici con trenino tanto cari a grandi e piccini.
Lasciata Brusio la salita riprende e il treno valica lo sbarramento naturale che, secoli or sono, creò il Lago di Poschiavo. Al termine della salita ecco infatti apparire il lago, mentre la valle si allarga ulteriormente e nelle acque cristalline si specchiano già i giganti ghiacciati del Bernina. Dalla Stazione di Miralago si può partire per effettuare il giro del lago, oppure si può compiere la gita allo xenodochio di S. Romerio risalendo la rupe su cui sorge e le cui rocce, franando, generarono il bacino.
Un tempo la ferrovia e la strada correvano insieme, lungo la sponda sinistra del lago; successivamente la sede stradale fu spostata un poco più in alto e a sinistra, facilitando di molto la viabilità automobilistica e migliorando la sicurezza del tratto.
Dall'altro capo del lago si trova la fermata di Le Prese oltre la quale si percorrono vaste praterie del fondovalle, punteggiate da lindi paesini e, infine, si entra nel capoluogo della valle: Poschiavo.
Anche di questo bellissimo paese alpino abbiamo diffusamente trattato nella gita dedicata all'ascensione del Sassalbo, la vetta dalle rocce biancheggianti che sicuramente attrarrà anche il Vostro sguardo se l'alzerete sulle cime del versante destro (sinistro idrografico) della valle.
Poco dopo Poschiavo la linea ferroviaria e la strada carrozzabile si separano. La ferrovia entra e risale nella Val di Pila, mentre la strada percorre la parallela Val Lagoné. Il treno inizia così la sua faticosa marcia attraverso magnifici boschi e, arrancando, prende quota con numerosi tornanti sul versante destro idrografico della valle. Fitte abetaie punteggiate da verdi radure, roccioni e i primi biancori dei ghiacciai fanno somigliare questo tratto ad un paesaggio delle Montagne Rocciose. La lunga salita ha una prima pausa nella stazione di Cavaglia, riposante conca prativa fra i boschi e punto di partenza per numerose gite.
Poco sopra Cavaglia si trova la stazione dell'Alpe Grüm, uno dei punti panoramici di maggior interesse del percorso. Alcuni alberghetti offrono alloggio e ristorazione ai numerosi turisti. D'inverno da qui si parte per alcune delle più belle gite scialpinistiche del gruppo del Bernina, mete privilegiate il Piz Varuna e, soprattutto, il Piz Palù 3905 m.
La nostra salita sta per finire. Ancora una serie di tornanti e poi, attraverso un valloncello, il trenino s'avvia verso il Passo del Bernina. Raggiunto il Lago Bianco, il trenino ne lambisce le sponde e, poco dopo, si ferma alla stazione dell'Ospizio Bernina, punto più elevato del percorso. Sulla sinistra dominano i ghiacciai e le vette brizzolate di neve del Cambrena, del Piz d'Arlas, del Sassal Mason mentre, a destra, il paesaggio è costituito da grandi dossoni di pascoli.
Il Lago Bianco deve la sua colorazione sia al sottile detrito portato dalle acque di fusione dei soprastanti ghiacciai, sia alle chiare rocce calcaree che ne costituiscono i fondali. Vicino, contrasta alquanto il minuscolo Lago Nero le cui acque sono di un cupo violetto. Ci troviamo, qui, nel punto spartiacque fra il bacino del Mediterraneo e quello del Mar Nero: l'emissario del Lago Bianco scende verso Sud, quello del Lago Nero s'avvia ad immettersi nell'Inn e poi nel Danubio.
Lasciato il valico e l'Ospizio s'inizia la discesa della Val Bernina che confluisce nell'Engadina all'altezza di Celerina e Samedan. Dopo un breve tragitto ecco le successive stazioni di Lagalb e Diavolezza da dove partono importanti impianti sciistici.
Avendo un po' di tempo a disposizione vale la pena di prendere la funivia del Diavolezza per salire all'omonimo albergo, dalla cui terrazza si può ammirare uno dei panorami più imponenti e grandiosi delle Alpi. Da lassù s'apre allo sguardo tutto il versante orientale del massiccio del Bernina, ammantato di grandi ghiacciai; di fronte troneggia il "castello argentato" del Piz Palù, con la sua armoniosa triade di speroni, separati da sconvolti canaloni di ghiaccio. Oltre Diavolezza la via ferrata incrocia due volte la carrozzabile per giungere infine nella pianura di Morteratsch, al cospetto dell'omonimo ghiacciaio. Durante questo tratto si avranno nuove visuali sulle vette del Bernina, il "quattromila" più orientale dell'arco alpino, del Piz Palù, del Piz Morteratsch. Dalla stazione si può affrontare una breve passeggiata didattica che, guidata da cartelli esplicativi, ci porterà a conoscere la storia del grande ghiacciaio raggiungendone la fronte. Morteratsch è anche il punto di partenza del sentiero che conduce alla Chamanna da Boval, base per numerose importanti accensioni d'alta quota, Piz Bernina compreso.
Siamo ormai rientrati al di sotto del limite del bosco e tra abetaie e praterie giungiamo a Pontresina, storica località del turismo alpino. Da qui si può partire per compiere una splendida gita nella Val Roseg, percorrendo una comoda stradina chiusa al traffico automobilistico, ma adatta alla bicicletta e, d'inverno, allo sci di fondo.
A Pontresina la linea si sdoppia: una tratta va verso Samedan e la Bassa Engadina; l'altra si dirige direttamente a St. Moritz. Utilizzando la linea per Samedan si incontra, subito dopo Pontresina, la fermata di Punt Muragl da dove si può prendere la cremagliera di Muottas Muragl raggiungendo uno dei punti panoramici più interessanti e completi dell'Engadina. Da Samedan si può, comunque, prendere la bretella ferroviaria che attraverso Celerina ci riporta a St. Moritz. : il ritorno si effettuerà lungo l'altra diramazione avendo modo di ammirare il curioso campanile della chiesa di San Gian che sorge presso un'emergenza boscosa dello spicchio di pianura erbosa compreso fra l'Inn e il Flaz, il torrente che percorre la Valle del Bernina da noi discesa poco prima