Passeggiate - Strada dei vini (seconda parte)

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «Strada dei vini (seconda parte)»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Media Valtellina
  • Tipo: Passeggiata
  • Sigla: A6
  • Periodo consigliato: autunno
  • Partenza: Sondrio, strada carrozzabile o "Strada panoramica" verso Colda e Montagna
 


 
mappa di Strada dei vini (seconda parte)

Itinerario


Riprendiamo il nostro percorso lungo la "Strada dei vini" partendo da Sondrio, capoluogo della Valtellina. Situata più o meno a metà della valle, la città ha sempre avuto un ruolo importante come centro amministrativo, ruolo che ha assunto ancor più peso dopo l'unificazione d'Italia. Ancora oggi Sondrio è più che altro città di passaggio e di affari in cui si avverte un'atmosfera ben diversa dal "calore" e del clima vivacemente comunitario di altri centri valtellinesi quali ad esempio Morbegno e Tirano. Tuttavia, il recente recupero degli edifici del centro storico, situato alle pendici del versante retico allo sbocco della Valmalenco, ha senza dubbio dato risalto alle vestigia del passato della città. Una passeggiata fra gli antichi palazzi e le piazzette, fra l'intrico di viuzze e scalinate di Scarpatetti, così si chiama il quartiere storico, è senza dubbio affascinante e degna di nota.

Da Sondrio si deve imboccare la strada carrozzabile o "Strada panoramica" che, partendo nel settore orientale della città, porta verso Colda e Montagna. Dopo poche centinaia di metri il precorso inizia a salire fiancheggiato da moderne ville che, man mano si procede, lasciano il posto ai vigneti e a piccoli nuclei di abitazioni. Raggiunta la frazione di Colda la strada perde un po' di pendenza per iniziare a percorrere il grandioso terrazzo di escavazione glaciale che, quasi ininterrottamente, si prolunga verso Est fino a Teglio. Lambito il grande complesso del Santuario del Cuore Immacolato di Maria e l'annesso Convento dei Padri Cappuccini (1961-62) si continua in leggera salita mentre, sulla destra, sono già visibili le mura diroccate del Castello Grumello. Il maniero sorge sul bordo meridionale del terrazzo, panoramicamente affacciato su tutta la media Valtellina. Una breve deviazione dalla "panoramica" consente di raggiungere dapprima la chiesa di S. Antonio Abate, con le sue mura di pietrame a vista e, quindi, il lato settentrionale del Castello. Da qui un facile sentiero conduce in breve fra le mura. L'edificio fu fatto costruire nel XIV secolo dalla famiglia De Piro e, successivamente, rientrò nei possedimenti dei De Capitani. Nel 1526 i Grigioni, nel tentativo di privare la Valtellina delle sue opere difensive, lo fecero demolire. I due complessi turriti oggi visibili erano un tempo uniti da mura.

Tornati sulla "Strada panoramica" riprendiamo la salita raggiungendo in breve la contrada Pace da dove si stacca, sulla sinistra, la deviazione per il paese di Montagna. L'abitato, di antichissime origini, è ricordato dalle cronache a partire dal 971 d. C.; il suo nucleo storico, raggruppato attorno alla chiesa di S. Giorgio, conserva interessanti esempi della tipica architettura rurale della media Valtellina.

Proseguendo sulla "Strada panoramica" si viaggia a mezza costa fra i vigneti con splendide vedute sulle prospicienti e oscure vallate orobiche. Poco dopo Montagna si lambisce, sulla destra, la piccola contrada Carmine e poi si raggiunge Poggiridenti importante nucleo rurale dominato dalla chiesa di San Fedele che sorge su una rupe in posizione molto aperta e panoramica. Superato Poggiridenti la strada corre con leggeri saliscendi passando poco a valle dell'imponente edifico della Santa Casa di Loreto risalente al XVIII secolo. La chiesa sorge in posizione dominante su una sporgenza circondata dai vigneti. A differenza della maggior parte delle numerose chiese valtellinesi, e quindi anche di quelle che costellano il terrazzo glaciale da noi percorso, la Santa Casa presenta facciate accuratamente intonacate e decorate su tutti i lati. Ci troviamo nel cuore della zona produttiva del vino Inferno, nome che ben si addice alla favorevolissima esposizione dei terrazzamenti ove si allineano i filari di vite.

Poco più avanti ecco Tresivio. Anche questo paese può vantare antiche origini e i ritrovamenti fatti nei vigneti presso la rupe del Calvario e ai suoi piedi testimoniano la presenza di un primo insediamento umano in epoche preistoriche. In cima all'emergenza del Calvario, che piomba sul fondovalle valtellinese con un salto di circa 200 metri, si trova l'Oratorio omonimo risalente al XVII sec.

Da Tresivio la strada compie una lunga, ma lieve, discesa per poi risalire ad aggirare un'ampia dorsale mentre gradualmente al vigneto si sostituiscono le coltivazioni a meleto. Stiamo entrando nel territorio di Ponte in Valtellina principale centro di produzione delle mele valtellinesi. All'inizio del paese si incontra la piccola chiesa di S. Gregorio dove la strada si biforca. Per giungere nel cuore del borgo è preferibile prendere a destra scendendo fino ad immettersi nella strada che sale dalla SS 38. A questo punto, deviando a sinistra si giunge in un ampio piazzale alberato (Piazza della Vittoria) ove si può lasciare l'auto per avventurarsi a piedi fra le antiche case del borgo. A Ponte, storicamente uno dei più significativi centri della media Valtellina, dedicheremo un apposito servizio (passeggiata "Aprile 1999). Tuttavia non scordate di compiere una visita all'abitato che conserva importantissime testimonianze del suo nobile passato. Più che a vicende storiche particolari Ponte è ricordato per essere stato uno dei più importanti e fecondi centri culturali della Valtellina. Vi nacquero alcune fra le più illustri personalità della Provincia di Sondrio, destinate ad assurgere a fama nazionale. Ricordiamo, fra gli altri, l'astronomo Giuseppe Piazzi, scopritore, nel 1801, di Cerere, il primo asteroide, e Antonio Cederna eminente figura di uomo politico e industriale illuminato di fine ottocento. Tornati alla chiesa di S. Gregorio prendiamo ora la diramazione di sinistra e poi, ad un successivo bivio, voltiamo di nuovo a sinistra in direzione della Val Fontana. Poco oltre ecco un altro bivio in corrispondenza del quale si deve voltare a destra per percorrere la moderna strada che passa a monte del paese per poi attraversare la stretta gola dello sbocco della Val Fontana su un alto viadotto. Poche centinaia di metri ancora ed eccoci a Castionetto di Chiuro incrociando la strada che sale verso Teglio partendo da Chiuro e dal fondovalle. Siamo entrati nella zona tipica del vino Fracia, un prodotto certo meno noto rispetto al Sassella o all'Inferno ma non per questo meno pregiato.

Un'interessante variante al percorso consiste nel raggiungere il paese di Chiuro scendendo da Ponte verso la SS 38 fino al bivio in corrispondenza della chiesa di Madonna di Campagna. Qui si devia a sinistra e quindi ancora a sinistra poco prima di raggiungere la Statale, passando alle spalle del Ristorante S. Carlo. Con ameno percorso fra i frutteti si scende così ad incrociare la strada che dalla SS 38 sale a Chiuro che si raggiunge con una breve deviazione a sinistra. Anche questo antico borgo merita una visita, (qui, inoltre, si trovano le Cantine dell'azienda vinicola Nino Negri che, su richiesta, è possibile visitare). Da Chiuro una strada asfaltata traversa lo sbocco del torrente Fontana e poi sale fra i vigneti raggiungendo Castionetto. In questo tratto, forse a causa della millenaria erosione dovuta al torrente Fontana, il terrazzo glaciale ove corre la "Strada panoramica" ha perso la sua definizione orografica per lasciare posto ad un dolce avvallamento. A Castionetto può valere la pena di deviare brevemente per salire verso la contrada Maffina ed imboccare la strada che sale a Dàlico. Poco dopo le ultime case della contrada, sulla sinistra, si trova la bella Torre di Castionetto, massiccio fortilizio costruito nel XII-XIII sec. dalla famiglia Quadrio di Ponte.

Tornati sull'itinerario principale riprendiamo a salire passando Castionetto per proseguire fra i vigneti e le numerose contrade che costellano questo tratto del terrazzo glaciale. Man mano si sale il vigneto viene sostituito da tratti rimboschiti e prati intervallati da qualche risalto roccioso. Con un ultimo rettilineo la strada lambisce il cimitero di Teglio, la chiesa di S. Martino e l'annesso oratorio che sorgono in posizione panoramica, su un piccolo ripiano.

A testimoniare la sacralità di questo luogo fin dalla preistoria, sugli affioramenti rocciosi circostanti sono state scoperte numerose incisioni rupestri. Dopo una leggera discesa la carrozzabile riprende a salire raggiungendo infine la periferia di Teglio. La strada sfila in un avvallamento interno del terrazzo glaciale che in questo punto torna a farsi molto marcato. A destra il suo bordo si rialza e su di esso, in parte celata da un boschetto di abeti, sorge la Torre di Teglio o "de li beli miri" che tanto si impone a chi, passando sulla SS 38 fra S. Giacomo e Tresenda, guardi in alto, verso sinistra. Al pari di Ponte e Chiuro, Teglio, ha origini antichissime e per secoli è stato forse il più importante centro della Valtellina tanto che molti fanno derivare da quello del paese il nome della valle: Tellina Vallis (Valle di Teglio). Numerosi reperti preistorici sono stati scoperti in tutto il territorio limitrofo; in particolare, fra i muretti a secco delle vigne e sui terrazzamenti, sono venute alla luce alcune importanti stele incise risalenti all'"età del rame". Oggi i reperti sono conservati nell'Antiquarium Tellinum presso il Palazzo Besta di Teglio. Anche a Teglio e al suo territorio sarà dedicato un servizio più approfondito; per ora ci limitiamo a consigliare una visita al paese e, in particolare, al Palazzo Besta, splendido esempio di architettura patrizia valtellinese del rinascimento. Interessanti sono pure le chiese di S. Eufemia (XIV-XV sec.) e quella di S. Pietro (X-XI sec.). Tutto il versante Sud del terrazzo glaciale su cui sorge il paese è coltivato a vigneto; qui, in particolare si trova la zona tipica di produzione del vino Valgella.

La nostra gita può dirsi terminata qui. Da Teglio è possibile scendere verso Tresenda per raggiungere nuovamente la SS 38; ma esiste anche una possibilità diversa. Una stretta strada, inizialmente sterrata, parte dalla periferia orientale dell'abitato, in località Cordini, per scendere con percorso suggestivo fra i boschi e i vigneti fino a Bianzone, ormai alle porte di Tirano.

Come sempre concludiamo questa breve narrazione con alcune indicazioni di carattere gastronomico. Diversamente rispetto al primo tratto della "Strada dei vini", poco "dotato" in fatto di ristoranti tipici, in questo settore non c'è che l'imbarazzo della scelta. Dei vini che potrete degustare abbiamo già accennato; ma qui siamo anche nella zona d'origine di alcuni dei più tipici piatti valtellinesi, i "pizzoccheri" e gli "sciat". Solo per citare alcuni dei ristoranti più noti possiamo cominciare a Montagna con il Ristorante "ai Castelli" oppure al "punto di ristoro del F.A.I." poco sotto il Castello Grumello. Presso la Chiesa di S. Fedele si trova poi l'omonimo albergo-ristorante. A Ponte in Valtellina esistono numerosi ristoranti tipici da quelli più eleganti e sofisticati, come il "Cerere" e il "vecchia Ponte", fino ai più semplici ma sicuramente più "nostrani" ristoranti "da Nello" e "Osteria Sole". A Castionetto si trova il ristorante "Fancoli". A Teglio, vera patria dei "pizzoccheri", i ristoranti ove poter degustare questa prelibatezza della cucina alpina sono numerosi.

  • La media Valtellina vista dalla Strada Panoramica
  • L'edificio orientale del Castello Grumello visto dalla fortificazione orientale
  • Anche d'inverno alcuni meli conservano parte dei loro frutti. Di fronte le aspre e oscure vette orobiche
  • La chiesa del Dosso del calvario a Tresivio
  • Campo di grano saraceno presso Teglio
  • Fontana monolitica presso il Palazzo Besta di Teglio
  • Ancora uno sguardo sul fondovalle Valtellinese visto da Prato Valentino, sopra Teglio