Dall'Hotel dei Forni seguendo la strada sterrata che s'inoltra in Val Cedec si raggiunge il Rifugio Pizzini-Frattola in circa due ore di marcia.
Per informazioni sul ticket per la strada Santa Caterina-RifugioForni e per eventuale servzio navetta da Forni fino alla Pizzini , contattare il Rifugio Forni o il Rifugio Pizzini
Dal Rifugio Pizzini 2706 m s'imbocca l'esile traccia (alcuni ometti) che sale in direzione Nord-nord-ovest lungo i cordoni morenici che precedono la Vedretta del Gran Zebrù. Il sentierino conduce, per chi guarda, al ramo del ghiacciaio situato a sinistra (Ovest) del caratteristico roccione rosso (quota 3248 m), ma si può ugualmente percorrere il lembo di ghiacciaio situato a destra del roccione stesso per portarsi comodamente ai piedi del 'canalino'.
Legatisi in cordata, si risale il ghiacciaio scavalcando alcuni stretti crepacci fiancheggiando il suddetto roccione e, giunti alla base delle severe pareti meridionali del Gran Zebrù, si piega progressivamente a destra (Nord-est) su terreno meno ripido per portarsi ai piedi del grande pendio che, in alto, si stringe a formare il 'canalino'. Questo 'canalino' gode di una fama di terribilità' forse immeritata, in quanto la sua pendenza non è così sostenuta come invece la vista frontale dal Pizzini indurrebbe a credere, e le scariche di sassi non sono così frequenti da renderlo particolarmente pericoloso. Si affronta direttamente questo pendio, con inclinazione via, via crescente, entrando nel couloir, generalmente innevato, che culmina sulla Spalla 3462 m. Nel caso che il 'canalino' si presentasse senza neve o particolarmente ghiacciato si possono scalare le rocce che lo fiancheggiano, non difficili, che tuttavia richiedono prudenza perché non solidissime.
Dalla Spalla si volge a sinistra (Nord-ovest) e, senza percorso obbligato, si risale l'ampio pendio in direzione delle rocce che sostengono la vetta. Prima di toccare queste rocce si piega leggermente a destra (Nord) ad imboccare un canalino poco marcato, di solito innevato, superato il quale si guadagna la cresta Est della montagna. Tenendosi sul versante meridionale dello spartiacque (del resto, di stare sul versante opposto non vi verrà nemmeno in mente, considerato che esso precipita a 60° d'inclinazione, per circa mille metri di dislivello, sulla Vedretta di Solda!), in pochi minuti di percorso quasi pianeggiante si tocca la croce di vetta del Gran Zebrù 3851 m.