Da Montespluga seguire la sponda del lago verso Sud-ovest raggiungendo e traversando il ponte sul torrente della Val Loga (indicazioni sentiero C16). Proseguire per pascoli fiancheggiando il torrente per circa 2 km guadagnando poca altitudine. Poi verso i 2000 metri il pendio prende a salire e, piegando a sinistra, ad aumentare di pendenza. Si risale una dorsale erbosa con roccette che termina con un ripiano che regala un momento di pausa poi si riprende la salita seguendo un buon sentiero che si dipana su terreno più sassoso e con roccette mantenendo la stessa direzione per raggiungere la cresta spartiacque del versante destro orografico della Val Loga nel punto in cui quasi scompare nei pendii sassosi dove sorge il bivacco e che precedono il pendo morenico che adduce al soprastante (Ovest) Passo di Val Loga che si apre sul crinale fra Val Mesolcina e Val Chiavenna o meglio, Valle Spluga
Il Bivacco Val Loga ex Giovanni Cecchini 2750 m, sorge quasi alla testata della Val Loga, sul crinale spartiacque che la separa verso Sud con la Valle Schisarolo, di fronte al versante Nord del Pizzo Ferré e al suo ghiacciaio sempre più esiguo. La struttura fu installata nel 1978 e dedicata all'alpinista Giovanni Cecchini. L'inaugurazione avvenne nell'agosto dello stesso anno presenti numerosi alpinisti fra cui il grande Riccardo Cassin. Inizialmente si trattava di un normale bivacco in lamiera a 9 posti dotato di coperte e materassi, gas e pronto soccorso. Divenuto nel tempo obsoleto il bivacco è stato sostituito nel 2009 da una nuova originale struttura a casetta in legno resistente alle intemperie e assai bella.
Con l'occasione la Sezione del Cai Valle Spluga, proprietaria del piccolo ricovero alpino, ne ha cambiato intitolazione battezzandolo Bivacco Val Loga, La soluzione di identificare bivacchi o rifugi con il luogo in cui sorgono, in voga in quasi tutti i paesi alpini, dovrebbe entrare man man in uso comune anche in Italia dove si preferisce ricordare nell'edifico personalità più o meno note dell'alpinismo o munifici finanziatori delle opere. Questo vezzo crea purtroppo il problema che con il passare del tempo, se giungono altri sponsor per iniziative di ristrutturazione o rifacimento, spesso viene pretesto che il nome del mecenate sia aggiunto al precedente con il potenziale allungarsi a dismisura del nome del rifugio o del bivacco.
Il Bivacco Val Loga sorge sul percorso del Trekking della Valle Spluga, alta via che consente l'attraversamento in quota della grande vallata collegandone i due versanti ed è base d'appoggio per la salita al Pizzo Ferrè 3103 m, uno dei 3000 della Valle Spluga. Tuttavia la funzione preminente del bivacco è quella di punto tappa nel citato trekking in quanto l'ascensione alla cima è fattibile partendo direttamente da Montespluga risalendo la Valle Schisarolo.
Il Pizzo Ferrè il cui toponimo deriva con molta probabilità dal colore ferruginoso delle sue rocce è meta piuttosto frequentata e una delle migliori classiche di scialpinismo di questo angolo delle Alpi.
Benché Giovanni De Simoni nel suo volumetto "Toponimia dell'alta Valle Spluga" (1966) faccia vago riferimento ad una certa importanza della Val Loga e della Val Schisarolo come vie di collegamento con la Mesolcina a Ovest, tale ipotesi pare un po' forzata vista la vicina presenza della Val Febbraro e dell'importante Passo del Baldiscio, sicuramente noti e traversati fin dalla preistoria.
Sull'etimo del toponimo Val Loga lo stesso De Simoni ci dice: "Contrariamente all'uso generale che considera Val Loga l'intera ampia valle che confluisce nella principale a Montespluga... il termine vallöga (secondo gli alpigiani delle cascine di Val Loga) indicherebbe soltanto una striscia di fondovalle a sinistra del torrente ed una parte della sovrastante falda solatia... Quanto alla spiegazione del nome non ho trovato né in loco né... sui sacri testi chi me ne fornisse il bàndolo. Ipotesi molte: da lagh = podere, opinato dal Salvioni in senso generico e che il Sertoli accoglie nella fattispecie, a óga, öga = burrone, ed anche (ma preferibilmente vöga) = via glabra per avvallare il legname (dal celtico ocha = via), ecc. Preferisco essere guardingo, tanto più che da informatori molto anziani di Isola ho registrato le pronunce: Vallóghia e vallóia (i leggerm. mouillé) e da altri dell'Alpe Suretta vallögia e persino val de l'öi!
A proposito di toponimi soffermiamoci anche sul doppio (triplo) nome della valle principale da cui inizia il nostro precorso. Usualmente la si chiama Valle Spluga in relazione all'importante valico che la mette in comunicazione con la Valle del Reno posteriore, Rheinwald, le cui acque si gettano nel Danubio e poi nel Mar Nero a differenza di quelle che dal passo scendono verso Sud ad alimentare il Mediterraneo. Un secondo nome della valle è Val San Giacomo, valido e usato quasi come il primo e riferito al borgo di San Giacomo Filippo. Esiste poi un terzo toponimo utilizzato forse anche con sapore goliardico dai locali: Val di Giüst, Valle dei Giusti. Osando sarebbe un po' come Pakistan, Terra dei puri.