Dalla IVa Cantoniera dello Stelvio 2502 m o in qualche slargo fra questa e il vicino confine elvetico si raggiungono gli edifici della dogana svizzera al Giogo di Santa Maria dove si abbandona la strada prendendo a sinistra (cartello indicatore). Si sale per magro pascolo portandosi presso la cresta di confine verso i 2700 m dove si trovano i cippi confinari n. 9, 10 e 11 (possibile anche tenere la dorsale di confine fin dall'inizio lungo una traccia che lambisce i ruderi di un sistema di trincee della Grande Guerra (paline con segnali verde-bianco-rosso. Il sentiero si tiene poche decine di metri a sinistra di quello considerato come normale e lo raggiunge più in alto). La salita prosegue obliquando verso destra attraverso gli ultimi magri pascoli e si avvicina ad un ghiaione. Tagliando in salita la pietraia si perviene ai banchi rocciosi che precedono la cresta terminale. Sfruttando un facile sistema di cenge (catene metalliche agevolano la salita) si guadagna la quota 2990 m c. e poi, piegando a sinistra, la vicina vetta da cui si gode uno splendido panorama. Volendo proseguire verso la Cima di Rims si deve percorrere tutta la cresta Sud-ovest del Piz Umbrail grazie ad una traccia di sentiero che si tiene per lo più sul lato elvetico. Poco dopo aver lasciato la vetta si presti attenzione a non seguire! la più marcata traccia che scende verso destra ma si continui con percorso un po' meno evidente lungo il crinale. La divertente cavalcata non presenta particolari difficoltà e nel punto più impegnativo è facilitata da un brevissimo tratto attrezzato. Con vedute a volte vertiginose sui pinnacoli e i canaloni che caratterizzano il versante Sud del Piz Umbrail si giunge ad una ampia sella da dove si risale facilmente alla petrosa Punta di Rims 2946 m. Da qui si piega per breve tratto a destra lungo il crinale dello spartiacque fra Valle della Forcola sinistra e la elvetica Val dal Lai a destra. Un grande tornante riporta verso Sud dirigendoci sul crinale della cresta Sud-est della Punta di Rims che si percorre con bella veduta sulla sottostante Valle della Forcola alla cui testata sorgono i ruderi di una grande caserma risalente al conflitto 1915-18. Passando fra alcuni manufatti della Grande Guerra, il sentiero porta alla Bocchetta di Forcola 2768 m. Da qui, si scende con qualche tornante verso sinistra e poi si inizia la lunga traversata che, tagliando le prative pendici meridionali del Piz Umbrail, riporta al punto di partenza.
Il tempo passa, i secoli si susseguono, tutto cambia, prima o poi. Percorrendo oggi la Valle del Braulio salendo da Bormio tutti puntano al Passo dello Stelvio, celebre per lo sci estivo che si pratica sui vicini ghiacciai sebbene in ritiro, celeberrimo per storiche tappe del Giro d'Italia tanto che per i ciclisti il valico è noto come Cima Coppi: sebbene questo ambito traguardo cambi di edizione in edizione, quella per antonomasia resta quella del Passo dello Stelvio. Lo Stelvio è anche meta di raduni ciclistici e motociclistici internazionali e d'estate conosce affollamenti da record. Pochi sanno invece che fino ai primi dell'800 il valico di Santa Maria posto poco a valle dello Stelvio era il punto di transito più importante fra Italia, Svizzera e Mitteleuropa. Qui passava la Via dell'Ombraglio, nota certamente già in epoche preistoriche e diventata nel tempo arteria strategica. Salendo da Bormio il sentiero, poi allargato a mulattiera raggiungeva il valico passando ai piedi della bianca muraglia del Pizzo Ombraglio (l'Umbrail) e poi scendeva in Val Monastero per dirigersi verso la Val Venosta, l'Austria e la Germania. Oltre che da viandanti, avventurieri e militari la strada dell'Ombraglio fu percorsa anche da nobili personaggi. Nel 1493 la usò Bianca Maria Sforza secondogenita del duca di Milano Galeazzo Maria Sforza per andare in Tirolo dove avrebbe vissuto con il suo promesso sposo Massimiliano I d'Austria. Fu un viaggio avventuroso e non scevro di fatiche ma la giovane sposa dimostrò coraggio e fibra d'acciaio. Pare che nel folto corteo che l'accompagnava ci fosse anche Leonardo da Vinci che ebbe modo di conoscere bene il territorio di Valtellina e Bormio di cui scrisse: "In testa della Valtolina è le montagne di Bormi, terribili e piene sempre di neve". Per l'Ombraglio passò anche Lodovico il Moro nel 1496, diretto a Mals per incontrare l'Imperatore Massimiliano. Probabilmente il valico dell'Umbrail o di Santa Maria avrebbe mantenuto la sua importanza se proprio in quel periodo storico non sorse un notevole dissidio con gli abitanti della Val Monastero motivato principalmente da fattori economici. Da qui passavano preziose merci come il vino valtellinese destinato alle tavole dei nobili di Germania e Austria ma in senso opposto anche il sale cavato nelle miniere austriache di Halstatt. Per evitare possibili liti molti preferivano utilizzare la vicinissima Via Imperiale d'Alemagna che da Bormio saliva alle torri di Fraele e atrtaverso la Val Mora entrava in Svizzera procedendo più diretta verso la Germania. Per lo stesso motivo su decisione dell'Imperatore Francesco II d'Asburgo si avviarono lavori per ampliare la mulattiera che passando per lo Stelvio collegava direttamente Valtellina e Val Venosta. L'opera diretta dall'ingegnere Carlo Donegani fu terminata nel 1825.
Il Pizzo Umbrail forma una curiosa muraglia calcarea a spartiacque fra la Val Monastero a Nord e la Valle del Braulio a Sud. Delle numerose cimette che la compongono nessuna spicca più delle altre, neppure quella principale che è la prima procedendo da Est.Il percorso sul filo di cresta attraverso un intrico di torrioni e curiose formazioni geologiche porta dalla vetta principale alla Cima di Rims arricchito da un panorama esteso sulle glaciali vette dell'Ortles-Cevedale, sul Passo dello Stelvio e verso Val Monastero. Verso Nord ecco vicinissime le cime della Val Monastero e più oltre le Alpi bavaresi. A Sud-est si impongono i giganti glaciali dell'Ortles-Cevedale con la sua massima vetta, l'Ortles, 3905 m; a Sud-ovest inquadrata dai versanti della Valle del Braulio spunta la Cima Piazzi con il glaciale versante Nord e poi ecco il gruppo del Bernina, il 4000 più orientale delle Alpi, e verso Nord-ovest le cime dell'Engadina e quelle del Livignasco. Ma anche verso il basso l'occhio si riempie di bellezza, in particolare osservando il bellissimo specchio d'acqua del Lai da Rims che occupa il catino morenico della Val dal Lai sul versante elvetico. Molte spiegazioni sono state fornite circa l'origine del toponimo Umbrail fa cui quella che derivi dal termine Ombraglio e cioè che fa ombra. Da Ombraglio a Umbrail e poi Braulio, toponimo di una delle due valli ai suoi pedi, il passo è breve.