Passeggiate - Al Rifugio Allievi-Bonacossa Gita per gli amanti della natura selvaggia

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «Al Rifugio Allievi-Bonacossa Gita per gli amanti della natura selvaggia»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Media Valtellina
  • Tipo: Escursione
  • Sigla: A20
  • Periodo consigliato: da lugio a ototbre
  • Punto di partenza: S. Martino Val Masino, 923 m; l'abitato si raggiunge in 13,6 km, tramite la SS 404 della Val Masino che si stacca dalla SS 38 dello Stelvio all'altezza del paese di Ardenno (114 km da Milano).
  • Tempo di percorrenza: 4 ore da San Martino
  • Dislivello: 1340 m da San Martino ì
  • Difficoltà:ì E
  • Bibliografia: Vannuccini M. "Val Masino, le più belle escursioni"; Lyasis Edizioni, Sondrio 2007
  • Cartografia: CNS 1:50.000 «Monte Disgrazia»; Carta Escursionistica Kompass 1:50.000 «Chiavenna-Val Bregaglia»; SeteMap 1:30.000 «Val Masino-Val Codera»
  • Informazioni locali: Rifugio Allievi-Bonacossa
  • Volendo evitare il tratto fra San Martino e il termine della strada che entra fino in località Gatto Rosso è in vigore un servizio navetta che parte dal paese. Per informazioni e aggiornamenti rivolgersi al Comune di Val Masino.
 


 
mappa di Rifugio Allievi

Percorso

Dalla piazza di S. Martino, si raggiunge la chiesetta del paese per portarsi alle sue spalle, all'imbocco di un viottolo caratterizzato da un grosso blocco strapiombante di granito. Poco più avanti si prende il primo vicoletto a sinistra e si sale per sentiero, raggiungendo la strada carrozzabile della Val di Melloche si percorre verso destra fino al grande piazzale parcheggio presso l'Osteria Gatto Rosso (2 km circa). Si prosegue ora per la mulattiera di fondovalle fino al vasto pianoro erboso dove sorgono le baite di Cascina Piana (punto di ristoro). Il sentiero prosegue e dopo una leggera salita giunge presso un grosso masso col cartello indicante a sinistra la deviazione per il rifugio. Dapprima tra erba e massi, poi, sempre più marcato il sentiero s'innalza con numerosi tornanti entrando nel bosco e lambendo le impressionanti pareti del versante destro orografico della Val di Zocca; poi in alto attraversa il torrente su un ponte e prosegue, sbucando dopo una lunga sere di ottimi quanto faticosi gradini sui prati della Casera di Zocca 1725 m (ore 1,30/2). Il sentiero sale ancora un poco nel rado bosco di larici e poi inizia un lungo traverso su magri pascoli; oltrepassato il roccione sulla sinistra sul quale sorge la Croce Parravicini si entra infine nel Piano di Zocca 2070 m suggestivo anfiteatro cinto da placche a loro volta sovrastate dalle vette della testata di Val di Zocca. Attraversatolo in direzione Nord il sentiero sale gradatamente verso destra per poi riprendere ripido lungo un pendio al cui termine, traversa a sinistra, valica un torrente passando accanto al vecchio Rifugio Allievi per giungere in breve alla nuova costruzione .
NOTA: due altri  sentieri per accedere alla valle di Mello partono rispettivamente dai due estremi del ponte che traversa il torrente Mello e porta al grande piazzale parcheggio del Centro Sportivo locale. Quello che attiene alla sponda sinistra (destra orografica) si collega a quello descritto. Quello che corre sull'altra sponda porta ad un ponticello tramite il quale si raggunge il parcheggio presso la locanda Gatto Rosso.

Il Conte e la Guida. Breve profilo di due amici

Bartolomeo Sertori di Gaetano nacque a Filorera, in Val Masino nel 1858 e svolse per lunghi anni il lavoro di portatore, ignorato dal giro degli alpinisti di punta. Ma voleva migliorarsi e così lo troviamo nel 1898, fra i tredici aspiranti del primo "Corso di formazione per Guide Alpine" organizzato dalla Sezione di Milano del Cai. Di alpinismo parlava raramente, amando di più le descrizioni delle sue cacce al camoscio. Spirito semplice, era orgogliosissimo delle sue conquiste alpinistiche, in primis quella della punta ad Est del Pizzo Badile che, dal giorno in cui la salì, prese il suo nome. Compì tutte le salite difficili a piedi scalzi: Bortolo lasciava gli scarponi alla base delle vie di roccia e via a piedi nudi su e giù. Scrisse di lui il conte Bonacossa che lo ebbe compagno in diverse imprese: "...Era rimasto il prototipo della guida locale. Fino alla morte. Mancanza di occasioni, probabilmente. Fors'anche perché quell'ometto dai grossi baffi trascurati, vestito miseramente di quel fustagno da contadini che non scalda né ripara dall'acqua, non aveva nulla del dominatore di monti. Dei suoi, alcuni non conosceva neppur di nome... Fu allora, su roccia, la prima guida di Lombardia. I suoi piedi nudi erano veramente delle ventose...".
Più o meno come il Sertori, dovettero essere stati tutti i primi accompagnatori di alpinisti. Della tecnica alpinistica poco o nulla sapevano e spesso neppure erano stimolati a farne conoscenza. Bortolo Sertori morì ancora giovane, nel 1918, colpito dall'epidemia di Influenza Spagnola che causò milioni di morti nel mondo.
Nato il 7 agosto 1885 a Vigevano, Aldo Bonacossa morì a Milano il 20 aprile 1975. Fin da giovanissimo si appassionò all'alpinismo cominciando le sue scalate nel massiccio del Monte Rosa, e nel 1906 fu nominato socio del Club Alpino Accademico. Oltre a numerose cariche nelle associazioni alpinistiche italiane e straniere, fu il fondatore della Federazione Italiana Sport Invernali nonché suo primo presidente dal 1920 al 1923. La sua passione per la montagna lo rese impareggiabile estensore di guide alpinistiche come gran parte della prima guida italiana del Bernina, poi nel 1915 quella dell'Ortles; ma il suo capolavoro ineguagliato fu, nel 1936, "Masino-Bregaglia Disgrazia" per la collana Guida dei Monti.
Benché come accademico fosse un "senza guida" con grande lealtà nella prefazione della "Masino-Bregaglia Disgrazia" scrisse: «... il mio pensiero corre reverente alla memoria di Christian Klucker, mio primo maestro su ghiaccio, e di Bortolo Sertori, mio primo maestro sul granito di Val Masino.» Da queste Guide egli non apprese solo le tecniche, ma anche l'istinto per la montagna e per la ricerca della via.
Prime salite di Bonacossa si trovano su tutte le Alpi dalle Marittime fino all'Ortles, dalle montagne più celebri alle valli più trascurate delle Cozie e delle Lepontine, non c'è angolo delle Alpi dove il conte non abbia lasciato il suo segno e al termine della sua carriera aveva collezionato un incredibile numero di salite e aperto circa 470 vie nuove.

Un rifugio per il grande alpinismo

La Val di Zocca dove sorge il rifugio è un concentrato di bellezza e ambienti selvaggi. Qui son passati tutti i più grandi scalatori, da Giusto Gervasutti a Walter Bonatti aprendo vie oggi diventate classiche ma un tempo fra le più difficili del Masino e non solo. La prima Capanna Allievi nacque nel 1905, presso i ruderi della Capanna Zocca, costruita nel 1897 su iniziativa dei soci della Sezione di Milano del Cai, Conte Francesco Lurani Cernuschi, Alberto Riva e Carlo Magnaghi, distrutta da una slavina nel 1898. In considerazione della grande importanza alpinistica della zona la Sezione di Milano provvide alla costruzione di un nuovo edificio che fu intitolato al socio Francesco Allievi, primo salitore della Cima di Zocca. Un'altra valanga s'abbatté sul rifugio nel 1917, ma l'anno successivo fu riedificata grazie ai militari del V° Reggimento Alpini. Danneggiata seriamente sul finire della Seconda Guerra Mondiale, la capanna fu rimessa in piedi nel 1951. Resasi insufficiente per accogliere l'aumento del flusso di turisti e alpinisti, nel 1988, accanto alla vecchia e gloriosa "Allievi" fu eretto nuovo e più moderno rifugio dedicato ai fratelli Aldo e Alberto Bonacossa anche grazie al concorso economico del Caai (Club alpino accademico italiano). Purtroppo nell'eccezionale inverno 2000-2001 il nuovo edificio fu seriamente danneggiato da un'ennesima grande slavina scesa dal Passo di Zocca. Ancora una volta si dovette metter mano ad una parziale ristrutturazione ottenuta anche modificando la forma del tetto. Anche la vecchia e gloriosa capanna fu parzialmente danneggiata. Ripristinato con una spesa limitata questo edificio potrebbe fungere egregiamente da ricovero invernale. L'Allievi-Bonacossa è punto tappa nella traversata del Sentiero Roma e punto di partenza per le salite alla Cima di Castello 3388 m, la cima più alta del Masino-Bregaglia, e la Punta Rasica 3306 m oltre che per altre numerose e belle scalate.

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