A Gualdera conviene lasciare l'auto. Si prosegue quindi a piedi lungo la strada che, dopo aver guadagnato quota con alcuni tornanti, raggiunge il piccolo nucleo di Bondeno (possibile arrivare in auto previo permesso acquistabile presso gli esercizi di Gualdera) costituito da tre successivi gruppi di baite.
La strada lambisce a monte l'abitato fra prati e rado bosco poi prende quota con due tornanti e termina su poggio del Motto di Bondeno che si affaccia sulla sottostante Val San Giacomo. Sulle numerose rocce affioranti che costellano il prato, poco prima che il sentiero inizi ad addentrarsi nella Val d'Avero, si possono osservare varie incisioni rupestri alcune delle quali antichissime.
Dal Motto di Bondeno, si riprende il sentiero che s'addentra nella Val d'Avero, intagliato nel suo versante destro orografico (cartello indicatore). Dopo circa della in circa trenta minuti di agevole cammino in leggera discesa, superata una zona di detriti alluvionali si giunge all'abitato di Avero 1678 m, peraltro già da tempo ben visibile al centro della valle omonima.
Varcato da ultimo un torrentello si entra nel paese che merita una breve visita.
A Gualdera, sorge la Casa Alpina S. Luigi Guanella, struttura religiosa di accoglienza costruita nel luogo ove Luigi Guanella (santificato nel 2011) ebbe la visione della Madonna il giorno della sua Prima Comunione. L´episodio è ricordato da un bronzo rappresentante la Madonna che addita a Luigi la sua futura missione. A Gualdera, in località "Palude del fieno", si trova anche un bel laghetto artificiale meta di olti appassionati della flora e della fauna alpestri.Assai tipico è il borgo di Avero. Il paese è abitato solo nella bella stagione ed è fittamente raggruppato su una leggera dorsale che separa due corsi d'acqua. Gli edifici sono tutti orientati verso valle e disposti con un sapiente uso delle curve di livello. Le costruzioni propongono una grande omogeneità costruttiva ma v'è distinzione fra le abitazioni, fienili e le stalle.La casa d'abitazione ha una base in pietra che ospita i locali di lavoro e di conservazione dei prodotti aziendali: cucina, cantina, [cànoa] e casera, più raramente la stalla, costituiscono questo piano terreno. Sopra di esso si trova il "solè" con pavimento e pareti in legno legate col sistema del "carden"o blockbau, ancestrale tecnica costruttiva che nelle alpi è tipica delle popolazioni Walser. Il "solè", ha funzione di spazio di soggiorno e camera da letto. Poiché Avero era abitato solo nella bella stagione non troviamo all'interno del "solè" la tipica stüa che riscalda il locale. Una migliore coibentazione era ottenuta riempiendo gli spazi fra le travi con muschio mentre il calore veniva dal focolare ospitato al piano inferiore. I tetti sono coperti di grosse piote ricavate dalla pietra locale spaccata in grandi e pesanti lastre.Questa cura non era ovviamente usata per i fienili, pure in legno e per le stalle che invece hanno pareti in muratura a secco.Nei pressi dell'abitato sui resti di un'antica frana si trovano poi i caselli, piccole costruzioni in pietra erette sopra sorgenti e utilizzate per la conservazione del latte e di altri prodotti casearii. L'acqua e la presenza di correnti d'aria che escono dagli interstizi delle grandi pietre della frana mantengono costante la temperatura e l'umidità.La più antica casa di Avero oggi visibile risale al 1628 data incisa su una trave di colmo; un'altra data visibile su una facciata è del 1707. La chiesa, dedicata ai santi Domenico, Camillo de Lellis e Vincenzo de' Paoli, fu costruita nel 1717 e benedetta il 4 agosto 1768. Fu restaurata nel 1986 dopo la caduta della grande valanga che danneggiò la parte a monte del paese.