Lasciata l'auto e seguendo la segnaletica ci si abbassa per una stradina che porta alla contrada Costa. Dopo il primo tornante la si abbandona (segnaletica) per seguire un camminamento che in breve raggiunge l'imbocco del Ponte del Cielo. Traversata la forra si risale brevemente al maggengo di Frasnino (chiosco, bivacco sempre aperto, capanno bird watching). Poco sopra il chiosco si giunge a un primo bivio.
Ora ci sono due possibilità.
A) Rientro attraverso il sentiero e la diga di Colombera (sentiero 163 indicazioni Diga-Campo): breve poco faticoso itinerario che scende a sinistra verso la sottostante diga ben visibile dal Ponte del Cielo e poi risale il versante opposto su stradina tornando ai parcheggi. (1 ora).
B) Rientro tramite il Sentiero dei Ponti (cartelli con scritta gialla Sentiero dei Ponti).Al bivio proseguire salendo a destra per lambire il maggengo di Falli 1227 m e poi traversare un rio mediante il piccolo Punt d'il Pelandi. La salita prosegue sempre agevole nel bosco con qualche apertura panoramica e poi a mezza costa raggiunge il panoramico maggengo di Foppe. Poco più avanti si giunge a un bivio dove il cartello indica di deviare a sinistra iniziando una lunga discesa che ci porterà alle dimore di Corna. Poco più a valle si giunge nella forra percorsa dal torrente Tartano e la si traversa sull'arditissimo e suggestivo Ponte della Corna. Su versante opposto ci attende una ripida salita che ci riporta quasi a livello dell'attuale strada carrozzabile ma prima di giungervi un cartello indica di deviare a sinistra per imboccare un largo tratturo, l'antica strada di collegamento fra Campo e Tartano, che corre parallelo alla moderna strada. Il comodo camminamento raggiunge così la soglia della stretta Val Vicima che si traversa ancora usando un tratto della vecchia mulattiera per Tartano risalente al 1933 e in uso fino al 1969. Dopo quella data l'attraversamento della gola fu reso possibile dal grande viadotto della Vicima che sovrasta il cammino. Sulla sponda opposta risaliamo leggermente ed usando la vecchia galleria ci riportiamo quasi a livello della strada attuale che raggiungiamo in corrispondenza di una cascina agricola. Messo piede sull'asfalto traversiamo sul lato opposto ed imbocchiamo la strada che sale alle vicine dimore di Cosaggio (cartello Tre Ponti). Si sfila a valle delle case, si lambisce la chiesetta e si prosegue su una larga mulattiera quasi totalmente inerbita procedendo a mezza costa in ambiente suggestivo e rilassante. In tal modo, con un'ultima breve discesa rimettiamo piede sulla carrozzabile poche centinaia di metri prima di Campo e per strada torniamo all'auto.
La Val Tartano sbocca sul fondovalle valtellinese poco dopo l'abitato di Talamona e prima della chiusa naturale formata dal Culmine di Dazio e dal Sasso o Crap del Mezzodì, confine virtuale fra la bassa e la media Valtellina. Per raggiungere la vallata si deve abbandonare la nuova SS 38 alla rotonda posta al termine dell'ultima galleria (18 km da Colico e 6 km da Morbegno provenendo da Milano). Si imbocca a destra la strada per Tartano. Si arriva così quasi a lambire il crinale della montagna e quindi con un lungo traverso a mezza costa si giunge all'abitato di Dosso seguito subito da quello Campo 1060 m. Qui si trovano numerosi parcheggi e le indicazioni per il Ponte del Cielo il più alto ponte tibetano d'Europa. L'idea di collegare le due sponde della vallata con un arditissimo ponte sospeso è stata realizzata grazie alla formazione di un consorzio, il Consorzio di Püstarésc, composto principalmente dagli abitanti di Campo Tartano, proprietari dei maggenghi della sinistra orografica della Val Tartano, che contribuirono con risorse economiche oppure cedendo il passaggio sulle loro proprietà per permettere la creazione di un sistema di sentieri di cui il ponte sarebbe stato perno. Sembrava un azzardo e non poche furono le resistenze dei montanari di fronte a un'idea apparentemente bislacca ma superati questi scogli, grazie al lavoro di un'azienda austriaca specializzata in simili opere i due versanti della valle così vicini e così lontani furono riuniti dalla sottile passerella sospesa. L'iniziativa ebbe subito un successo folgorante e ancor oggi sta dando un fortissimo impulso al turismo locale ponendosi come esempio virtuoso di valorizzazione del territorio pur senza interventi impattanti sull'ambiente. Oggi sono già migliaia i turisti che hanno traversato il Ponte del Cielo e nei mesi estivi l'afflusso è tanto elevato da rendere necessaria la prenotazione.