Escursioni-Nella remota Valle dei Ratti, al rifugio Volta

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «Nella remota Valle dei Ratti, al rifugio Volta»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Valchiavenna
  • Tipo: escursione
  • Sigla: A45
  • Periodo consigliato: da giugno a ottobre
  • Punto di partenza: Verceia, paese situato sulle sponde del Lago di Mezzola. Ci si arriva percorrendo la SS36 dello Spluga (km 110 circa da Milano). Da Verceia si imbocca la stretta carrozzabile che sale a Vico e prosegue per l'imbocco della Val dei Ratti (Permesso giornaliero a pagamento, per il transito  c/o tutti i bar ed anche al Comune di Verceia). La strada termina a circa 900 m di quota, poco a valle del Tracciolino che collega gli impianti idroelettrici di Val Codera e Valle dei Ratti. Nota: recentemente la strada è stata prolungata fino al nucleo di Casten ma il tratto dal Tracciolino in poi è interdetto alla circolazione.  
  • Tempo di percorrenza: 3/4 ore per la sola salita
  • Dislivello: 1400 m circa
  • Difficoltà: E (Escursionistica)
  • Bibliografia: Lisignoli G."Valchiavenna le più belle escursioni" Ed. Lyasis, Sondrio 2008
  • Cartografia: Carta Escursionistica Kompass 1:50.000 «Chiavenna-Val Bregaglia»
  • Informazioni locali: Comune di Verceia via Nazionale n.92 23020 VERCEIA (SO) Tel. 0343 44137
 
 
mappa di La Valle dei Ratti

Percorso


Dal parcheggio, risalendo una bella mulattiera s'incrocia, poco dopo, il "Tracciolino", decauville di servizio degli impianti idroelettrici di Novate Mezzola che, in Valle dei Ratti, hanno un piccolo bacino artificiale (se si prende a sinistra e si segue questo spalto dotato di vecchi binari a scartamento ridotto, si giunge a San Giorgio di Cola ed in Val Codera; a destra si arriva alla diga). 
Traversato il «tracciolino», poco dopo si lambisce il nucleo di Casten 975 m.Ancora ripidamente si supera la strozzatura della valle passando a monte del piccolo bacino artificiale e si raggiunge Frasnedo.
Proseguendo lungo il tratturo che da Frasnedo si inoltra nella valle tenendone il versante destro orografico si raggiungono le baite di Corveggia 1221 m poi per buon sentiero si prosegue passando gli alpeggi di Tabiate 1253 m e Camera 1792 m. Proseguendo in piano si giunge in fondo alla vallata che qui si presenta chiusa da un ripido pendio di erbe e roccette. Ora bisogna prestare attenzione. Infatti, il sentiero, quasi pianeggiante, piega a destra, ma poco dopo conviene abbandonarlo per seguire la traccia che sempre più ripida taglia i pendii verso sinistra portandosi in un angusto valloncello (segnalazione bianco rossa e ometti alla partenza). Usciti dal valloncello verso destra raggiungiamo l'Alpe Talamucca 2080 m circa da dove si prosegue verso NE arrivando al rifugio Volta.

NOTA: anche il sentiero dal quale ci siamo staccati una volta giunti sul fondo della valle porta al rifugio, ma con un giro più ampio: traversa il torrente portandosi sul versante opposto della valle poi piega a sinistra risalendo il dosso erboso del Mot da dove si prosegue fino ad un bel gruppo di baite e in piano verso sinistra si giunge alla meta (segnaletica biancorossa).

Alessandro Volta fra le cime

Sul finire del XIX secolo la Sezione di Como del CAI, decise di costruire una capanna nel circo terminale della Valle dei Ratti, sulla cui cresta spartiacque s'alza anche l'importante Pizzo Ligoncio 3033 m. Si volevano così celebrare due importanti anniversari: il centenario dell'invenzione della pila da parte di Alessandro Volta e i cinque lustri di vista del CAI Como. I primi rilievi furono condotti dall'allora presidente della Sezione, avvocato Michele Chiesa che, con due compagni, si recò sul luogo il 4 giugno 1899. Dopo ben sette ore di marcia i tre giunsero all'Alpe Talamucca ove scelsero: "...un bel posto nel centro dell'anfiteatro, a circa 2300 metri, in modo da mettere ben in vista, a chi sale, il nuovo rifugio, e da rendere agevole la salita di tutte le vette che coronano la Valle dei Ratti. Fissata la località, coll'aiuto della bussola, tracciammo la linea della facciata orientata perfettamente a mezzogiorno, e poi, tanto per impiegare il resto della giornata, demmo la scalata ad uno spuntone roccioso ergentesi maestoso sopra l'alpe di Talamucca, a levante del Manduino... A questa nuova punta fu dato il nome di Volta."L'inaugurazione del rifugio che fu dedicato al celebre concittadino e scienziato Alessandro Volta, si tenne, nei giorni 7/8/9 settembre 1900 e i festeggiamenti si conclusero presso l'Hotel Terme Bagni di Masino, raggiunto attraverso il Passo della Vedretta con discesa nella Valle dell'Oro. Confrontando la locandina stampata per l'evento e altre foto d'epoca non si può che restare un po' meravigliati di come, a differenza di molti altri rifugi, la struttura del Volta sia ben poco cambiata in quasi centovent'anni di onorato servizio.Oggi il rifugio Volta resta un vero nido d'aquile e sebbene sia stato ristrutturato e migliorato non ha un servizio di accoglienza con gestore. Pertanto chi sale lassù, più o meno con la stessa fatica dei pionieri, deve provvedere all'occorrenza e informarsi sulle condizioni della struttura presso la famiglia Oregioni di Verceia (tel 0343.39690 - cell. 340.6647284). La capanna sorge in un ambiente selvaggio e solitario che piacerebbe anche all'inventore della pila, il quale di sicuro non potrebbe trattenere un moto di meraviglia vedendo come, per illuminare le stanze, si ricorra a piccoli pannelli, detti fotovoltaici, che, catturando i raggi del sole, li trasformano in energia elettrica.

  • L'Alpe Camera quasi al termine della parte semi pianeggante della valle
  • La testata della valle presso Alpe Camera
  • I ripido tratto che conduce all'Alpe Talamucca
  • Le Cime del Calvo a spartiacque con la Val Masino
  • Ricovero per armenti a Talamucca
  • Da sinistra il Sasso Manduino, la Punta Volta e la Punta Como
  • Il rifugio Alessandro Volta