Nei giorni festivi specie se si decide di partire tardi conviene forse parcheggiare nel grande sul piazzale Daniele Chiappa ai Pini Resinelli. Viceversa si può procedere in auto e all'altezza della chiesetta prendere a destra via Carlantana che dopo un tratto in pano scende leggermente lambendo una fontenella roccia con l'iscrizione del Cantico delle Creature di San Francesco d'Assisi. Si continua sulla stradina giungendo nei pressi dell'ex rifugio Alippi in ogni caso cominciate a cercare già in precedenza un parcheggio. Giunti poi presso l'ex rifugio Alippi seguendo le abbondanti segnaletiche deviate a destra nella stretta via alle Foppe, (cartelli indicatori sentiero numero 9,il rifugio Rosalba e a sinistra direzione Mandello / Abbadia).La stradina porta verso alcune abitazioni e percorrendola si hanno begli scorci sulla Grignetta, e sul lago. Percorsi circa 500 m si nota un cartello che indica la prosecuzione del cammino verso destra entrando in una magnifica faggeta. Dopo una breve salita il percorso torna quasi pianeggiante e seguendo le abbondanti segnaletiche giungiamo ad un punto dove il sentiero inizia a perdere quota entrando nella franosa Val Scepina nella quale confluiscono tutti i canaloni del versante meridionale della Grignetta. Si traversa il vallone sovrastati dall'incombente Torre Costanza e una volta sul versante opposto si riprende a salire in maniera decisa. Sopra e attorno i pendii sono punteggiati dai bianchi torrioni di ogni forma e dimensione che rendono tanto particolare la Grignetta. Senza particolari difficoltà la salita prosegue fino ad un breve risalto roccioso che si supera grazie ad alcuni gradini metallici cui segue un altro tratto fiancheggiato da un cavo-corrimano che rende più agevole e sicuro il cammino. Dopo alcuni saliscendi si arriva infine ad un bivio segnavia a sinistra Rifugio Rosalba per il Sentiero delle Foppe (E) e a destra stessa meta usando il Sentiero dei Morti (EE). Verso sinistra si giunge sulla sponda sinistra del profondo Canalone del Pertusio sul cui versante opposto si congiunge al nostro sentiero quello che proviene da Mandello (sentiero n. 12). Il sentiero risale a tornanti i ripidi pendii costellati di torrioncini calcarei che formano la sponda destra del Canalone del Petusio arrivando a lambire la base del bianco Torrione del Pertusio mentre in altro sulla destra si ammira il complesso roccioso formato dall'elegante Torrione del Cinquantenario e dalla Torre Cecilia. Sempre salendo e superando alcuni tratti ripidi magari aiutandosi con le mani e sfruttando rudimentali gradini, si prosegue con direzione nord-est avvicinandosi nuovamente al fondo del Canalone del Pertusio sulla cui sponda opposta è ben visibile la traccia del Sentiero dei Morti. Ad un nuovo bivio a voi la scelta: entrambi portano al rifugio ormai vicino. Meno faticosa è la prosecuzione verso destra che poi con un ultimo tornante sinistrorso e un diagonale mezza costa giunge alla panoramica cresta dove sorge il rifugio.
Il Sentiero dei Morti costituisce una variante più diretta per raggiungere il rifugio Rosalba e presenta qualche difficoltà in più rispetto al normale accesso. Lo si consiglia solo per la salita evitando giornate in cui il terreno sia bagnato o in caso di maltempo. Il tracciato risale per buona parte la spoda sinistra orografica del Canalone del Pertusio
Al bivio descritto nell'itinerario del Sentiero delle Foppe, andiamo a destra innalzandoci subito ripidamente con molti tornantini su roccette e terreno detritico. sfioriamo sulla sinistra due bizzarri torrioncini oltre i quali la pendenza diminuisce un poco per poi riprendere decisa. Raggiunta una crestina secondaria s'incontra un bivio (segnavia Sentiero dei Morti e l'ex Rifugio Alippi). Continuiamo la salita sovrastati dal Torrione del Cinquantenario e dalla Torre Cecilia mentre sull'altro lato del Canalone del Pertusio si vede chiaramente il Sentiero delle Foppe. In piano raggiungiamo una corda passamano e poco dopo un passaggio esposto (m. 1540). Aiutati dalla corda fissa, con precauzione, scendiamo sul fondo della rocciosa valletta; è questo il punto più impegnativo dell'escursione. Risaliamo poi l'altro versante.
Ignoriamo un piccolo sentiero sulla sinistra con il quale è possibile riportarsi sul Sentiero delle Foppe e continuiamo con a zig-zag su sfasciumi per poi deviare gradualmente verso sinistra e, traversato il canalone immettersi sul Sentiero delle Foppe poco a valle del rifugio.
La capanna Rosalba ha una lunga storia e deve la sua importanza alla posizione strategica che ricopre nel cuore del massiccio della Grignetta e soprattutto al suo stretto legame con la più celebre e classica ascensione del gruppo: la Cresta Segantini. Oltre ad essere ancor oggi comodo punto d'appoggio per la salita alla cresta, la stessa costruzione del rifugio fu motivata da una spiacevole avventura vissuta lassù nel 1905 dagli alpinisti milanesiDavide Valsecchi e Mario Tedeschi con la guida di Val Masino Bortolo Sertori. I tre, reduci dalla salita integrale della Cresta Segantini, furono costretti durante il ritorno ad un bivacco al Colle del Pertusio e probabilmente fu in quell'occasione che il Valsecchi pensò che quello fosse luogo adatta per un piccolo rifugio che potesse dare riparo a comitive in difficoltà o in ritardo sulla tabella di marcia.Il progetto, realizzato dall'architetto Giovanni Alfieri, fu finanziato dal Valsecchi e la struttura, una sorta di prefabbricato in legno, fu dapprima montata a Milano, nel giardino di villa Alfieri. Apportate le ultime modifiche fu quindi smontata e trasportata a spalla sul Colle del Petusio; con munifico gesto Valsecchi donò poi la capanna alla Sezione di Milano del CAI che la inaugurò il 15 luglio del 1906 dedicandola alla figlia appena nata del generoso socio: Rosalba, che quel giorno fu portata fin lassù dentro una gerla. Negli anni successivi la capanna fu oggetto di molteplici ammodernamenti e dei necessari ampliamenti atti ad ospitare un numero sempre maggiore di escursionisti e scalatori. Questi ultimi giungono alla Rosalba per cimentarsi con le bizzarre torri calcaree della Grignetta ed in particolare con il vicino Torrione del Cinquantenario che prima di essere così ribattezzato per celebrare il cinquantesimo di fondazione del CAI Milano, era noto come "La Monachella" ricordando nelle forme il profilo di una suora.Ma l'ascensione più gettonata di sempre è quella della Cresta Segantini che inizia al vicino Colle Valsecchi, non molto lontano dal rifugio. L'esplorazione di questa affascinante cresta calcarea ebbe una storia piuttosto lunga che forse oggi fa sorridere, ma che impegnò molti bravi alpinisti a cavallo fra 800 e 900. Il nome, assegnato alla cresta nel 1889, ricorda il famoso pittore Giovanni Segantini, che varie volte dipinse le Grigne. Dopo numerosi tentativi il tormentato crinale fu percorso per la prima volta il 13 giugno 1901, in discesa da Giacomo Casati che si aiutò con una corda di 80 metri per calarsi nei punti più difficili. La prima salita spetta invece alla cordata di Eugenio Moraschini e Giuseppe Clerici che il 9 ottobre 1905, partendo dal Colle del Pertusio e superando la Piramide Casati, il Torrione Palma e le Torri Moraschini, giunsero in vetta per poi essere costretti durante il ritorno ad un bivacco sul colle che poi prenderà in nome da Valsecchi.