Passeggiate - Riva San Vitale e il Monte San Giorgio, perle del Mendrisiotto

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «Riva San Vitale e il Monte San Giorgio, perle del Mendrisiotto»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Mesolcina e Lario Occidentale
  • Tipo: Escursione
  • Sigla: E-2
  • Periodo consigliato: tutto l'anno
  • Punto di partenza: Meride, 578 m; il piccolo borgo alle pendici meridionali del Monte San Giorgio è raggiungibile da Mendrisio in sette chilometri. Lasciata l'autostrada, o la strada normale, si devia in direzione di Rancate e Besazio. Da qui, prendendo indifferentemente verso Arzo o verso Tremona, si giunge a Meride.
  • Tempo di percorrenza: 2 - 3 ore di piacevole passeggiata.
  • Dislivello: 200 m
  • Difficoltà: E (Escursionistica)
  • Bibliografia: Gentilini G. e Felber M. Furrer H. Tintori A. "Geo Guida del Monte San Giorgio" Carta escursionistica scientifico-didattica 1:14'000 con parecchie illustrazioni e descrizioni dei luoghi di maggiore interesse naturalistico e scientifico. (acquistabile presso il Museo dei Fossili di Meride).
  • Cartografia: CNS 1:50.000 «Chiasso» e «Malcantone»
  • Informazioni locali:Monte San Giorgio sito istituzionale ; Comune di Riva San Vitale
 


 
mappa di Riva San Vitale e il Monte San Giorgio, perle del Mendrisiotto

Percorso

Lasciata l'auto all'ingresso del paese di Meride (parcheggio a pagamento) si imbocca verso destra la via principale per abbandonarla subito piegando a sinistra lambendo il muro di cinta di una bella casa con cortile. Si percorre una stradina acciottolata che, poco dopo, ci porta nei pressi della splendida chiesa di San Silvestro (volendo si può arrivare in auto fin qui). Si prosegue lungo la stradina che ora si restringe pur rimanendo ben acciottolata. Con piacevole salita si guadagna quota nel bosco costituito in prevalenza da carpino nero e bianco, querce, tigli, aceri, faggi con qualche rovere e castagno. Col procedere, l'acciottolato lascia il posto ad un normale sentiero che porta infine nella bella radura di Cassina dove sorge un piccolo rifugio. Qui dobbiamo abbandonare il Sentiero Naturalistico per prendere a destra e percorrere un tracciato, dapprima un po' ripido, che porta nei pressi dei ruderi di un grande edificio fiancheggiati da un grande faggio e, poco più avanti, in una rada faggeta che si attraversa per arrivare sulla sommità dove si trova un altro piccolo edificio/rifugio. Dalla cima si gode un meraviglioso panorama verso Nord, su Lugano e le Alpi Lepontine.
Tornati a Cassina riprendiamo il Sentiero Naturalistico piegando a destra e procedendo a mezza costa per poi perdere quota dopo aver percorso i due versanti della minuscola Val Porina. Si arriva così in località Crocifisso, sulla carrozzabile che collega Meride con Serpiano. Traversato il nastro d'asfalto proseguiamo portandoci alle pendici settentrionali del Poncione d'Arzo per poi piegare verso Sud-ovest e traversare l'ampio fondovalle passando per Spinirolo e rimettendo piede sulla carrozzabile all'altezza della località Fontana dove, sulla sinistra, si diparte una variante di accesso al Sentiero Naturalistico. Lungo la strada si torna infine all'auto.

Presentazione

Il Monte San Giorgio è un verdeggiante promontorio che s'insinua sulla sponda meridionale del Ceresio. Ricoperte da fitti boschi di latifoglie, le dolci pendici della montagna digradano verso Est su Riva San Vitale e Capolago, verso Ovest sul golfo di Porto Ceresio. Andremo a percorrere il Sentiero Naturalistico del Monte San Giorgio, scandito di tanto in tanto da pannelli esplicativi sui quali sono descritte le bellezze naturalistiche e geologiche della zona. Il sentiero compie una sorta d'anello nella valle compresa fra il San Giorgio e il Poncione d'Arzo: per raggiungere la cima della nostra montagna dovremo staccarcene brevemente per poi tornare sui nostri passi. La facile salita in vetta è già di per sé una bella escursione che, quanto meno, una volta raggiunto il culmine della montagna ci regalerà amplissime vedute su Mendrisiotto e sulle montagne circostanti.
Ma il Monte San Giorgio riserva ben altre sorprese. Infatti, questa montagna, grazie alla sua complessa e lunghissima storia è diventata una vera mecca per geologi, paleontologi e naturalisti. L'importanza del San Giorgio è stata infine riconosciuta anche a livello internazionale e, oggi, tutto il comprensorio è divenuto Patrimonio dell'Umanità, protetto dall'UNESCO. Ma la nostra escursione è talmente ricca di spunti che facciamo fatica a dare un ordine preciso alla descrizione delle tantissime meraviglie che si trovano concentrate in così poco spazio. Infatti, oltre agli aspetti naturalistici, il territorio conserva anche importanti tesori artistici e storici, in particolare a Riva San Vitale ma anche a Meride, punto di partenza della passeggiata.

Riva San Vitale e il suo Battistero

Riva San Vitale è il grosso borgo che si trova sulla sponda meridionale dello stretto golfo del Lago di Lugano, compreso fra il Monte San Giorgio a Ovest e il Monte Generoso a Est. Oltre che in auto da Mendrisio o da Lugano-Capolago, Riva San Vitale è raggiungibile facilmente anche con il treno fermando alla stazione di Capolago - Riva San Vitale. Il paese ha origini antichissime. Probabilmente fu fondato da popolazioni di ceppo ligure cui, nel tempo, si succedettero gli Etruschi e poi i Celti ai quali dobbiamo l'antico toponimo comunale: Primo Subino. Per ultimi arrivarono i Romani e con essi, più tardi, il cristianesimo, la cui presenza è splendidamente documentata dal locale Battistero, il monumento romano e paleocristiano più antico e prestigioso della Svizzera. Riva San Vitale era, in quel tempo, un importante porto commerciale, punto di partenza e di arrivo per le navi che, varcato il Ceresio, portavano le merci alle carovane che proseguivano a Sud verso la Pianura Padana e a Nord verso la Rezia interna e la Germania. Nel frattempo il nome Primo Subino era stato sostituito da quello di Ripa Sancti Vitalis. Alla caduta dell'impero romano d'occidente il borgo fu occupato dai Longobardi, che diedero il nome al Monte San Giorgio.
In seguito si ebbe un lungo periodo di relativa tranquillità che terminò sul finire del 1700: i paesi del mendrisiotto, e Riva San Vitale in primo luogo, mal sopportavano la signoria di Lugano propendendo per un'annessione alla repubblica Cisalpina. Si resero così indipendenti e iniziarono la brevissima esperienza della Repubblica di Riva San Vitale (23 febbraio - 16 marzo 1798). Pochi anni dopo, nel 1803, Riva San Vitale con tutti i comuni ticinesi entrava a far parte del neonato Canton Ticino.
Il Battistero di Riva San Vitale fu costruito attorno al 400 d.C. probabilmente su una preesistente struttura collegata alla vicina basilica, oggi chiesa di San Vitale. L'edificio è a pianta ottagonale con le mura in pietra locale; all'interno, al centro della sala, spicca un'imponente vasca monolitica di epoca medievale (XIII sec. circa) con un diametro di quasi 2 metri. Sotto la vasca si trova la fonte ottagonale ad immersione di epoca antecedente.
Notevole l'armonia architettonica del piccolo edificio, arricchita dal bel pavimento a rosette di marmo bianco e nero, che ha subìto quattro innalzamenti in epoche successive, e da un ciclo di affreschi realizzati fra il X e il XII secolo. Sul lato orientale, fra due nicchie affrescate, si trova una piccola abside risalente al IX secolo; essa serviva da cattedra per il vescovo e conteneva un piccolo altare. Sulla sua parete di fondo si scorge l'affresco di un Cristo crocifisso fiancheggiato dalla raffigurazione del Beato Manfredo Settala e di un angelo.
Nella nicchia di sinistra è rappresentato il Giudizio universale e in quella di destra una Natività. In un'altra nicchia si trova una piccola vasca battesimale ricavata dal locale Marmo d'Arzo.
Nella vicina chiesa parrocchiale è conservata la salma del beato Manfredo che, si dice, abbia vissuto in eremitaggio sulla vetta del Monte San Giorgio. I grandiosi dipinti che abbelliscono la chiesa ne descrivono i numerosi miracoli.

Meride, il Museo dei Fossili e la chiesa di San Silvestro

Il piccolo paese di Meride, adagiato in splendida posizione alle pendici meridionali del Monte San Giorgio è il punto di partenza e di arrivo della gita. Di origine molto antica, la sua storia è legata a quella di Riva San Vitale, una delle prime diocesi di Como. L'armoniosa e semplice urbanistica del villaggio vede due ordini di case accostate le une alle altre e disposte lungo la strada principale. Patria di un'illustre stirpe di architetti, pittori e scalpellini, che portarono la loro arte in tutt'Europa, Meride porta il loro segno nei magnifici portali in pietra che si affacciano sulla via principale, ricavati in granito serizzo, in Pietra di Saltrio o in Marmo d'Arzo. Altrettanto belle, e indice di benessere, sono molte dimore con i loro splendidi cortili interni e i loggiati scanditi da delicate e leggere colonnine di pietra. In pietra locale, Broccatello d'Arzo, Macchia Vecchia, Marmo d'Arzo sono anche le eleganti finiture di soglie, davanzali, finestre e camini. Fra gli artisti più celebri di Meride, si ricorda Francesco Antonio Giorgioli (1655-1725) che operò anche nella Svizzera tedesca, in Germania meridionale e in Polonia. Sue sono le raffigurazioni del coro e della vita del santo che abbelliscono la vicina Chiesa di San Silvestro. Eretta nel XVI secolo, poco sopra il paese, la chiesa è preceduta da un bel portico a quattro campate. L'interno presenta tre navate con volte a crociera; ai lati del coro sono due altari dedicati l'uno alla Madonna del Rosario, l'altro a San Carlo. In centro al paese sorge invece la settecentesca Chiesa parrocchiale di San Rocco al cui interno si trovano alcuni pregevoli affreschi e alcune opere su tela.
Nella Casa Comunale si trova il minuscolo, ma importante, Museo dei Fossili inaugurato nel 1973. Nelle bacheche sono esposti fossili (rettili, pesci, invertebrati, vegetali, originali o calchi della ricca e variegata fauna che nel Triassico medio popolava la regione. Notevoli sono i reperti riguardanti la cosiddetta Zona Limite Bituminosa che ha fornito esemplari di enorme pregio scientifico ed estetico rendendo il Monte San Giorgio famoso in tutto il mondo. Una dettagliata serie di tavole esplicative consente di completare il giro d'orizzonte sul Triassico medio e la sua fauna.

Geologia

Il Monte San Giorgio appartiene all'unità tettonica delle Alpi meridionali sita a sud della Linea Insubrica. La montagna è composta da una successione di strati geologici di notevole complessità e varietà. Le rocce più antiche, una serie di gneiss di età pre-Permiana (oltre 300 milioni di anni fa) risultano in rari affioramenti presso le rive del Ceresio, sul versante occidentale. Sopra queste rocce troviamo quelle del Permiano, dovute al deposito di attività vulcanica, verificatasi nella regione circa 260 milioni di anni fa, e testimoniata dalle andesiti dello sperone settentrionale del San Giorgio.
AIl'inizio del Triassico medio su queste rocce si depositarono i primi sedimenti: conglomerati e arenarie della Formazione di Bellano, precedenti il mare che, con fasi alterne, perdurò poi per circa 200 milioni di anni. In questo periodo l'avvicendarsi di fasi di sommersione e di parziale copertura da parte delle acque, diede luogo a diversi tipi di sedimenti che oggi sono espressi nelle molteplici formazioni rocciose locali note come: Zona Limite Bituminosa, Calcare di Meride, Marne del Pizzella, Dolomia Principale, Serie di Tremona,Macchia vecchia,l'Unità di Morbio, il Rosso Ammonitico Lombardo. I vari strati di sedimentazione subirono, poi, una inclinazione di circa 30° verso Sud-ovest a causa dell'orogenesi alpina che ha sollevato il Monte San Giorgio.

Cave e miniere
La straordinaria policromia delle rocce e la loro eccellente qualità ha fatto in modo che, a partire dal medioevo, la regione del Monte San Giorgio diventasse nota in tutt'Europa per i pregevoli marmi che vi si cavavano. Ad Arzo, Tremona, Meride, come nella vicina Viggiù fiorivano le cave e i laboratori artigiani per la lavorazione dei marmi che andavano ad abbellire chiese e palazzi.
Accanto all'estrazione di queste pietre da rivestimento, sul finire del '700 furono scoperte e coltivate alcune cave di scisti bituminosi allo scopo di ottenere olio combustibile. Le imprese che si cimentarono nell'impresa ebbero però poca fortuna e gli scisti bituminosi del San Giorgio ottennero maggior fama come materia prima per produrre l'Ittiolo. Nel 1910, a Spinirolo entrò in funzione una fabbrica della Società Anonima Miniere Scisti Bituminosi di Meride e Besano per la distillazione dell'olio di scisto e la produzione del Saurolo, un prodotto simile all'Ittiolo richiesto dal mercato farmaceutico di Milano e di Basilea. La coltivazione delle miniere di scisti bituminosi è continuata fino al 1951, anno in cui l'attività venne definitivamente sospesa.
Di un certo interesse sono anche i giacimenti di galena, fluorite e barite che sono stati coltivati ad intervalli diversi fino agli anni cinquanta.
I fossili
A partire dal 1800, numerosi studiosi, in particolare italiani, si dedicarono allo studio e alla ricerca dei fossili presenti negli strati sedimentari del Monte San Giorgio. Scienziati come Giulio Currioni, l'Abate Antonio Stoppani, Francesco Bassani e molti altri arricchirono le collezioni del Museo di Storia Naturale di Milano con reperti di enorme pregio e importanza, scoprendo anche diverse nuove specie di rettili, sauri e pesci. Purtroppo la preziosa collezione di fossili andò quasi completamente perduta nel 1943, con il bombardamento del museo milanese.
Sul versante svizzero furono particolarmente attivi gli scienziati dell'Istituto di paleontologia dell'Università di Zurigo che concentrarono le ricerche nella ricchissima Zona Limite Bituminosa da cui trassero importantissimi esemplari di sauri anche di notevoli dimensioni.
Nel 1936, in Val Porina fu scoperto il sauro terrestre, Ticinosuchus ferox (Thecodontia). Ma sarebbe troppo lungo descrivere e elencare le centinaia di storici ritrovamenti effettuati da studiosi svizzeri e italiani sulle pendici del San Giorgio. Il Serpianosauro, il Ticinosuchus, il Sangiorgiosauro, il Besansauro, il Meridensia, lo Stellesauro sono solo alcuni degli esseri preistorici scoperti nei sedimenti del San Giorgio che ha fornito fino ad oggi più di 10.000 esemplari di fossili, fra cui 30 specie di rettili, 80 di pesci, circa 100 di invertebrati, alcuni insetti e numerosi vegetali. Per concludere bastano due dati: nel 1993, durante gli scavi condotti dal Museo Civico di Storia Naturale di Milano in località Sasso Caldo è stato scoperto un nuovo ittiosauro (Besanosaurus) di 6 m di lunghezza, mentre nelle Cave di Saltrio, è stato scoperto il Saltriosauro, il più antico dinosauro carnivoro sinora noto al mondo.

  • Riva San Vitale: la parrocchiale di San Vitale.
  • Riva San Vitale: il Battistero del V secolo.
  • Poco sotto la cima del San Giorgio, il grande rudere.
  • Il piccolo rifugio sulla vetta del Monte San Giorgio.
  • Veduta dalla vetta sul Lago di Lugano.