Escursioni - Il Passo delle Tre Mogge, antico valico fra Valtellina ed Engadina

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «Il Passo delle Tre Mogge»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Media Valtellina-Val Malenco
  • Tipo: Escursione
  • Sigla: A32
  • Periodo consigliato:  
  • da maggio a novembre
  • Punto di partenza: 
  • Chiareggio 1612 m 
  • raggiungibile in auto da Sondrio (SS 38 dello Stelvio - 130 km da
  • Milano) percorrendo la carrozzabile della Val Malenco fino a Chiesa Val Malenco
  • (15,5 km da Sondrio) e da qui prendendo a sinistra la carrozzabile che,
  • passando per San Giuseppe, percorre tutta l'alta valle del Mallero (12 km da
  • Chiesa).    
  • Tempo di percorrenza:  4-5 ore per la sola salita
  • Dislivello:  
  • 1402 m
  • Difficoltà: E (Escursionistica)
  • Bibliografia: 
  • Arzuffi Luca "Valmalenco le più belle escursioni",
  • Lyasis Edizioni, Sondrio 2006
  • Canetta N. e Miotti G. "Bernina"  Collana Guida dei  Monti d' Italia Ed. CAI-TCI; Milano 1996.
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  • Cartografia:  
  • Carta Escursionistica Kompass 1:50.000 n° 93 «Bernina-Sondrio». 
 
Da Chiareggio al Passo delle Tre Mogge

Percorso

Da Chiareggio 1612 m si imbocca il sentiero dell'Alta Via della Val Malenco (segnalazioni a triangoli gialli) che si stacca sulla destra all'ingresso del paese (segnalazioni anche per Alpe Fora e Rifugio Longoni). Passando per Costi 1638 m, il tracciato devia poi a destra e dopo aver attraversato il vallone del Nevasco inizia una lunga traversata a mezza costa nel bosco per entrare infine nella Val Fora, Risalendo la valle si giunge ad intercettare una strada sterrata che proviene da sinistra, dalle vicine cave di Serpentino, Seguendo il tracciato o tagliando qualche tornante, per prati aperti si giunge a lambire il piccolo nucleo di baite dell'Alpe Fora inferiore 2053 m (ore 1). Deviando leggermente a destra si prosegue la ripida salita e poi grazie ad alcuni tornanti si prende quota finché è possibile traversare un torrentello per continuare alla sua destra. La salita termina al raggiungimento del pianeggiante gradino superiore della Val Fora verso i 2300 m. Seguendo le abbondanti segnalazioni si traversano le praterie in direzione Nord-est fino ad un cartello escursionistico che indica sulla destra il proseguimento per il rifugio Longoni e sulla sinistra la deviazione per il Passo delle Tre Mogge. Deviando verso Nord si segue quest'ultima indicazione che ci fa percorrere i pianeggianti pascoli verso il margine sinistro della prima delle due falesie sovrapposte che chiudono l'altopiano. Aggirata a sinistra la barriera rocciosa si piega poi a destra percorrendo lo spalto verdeggiante che separa le due falesie e poco prima delle due meravigliose cascate gemelle che precipitano dalle pareti si devia a sinistra risalendo un breve pendio che porta sotto una liscia parete alla cui base, deviando a destra il tracciato, ora un po' incerto e mal segnato, si porta sui magri pascoli sovrastanti. Puntando verso Nord (qualche ometto) su terreno sempre più sassoso si giunge ad incrociare il sentiero, o meglio la traccia che qui giunge da destra, dal Rifugio Longoni. Piegando a sinistra ci si porta alla base dei ripidissimi pendii che difendono l'accesso al valico e grazie ad un canalone detritico (neve) si supera sulla destra la bastionata rocciosa che dalla Sassa di Fora si allunga fin qui. Si mette così piede sulla Cengia del Caval, larga rampa detritica compresa fra la bastionata e la base dello sperone. Con ripida salita su traccia di sentiero verso Nord-ovest si segue questo spalto fino alla conca morenica occupata da un laghetto di fusione, lambite le sponde verso sinistra si guadagna un breve filo morenico e con un'ultima deviazione a destra, su terreno detritico e a volte instabile si giunge al passo. 

Breve storia del valico

Dopo il Passo del Muretto, il Passo delle Tre Mogge (Pass dal Tremoggia sulla carta svizzera, CNS), è il miglior punto di transito fra Val Malenco e Alta Engadina. Situato sulla larga sella della cresta spartiacque e di confine, alla base della cresta Sud-ovest del Pizzo delle Tre Mogge, il valico presenta a Sud una conca morenica sostenuta da una bastionata di rocce che piomba sul circo terminale della Val Fora; a Nord è raggiunto dal ramo occidentale del Vadret dal Tremoggia. Con ogni probabilità un tempo ebbe maggiore frequentazione del vicino Passo del Muretto, soprattutto per la linearità di collegamento che permette fra i due versanti. Lo sviluppo e l'accrescersi del ghiacciaio sul versante Nord ha poi fatto preferire passaggi più a bassa quota. Si ha notizia di una antica mulattiera che da San Giuseppe portava all'Alpe Entova e di qui proseguiva fino al Passo delle Tre Mogge. Sul versante elvetico si attraversava una vedretta che adduceva ai pascoli della Valle di Fex. All'inizio del 1600 tale via doveva essere ancora frequentata, se viene citata al posto di quella del Muretto dal segretario Padavino nella sua relazione sulla Valtellina: "item nota che da Selva piano (l'odierna Silvaplana) si può per la Valle di Malenco andare a Sondrio passando il monte Mallencasco et una vedretta longa circa un miglio dove perpetuamente è ghiaccio et difficilissimo per cavalli". Sotto il passo, sulla cosiddetta Cengia del Cavallo, furono rinvenuti alcuni ferri di cavalcature e più in basso fino agli inizi dell'800 erano visibili tratti di selciata. Nei documenti la strada è chiamata di Sillette o di Sellette e come già detto fu abbandonata per l'aumento dei ghiacciai, verificatosi a partire dal 1450, cosa che rese impraticabile il percorso usuale. Allora il passaggio delle carovane si concentrò sul Passo del Muretto che sebbene meno lineare, era divenuto più agevole per la sua minore altitudine. A conferma della naturale evidenza del passaggio delle Tre Mogge, ricordiamo che ancora nel 1905 fu redatto il progetto di una ferrovia a cremagliera che, partendo da Sondrio, avrebbe dovuto collegarsi alla rete ferroviaria svizzera a Saint Moritz. L'attraversamento dello spartiacque alpino era previsto con un lungo tunnel passante poco ad occidente del Passo delle Tre Mogge, con entrata a monte dell'Alpe Fora e uscita alla base del ghiacciaio di Fex. 

I minerali del Pizzo delle Tre Mogge

Nella zona dell'Alpe Fora si esce dalla fascia rocciosa degli "gneiss di Chiareggio" e si percorre grosso modo il limite fra le rocce micascistose della Falda Margna e le solite serpentine della Falda Suretta. Il punto di contatto si innalza gradatamente a mezza costa dai pendii meridionali del gruppo delle Tre Mogge fino alla Forcella d'Entova ed è assai ben visibile perché ha dato origine ad un fenomeno di erosione differenziale, che ha creato una serie di gradini dai quali le acque provenienti dai piccoli ghiacciai e nevai sovrastanti, scendono con belle cascate. La piana che costituisce la parte superiore del pascolo dell'Alpe Fora è un antico fondovalle, poi parzialmente eroso, che proseguiva verso oriente passando sotto le pendici meridionali del Sasso Nero. Nella zona del Passo delle Tre Mogge, e più precisamente al piede della cresta Sud-ovest del Pizzo delle Tre Mogge dove passa il nostro percorso, sono reperibili interessanti minerali: ricordiamo i granati rossi, presenti in belle cristallizzazioni, la thulite, minerale di manganese, generalmente in aggregati microcristallini rosati, la vesuvianite e la clinozoisite. Nello stesso luogo sono stati rinvenuti campioni di serpentino nobile, minerale ancora poco studiato, suscettibile di lavorazione come pietra semi preziosa. Si tratta di una varietà di serpentino dall'aspetto assai più compatto e caratterizzata da un caratteristico colore verde più o meno intenso.  

  • Le vette che dominano il cammino, da sinistra Pizzo delle Tre Mogge, Pizzo Malenco e Sassa d'Entova
  • La segnaletica gialla ci ricorda che siamo su un tratto dell'Alta Via della Val Malenco. Sullo sfondo il Monte Disgrazia
  • I vasti pianori dell'Alpe Fora
  • La barriera di pareti da cui precipitano le splendide cascate dell'Alpe Fora
  • Siamo quasi arrivati: si lambisce un piccolo lago glaciale
  • Vista dal valico verso la Svizzera e la sottostante Val Fex