Escursioni - I Laghi azzurri dello Spluga

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «I Laghi azzurri dello Spluga»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Valchiavena
  • Tipo: Escursione
  • Sigla: A32
  • Periodo consigliato: luglio-ottobre
  • Punto di partenza: Montespluga 1909 m (27 km da Chiavenna; 146 km da Milano). Lo si raggiunge percorrendo la SS36 dello Spluga. Treno fino a Chiavenna e autopostale svizzero Chiavenna-Splügen.
  • Tempo di percorrenza:  2,30-3 ore per la salita
  • Dislivello:  550 m circa
  • Difficoltà: E (Escursionistica)
  • Cartografia:  CNS 1:25.000 n° 1255 «Splügenpass»; oppure 1:50.000 «San Bernardino»
  • Informazioni locali: Consorzio Promozone Turistica Valchiavenna
 
mappa percorso Laghi Azzurri

Percorso

Alle porte del villaggio di Monte Spluga, sulla destra della carrozzabile si nota il cartello indicatore del sentiero n° C15 per i Laghi Azzurri. Lasciata l'auto nei pressi o in Monte Spluga, si imbocca la traccia che dapprima perde quota in maniera un po' confusa lungo le erbose pendici meridionali del Pizzo della Casa 2523 m (segnalazioni a vernice biancorosse) e dopo qualche tornante diventa meglio marcata. Verso quota 2000 m il sentiero inizia a piegare verso Est, entrando nella valletta delimitata a sinistra dal Pizzo della Casa e a destra da una rocciosa bastionata che culmina a 2506 m. Percorrendo pendii a pascolo sassoso ci si avvicina al centro della valletta e poco dopo si raggiunge una pietraia dove sono ancora ben visibili i segni della presenza di una vecchia cava. Il prato cede man mano posto ad aree sempre più estese di gande e, traversatala zona di cava caracollando su grossi massi (qualche ometto e segnali a vernice biancorossi), si prosegue oltre puntando alla paretina rocciosa che, in fondo alla valle difende l'accesso alla larga sella di cresta fra il Pizzo della Casa e la Quota 2506. Ripreso un tratto erboso, si raggiunge la base della paretina e, sfruttando una logica consecuzione di cenge, la si risale senza difficoltà mettendo piede sul crinale. Da qui si inizia un lungo tratto pianeggiante fra roccioni ed in breve si giunge sulle sponde del primo dei Laghi Azzurri. A questo punto, puntando verso sinistra e percorrendo il facile e pietroso versante destro della cresta Nord-est del Pizzo della Casa, in pochi minuti sarebbe possibile raggiungerne la panoramica vetta che si affaccia su Monte Spluga e l'omonimo valico. Tornati indietro, si riprende il sentiero segnalato che in breve raggiunge le sponde del maggiore dei Laghi Azzurri e ne percorre le sinuose sponde occidentali. Raggiunto il limite settentrionale del tratto pianeggiante che ospita i laghi, si risale brevemente e si tocca il crinale ove corre la linea di confine marcata da cippi, da dove si apre la vista verso la vallata che scende a Splügen. Ometti di pietra e segnali a vernice biancorossi indicano la prosecuzione che ha come prossima meta il laghetto Bergseeli 2311 m. Un ripido tratto fra grossi pietroni ci porta presso questo magnifico bacino alpestre e lambendone le sponde meridionali si piega a sinistra senza perdere quota. Percorrendo un ripido costone prativo si aggira il piede del crestone settentrionale di Quota 2445 m, sita immediatamente a Nord del Pizzo della Casa, e ci si riaffaccia verso il Passo dello Spluga, verso il quale si scende con magnifiche ed inconsuete vedute sulla carrozzabile che porta nella Valle del Reno. Raggiunta l'ampia sella del valico, prima di arrivare sulla moderna carrozzabile si devia a sinistra seguendo le indicazioni della Via Spluga e, percorrendo l'antico tracciato storico, in alcune parti ancora ben conservato, si torna a Monte Spluga. 

La Strada dello Spluga

La Strada dello SplugaLa Tavola Peutingeriana, la più antica carta geografica e stradale del mondo antico redatta sulla base di una ancor più antica carta romana. La Tavola è composta da 11 pergamene riunite in una striscia di 680 x 33 centimetri e 
riporta 200.000 km di strade, 555 città con le relative distanze in miglia e altre 3.500 particolarità geografiche, ma anche la posizione mari, fiumi, foreste, catene montuose e valichi. Nella carta è descritta anche la via che da Chiavenna porta a Coira traversando le Alpi. Da Chiavenna si saliva a Tarvessede, forse Campodolcino, e poi si scollinava raggiungendo Coira dopo essere passati per Lapidaria, forse Marmorera. Resta però il mistero tutt'oggi insoluto dell'esatta collocazione del valico che sulla Tavola è indicato come Cunuaureo o Cunu Aureo. Poteva essere l'odierno Spluga, ma forse anche uno dei vicini ed altrettanto comodi valichi come il Passo d'Emet. Il percorso della moderna carrozzabile, si sovrappone solo in parte al tracciato della vecchia strada che, , nel corso dei secoli ha subito numerose variazioni. Probabilmente, il percorso dello Spluga era noto e utilizzato già nella preistoria. I ritrovamenti effettuati qualche anno fa, sul vicino Pian dei Cavalli, ci parlano di genti del Mesolitico che regolarmente frequentavano questi luoghi per la caccia e forse ci abitavano in via semi stabile. Dal Pian dei Cavalli, si accede facilmente alla valle del Reno posteriore, grazie ai valichi del Baldiscio e di San Bernardino, dello Spluga e di Emet, utilizzabili a seconda delle esigenze e della stagione. Qui le Alpi sono veramente aperte al transito, sebbene oggi si preferiscano altre direttrici viarie. 

I Viaggi Pittorici ottocenteschi

Agli inizi del XVIII secolo le Alpi conoscevano una nuova stagione. La scalata del Monte Bianco, avvenuta pochi anni prima, nel 1789, aveva definitivamente schiuso valli e vette agli interessi e alla curiosità degli europei, che avevano scoperto un "continente" quasi inesplorato in casa loro. Le Alpi diventavano quindi esse stesse, meta di soggiorno ed esplorazione per avventurosi e scienziati. Le strade commerciali costruite per facilitarne il transito divennero così anche le direttrici attraverso cui si mossero i primi turisti. Presso nobili e letterati stava, infatti, riscuotendo un notevole successo la moda del Gran Tour, viaggio avventuroso e di conoscenza (contemplazione) verso l'Italia che, per forza di cose doveva transitare anche negli ancora semisconosciuti territori alpini. Le esperienze di viaggio erano spesso narrate in corposi diari ricchi descrizioni e riferimenti ma pochi anni più tardi furono sostituite con successo da prodotti squisitamente editoriali, dove l'abbondante testo era sostituito da illustrazioni, in bianco e nero o a colori, a volte corredate da lunghe didascalie. Si tratta dei cosidddetti "viaggi pittorici", il cui prototipo fu realizzato nel 1811, da G. Lory e J. F. Osterwald, a descrizione della via napoleonica del Sempione. Il viaggio pittorico o viaggio pittoresco è un tipo di pubblicazione che si sviluppa soprattutto nella prima metà dell'Ottocento collocandosi tra la guida turistica e il libro d'arte. I volumi erano costituiti da un certo numero di tavole incise, accompagnate da un commento descrittivo più o meno ampio; le incisioni potevano essere colorate, su richiesta degli acquirenti dell'opera. Questa produzione si rivolgeva a un pubblico d'élite.
Il Viaggio pittorico e storico ai tre laghi Maggiore, di Lugano, e Como fa parte di una serie di raccolte di incisioni prodotte a Milano da due artisti tedeschi, Friedrich e Caroline Lose. Il volume posseduto dalla Biblioteca Nazionale Braidense fu pubblicato a Milano nel 1818 da Francesco Bernucca. L'opera ebbe però diverse edizioni, di cui la prima citata nei repertori, risale al 1815. Friedrich Lose elaborò per lo stesso editore il Viaggio pittorico e storico al Monte Spluga, dedicato al Viceré del Lombardo-Veneto, Ranieri.
Friedrich Lose nacque a Görlitz, ai confini orientali della Germania, e studiò a Lipsia con Oeser; successivamente si recò a Parigi. Sua moglie Caroline Lose, figlia del consigliere di corte d'appello von Schlieben, di Dresda, fu allieva di Moritz Retsch. Friedrich disegnava i suoi paesaggi ad acquerello, Caroline provvedeva a realizzare l'incisione in acquatinta e seguiva direttamente il lavoro di coloritura delle tavole. In questo modo venne realizzato anche il Viaggio pittorico nei monti di Brianza, edito dallo stesso Friedrich Lose. La coppia di artisti si era trasferita a Milano, al seguito del vicerè Eugenio Beauharnais, ma era poi rimasta nella città lombarda anche dopo la caduta del regime napoleonico. 

  • Veduta dell'antica Dogana in una stampa di Federico Lose. Alle spalle il Pizzo della Casa
  • Monte Spluga visto alla partenza del percorso
  • Il bacino artificiale di Monte Spluga visto dall'inizio della salita
  • Raggiunto il crinale spartiacque con la Svizzera si stendono nuovi orizzonti
  • Il Bergseeli, l'ultimo dei laghi Azzurri
  • Tornati verso l'Italia si percorre per un po' l'antichissima Via Spluga