Dalla Stazione FS di Tirano si imbocca verso Nord Via Giuseppe Mazzini e all'incrocio semaforico con Viale Italia si volge a sinistra. Si percorre l'ampio viale rettilineo in direzione della Basilica di Tirano e alla rotonda che la precede si imbocca la prima uscita imboccando pochi metri più avanti la Via Elvezia parzialmente occupata dai binari del Trenino Rosso della Ferrovia Retica del Bernina. Dopo circa 2,5 km si giunge alla Dogana di Castasegna (ricordare la carta d'identità) oltre la quale una ripida salita traversa il piccolo abitato. Un breve tratto pianeggiante porta a traversare il Torrente Poschiavino e poi la salita riprende tutto sommato ragionevolmente faticosa. Con pendenza costante e poche curve, la strada supera il paese di Brusio e risale la valle per giungere a Miralago (9 km circa) dove termina il primo tratto di salita e si apre l'ampio bacino del Lago di Poschiavo. Il grande lago fu originato da una antichissima frana precipitata dalle rupi della sinistra orografica della valle e il cui accumulo, oggi coperto dal bosco è ancor ben visibile sulla destra di Miralago. Percorse le sponde del lago si giunge a Le Prese (12 km circa) da dove la pedalata prosegue pianeggiante (Attenzione ai binari della ferrovia che corrono sul manto stradale!).
La valle si amplia e verdeggiante e dopo 2 km esatti giungiamo al punto in cui si deve deviare a sinistra per Selva (indicazioni) imboccando la breve e rettilinea Via da Vial, lambendo alcuni capannoni. Al termine del rettilineo si piega a sinistra e la salita riprende, dapprima ancora ragionevole e poi un po' più ripida, guadagnando quota nel bosco con alcune belle vedute panoramiche sulla Val Poschiavo. Dopo sette tornanti e un diagonale, la salita termina al margine inferiori del maggengo di Selva e con un breve rettilineo pianeggiante porta quasi di fronte al bar-ristorante di Punt (1372 m; 17,8 km da Tirano). Si piega ora a destra e fra qualche macchia di bosco e prati si procede per 500 metri fino ad un bivio. Lasciata a destra la deviazione che in breve porta nel cuore dei prati di Selva (Albergo ristorante Selva, 7745 Poschiavo, Svizzera +41 81 844 07 46 E-mail: info@selva-pensione-ristorante.ch), si prosegue diritti piegando poi man mano verso Sud per poi invertire la direzione di marcia con un amplissima curva e con un tratto anche in leggera discesa, sfilare fra bosco e qualche area prativa a monte del maggengo di Selva. Dopo circa 2,8 km si compie un tornate a sinistra nel bosco a cui ne segue poco dopo un secondo. Procedendo ora verso Ovest si sale facilmente avvicinandosi al torrentello che percorre la Val da Cancian e dopo 5 km circa da Punt si giunge ad un bivio. Andando a destra si supera in breve il torrente su un ponte e si giunge a Quadrada (23,4 km da Tirano). Imboccando la deviazione a sinistra dopo un tratto ripido si prende quota su strada dal fondo meno agevole; compiuto un tornante, con alcuni strappi piuttosto ripidi il tracciato si porta di nuovo nei pressi del torrente e al di là di questo ancora con un ripido ma breve tratto e una curva a destra giunge all'Alp Cancian (2132 m).
Lunga pedalata nella Val Poschiavo fra maggenghi e boschi secolari che può avere almeno tra mete successive da decidere sul momento in base alla voglia di fare fatica. Numerosi sono gli aspetti interessanti che si incontrano sul percorso, ad iniziare dal grande Lago di Poschiavo originatosi dallo sbarramento naturale di una grande frana caduta forse in epoche preistoriche. Il bacino ha una superficie di circa 2 km2 e un profondità massima di 98 m. Le sue acque pescose furono presto sfruttate tanto che già nel 1010 il vescovo di Como Alberico concesse diritti di pesca al convento di S. Abbondio di Como. Nel 1239 i diritti di pesca erano detenuti dai signori von Matsch ai quali ogni anno, nel giorno di S. Martino, il Comune di Poschiavo doveva fornire 50 trote. Il balivo aveva inoltre a disposizione di un pescatore fornito dalla comunità locale nei mesi di giugno, settembre e dicembre.
Oltre il lago si abbandona il fondovalle per salire al vastissimo e panoramico maggengo di Selva al cui margine orientale su un crinale prativo affacciato sulla vallata, sorgono due graziose chiesette: la Chiesa evangelica e la Chiesa cattolica.
La prima fu costruita nel 1676 perché erano numerose le famiglie evangeliche che abitavano tutto l'anno a Selva ed è stata restaurata a più riprese fino al 1948.
Più interessante appare la Chiesa cattolica, sita di fronte alla chiesa evangelica. Oggi dedicata a Santa Sinforosa e figli martiri, era originariamente dedicata a San Sebastiano. Ricordata già nel 1589 la sua attuale architettura è dovuta ad un ingrandimento del precedente edificio romanico, effettuato nel 1697, con l'aggiunta di un coro sul lato Nord. Fin verso il 1700 la chiesa era adibita al culto durante tutto l'anno e il cambiamento del titolo patronale avvenne circa in questo periodo quando la località passò a maggese. Poiché la festa di San Sebastiano si teneva il 20 gennaio, fu allora più comodo dedicare la chiesa ad un santo "estivo" e così si pensò a Santa Sinforosa (18 luglio) un cui dipinto era peraltro già nella chiesa.
In origine l'edificio Presentava un'abside semicircolare con frontone ad oriente, campanile a vela e portale ad occidente, ora racchiusi e individuabili nei muri della navata. Sulla facciata sono ancora visibili i resti di un affresco con San Cristoforo.
Un'altro motivo di interesse della zona è la sua particolare geologia. Presso Selva affiorano importanti bancate di serpentino che sono state oggetto di attività estrattive oggi dismesse. E' lo stesso serpentino cavato in maniera più che intensiva nella limitrofa Val Malenco e vedere come qui il territorio sia stato risparmiato e valorizzato dalla chiusura delle cave fa molto pensare riguardo alla considerazione che in Italia si ha del paesaggio. Sopra l'Alp Cancian affiorano invece potenti filoni calcarei ben rappresentati da Turriglion da Cancian, bianco torrione ben visibile nel tratto conclusivo della salita.