Dalla stazione ferroviaria di Sondrio vi sono molti modi per raggiungere le sponde dell'Adda ed il Sentiero Valtellina. Noi consigliamo la seguente: sfruttando il moderno sottopassaggio si traversa la linea ferrata sbucando nell'ampio parcheggio auto di Via Aldo Moro per poi immettersi in quest'ultima. Si volge verso Est fino ad una rotonda e poi a destra proseguendo dritti per imboccare un sottopassaggio su cui transita la tangenziale cittadina. Si continua per circa 200 metri sulla strada avvicinandosi all'Adda e superando la stazione di distribuzione del gas cittadino che sorge sulla sinistra. Poche decine di metri dopo si nota sulla destra una stradina sterrata chiusa da una sbarra lignea e marcata da un appuntito monolite. Imbocchiamo la stradina e in pochi metri eccoci sulla pista del Sentiero. Deviamo ora a destra (Ovest) e cominciamo la pedalata costeggiando l'Adda per giungere poco dopo presso i bassi edifici fra i quali, su una roccia a piombo sul fiume sorge la merlata torre del Castelletto dell'Adda. Per quanto curiosa, l'opera non è un manufatto medioevale, ma risale al secolo scorso.
Stiamo pedalando fra il fiume e la tangenziale cittadina, in una stretta piana che è stata oggetto di recenti opere di rinaturalizzazione. Un tempo qui vi erano estese coltivazioni di pioppi, tanto affascinanti quando le piante erano alte e vigorose, quanto desolate una volta eseguito il loro taglio.
Sottopassato il ponte stradale sull'Adda in località Porto di Albosaggia procediamo ancora per poche centinaia d metri giungendo alla bellissima ed elegante passerella che consente l'attraversamento del fiume. Sulla sponda opposta continuiamo verso Ovest lambendo un chiosco e delle recinzioni. Questo settore è sempre molto affollato da famigliole, podisti, ciclisti e...pensatori; pertanto vi raccomandiamo di limitare la velocità e di avere pazienza. Un campanello sulla bicicletta è un ottimo strumento per annunciarsi.
Con qualche serpentina la pista si porta all'altezza della rupe del versante retico valtellinese sulla quale sorge ben visibile l'antico Santuario della Madonna della Sassella.
Passati sotto il ponte della strada che unisce la SS38 con il paese di Caiolo, si procede in un alternarsi di vasti prati e piccole zone di selva; si supera il recinto di un allevamento di struzzi e poi la superficie ben tenuta di un campo da golf. Ci troviamo nell'area dell'Avio superficie valtellinese, piccolo aeroporto usato da molti appassionati del volo a vela. Poco più avanti tocchiamo le rive di un affluente dell'Adda e siamo costretti a deviare a sinistra per risalirne l'argine fino al ponte della Strada Pedemontana orobica che ne consente l'attraversamento. Oltre il ponte scendiamo a destra, tornando sul grande fiume per percorrere una zona di vasti campi. Procediamo per circa 1800 metri passando sotto un ennesimo ponte oltre il quale una breve deviazione ci porta sulla Pedemontana orobica all'ingresso del ponte ad arco gettato sul torrente Madrasco, Superato il ponte si torna a destra sul Sentiero Valtellina e lo si percorre per circa 3,6 km finché si giunge sull'argine dell'invaso artificiale di Ardenno ove si consiglia di uscire a sinistra sulla Pedemontana orobica (tratto di Sentiero Valtellina ancora da realizzare). Fatti circa 500 metri si tocca il paese di Selvetta dove si devia a destra traversando l'Adda su un ponte al cui termine si piega a sinistra per pedalare lungo la strada asfaltata che lambisce l'argine dell'invaso sulla destra. Dopo circa 2 k si intercetta la strada che dalla SS38 porta a Sirta, si piega a destra fino al passaggio a livello e prima di esso a sinistra, costeggiando la ferrovia e vasti prati fino alla stazione ferroviaria di Ardenno-Masino. Qui un sottopassaggio permette di traversare in sicurezza la SS38 e di imboccare il lungo rettilineo che porta ad Ardenno. Giunti nell'ampio quadrivio all'ingresso del borgo, prendiamo a destra ed iniziamo il rientro lungo la Strada Pedemontana retica. Generalmente poco trafficato, il percorso traversa, con alcuni saliscendi e qualche serpentina, tutti i paesi posti alle pendici del versante retico valtellinese, in buona parte coltivato a vigneto. Dopo 7 km e 500 metri circa si giunge ad una grande rotonda posta poco prima dell'ingresso di San Pietro Berbenno, prendendo a destra si traversa la SS38 su un viadotto e poco dopo si supera l'Adda su un ponte. Un centinaio di metri dopo si devia a destra lungo la Pedemontana orobica giungendo al ponte ad arco gettato sul torrente Madrasco ove ci si ricollega all'itinerario di andata.
Fra le molte varianti possibili vi consigliamo quella che permette la breve visita al paese di Sirta. In pratica, invece di imboccare il ponte sull'Adda all'altezza di Selvetta, si deve proseguire lungo la Pedemontana orobica per circa 2 km fino a Sirta. A destra un ponte sull'Adda riporta verso la SS38, a sinistra si sale in breve fra le case. Il piccolo borgo, posto allo sbocco della Val Fabiolo, è caratterizzato dalla meravigliosa cupola della sua chiesa e da alcune falesie rocciose su cui si pratica l'arrampicata. In paese è attiva la latteria sociale dove è anche possibile a volte acquistare prodotti caseari.
Agli inizi degli anni 90 del secolo scorso, presso la Comunità Montana Valtellina di Sondrio, prendeva corpo l'idea di creare un percorso ciclo pedonale lungo le sponde dell'Adda. Per la sua realizzazione furono sfruttate e rese più agevoli le stradelle già esistenti, collegandole nei punti ove ciò era necessario. Prese quindi vita il primo nucleo del Sentiero Valtellina che dalla località Porto di Albosaggia, alla periferia meridionale di Sondrio, si allungava verso occidente per circa 12 km. Negli anni successivi, considerando il grande ed immediato successo dell'iniziativa, il Sentiero fu allungato nelle due direzioni opposte anche grazie alla partecipazione delle amministrazioni comunali e delle Comunità Montane limitrofe a quella del capoluogo.
Oggi il Sentiero Valtellina può dirsi quasi completo e con un percorso ricco di scorci panoramici segue tutto il fondovalle valtellinese da Colico a Tirano, ma si spinge ormai anche su Grosio.
La gita proposta di seguito vi porterà proprio sulla prima parte, ormai storica, di questo itinerario la cui realizzazione ha costituito un esempio sostenibile di utilizzo del territorio che nel contempo lo preserva dalla cementificazione.