Continua il nostro viaggio nella soleggiata Costiera dei Cech alla ricerca di antiche atmosfere, ridenti quadretti naturali ed estesi panorami. Questa volta partiamo dal fondovalle, dal paese di Traona, raggiungibile da Colico o da Morbegno percorrendo la SS 402 Valeriana, nel primo caso salendo verso Est, nel secondo procedendo in direzione opposta. L'abitato è lambito dalla strada statale ed é consigliabile parcheggiare l'auto presso il piccolo cimitero per avventurasi a piedi fra gli antichi vicoli. Un primo riferimento a Traona è contenuto in un documento dell'829 e per buona parte del Medio Evo il paese godette notevole importanza sia per la sua felice ubicazione, sia per essere luogo d'attracco per le barche che dal Lago di Como risalivano l'Adda, allora navigabile almeno fino a quel punto. Dapprima possedimento della famiglia dei Vicedomini, successivamente traona divenne luogo di residenza di altre importanti famiglie valtellinesi come i Malacrida,i Parravicini e i Vertemate. E'infatti un cigno in campo rosso, simbolo dei Parravicini, ad ornare l'alto portale che dal cimitero, consente l'ingresso al paese. Fra le antiche vie alcune delle quali ancora acciottolate, fra antichi palazzi, si potranno ammirare i grandi portali di legno sostenuti da forti stipiti di granito; soglie recanti inciso il nome degli antichi proprietari, cortili interni quadrangolari su cui si affacciano balconate interne sostenute da eleganti colonnine. Una lunga salita ben acciottolata, e resa più agevole da un gradinata, porta alla chiesa di S. Alessandro che domina il paese su un poggio, sostenuta da potenti barbacani ed arcate. All'interno è conservati alcuni magnifici affreschi e tele di Giacomo Parravicini detto Gianolo (sec. XVII-XVIII) fra cui la suggestiva Gloria di S. Alessandro che orna la volta della chiesa. Dal portico la cui copertura è sostenuta da un leggero ordine di colonnine si gode una splendida vista sulla bassa Valtellina. Sulle pietre che coprono il muretto ove poggiano le colonnine si trovano diverse antiche incisioni dal disegno simile al gioco del mulino. Prima di uscire dal paese non si dimentichi una visita al palazzo Parravicini oggi sede della "Piccola opera salvezza del fanciullo".
Ripresa l'auto, alla periferia orientale di Traona imbocchiamo la strada che sale verso Mello. Il panorama si apre sempre più permettendo di scorgere le acque del Lario mentre noi ci avviciniamo al terrazzo ove sorge il paese. La prima contrada che si incontra è Consiglio (il cartello indicatore è sulla sinistra della strada in corrispondenza di un ampio tornante e quindi poco visibile), fatto ancora un altro tornante, si proceda ancora per un centinaio di metri cercando di individuare una stretta sterrata che, poco prima di una moderna casa con la facciata ad archi, si diparte a gomito verso sinistra dalla strada principale. Trovato un posteggio per l'auto si percorra la strada che ben presto finisce in un prato per proseguire con un sentierino. Traversato quello che dovrebbe essere un ridente ruscello, ma che oggi è purtroppo raccoglie parte degli scarichi di Mello, e lambito un vecchio rudere, eccoci al cospetto delle impressionanti mura del castello di Domofole recentemente riportato per quanto possibile agli antichi splendori con un'opera di recupero e pulizia. L'antico fortilizio appartenne alla famiglia dei Vicedomini e nonostante sia oggi in stato di completo abbandono suscita ancora impressione, forse per gli enormi massi di granito dai quali è interamente costituito. La torre, in particolare, ricorda per fattura certe fortificazioni precolombiane. Ritornati all'auto si riprende la salita raggiungendo Mello, grande paese che tuttavia ha ben pochi motivi di attrattiva essendo quasi interamente costituito da edifici moderni. Di notevole importanza è tuttavia la chiesa di San Fedele in cui si conserva uno stupendo ciclo di affreschi del pittore intelvese Carlo Innocenzo Carloni. L'imponente opera del presbiterio di San Fedele può essere considerata come il miglior esempio di stile rococò in Valtellina. In aggiunta, le tre magnifiche pale che ornano l'altare, un Martirio di S. Fedele, una Crocifissione e una Madonna con Bambino, oltre che una piccola tela raffigurante S. Francesco Ferreri sono gli altri gioielli che rendono irrinunciabile una vista alla chiesa. Dal piazzale antistante la chiesa, si può imboccare una strada quasi pianeggiante che prosegue in direzione Ovest uscendo dall'abitato e, divenuta sterrata, porta alla chiesa di San Giovanni di Bioggio. Dalla chiesa di San Fedele la strada prosegue verso Est ed esce da Mello per raggiungere in breve l'ingresso di Civo, altro importante paese dei Cech. Qui merita una visita la bella chiesa di S. Andrea Apostolo, posta su un poggio panoramico che delimita verso valle un'amena conca prativa. L'edificio sacro è preceduto da un bellissimo spiazzo erboso che accresce il senso di "spazialità" del luogo. Oltre a pregevoli stucchi e affreschi, di notevolissima importanza è l'antico Oratorio dei Confratelli a cui si accede da una porta posta alle spalle dell'altare. Qui si conserva una serie di stupendi affreschi risalenti ai secoli XV e XVI, particolarmente suggestivi per la freschezza e la vivacità dei colori.
Dal parcheggio antistante la chiesa è possibile anche andare a piedi ad imboccare una vicina stradetta che percorre il margine settentrionale della piccola conca prativa a monte di S. Andrea. Si tratta di una breve passeggiata che ci porta presso un altra vecchia chiesetta, in un punto panoramico eccezionale per la vista che offre sulla media Valtellina e le Valli del Bitto.
Da Civo la strada si abbassa piuttosto stretta per andare a collegarsi con la carrozzabile che, da Morbegno, sale alla volta di Serone. Dall'incrocio procediamo quindi verso sinistra e, giunti a Serone, seguiamo le indicazioni per Roncaglia, Poira, Chempo e Caspano. Con piacevole percorso a mezza costa la carrozzabile prosegue fra selve di castani e prati lambendo a monte Naguarido (bivio sulla destra). Poco dopo, all'ingresso di Chempo, si incontra sulla sinistra la diramazione a gomito che ci porta in breve a Roncaglia. Il paese è diviso in due agglomerati vicini, Roncaglia di sopra a cui si accede con breve deviazione a destra, e Roncaglia di sotto. Presso il primo nucleo sorge la chiesa di San Giacomo, caratteristica per il suo suggestivo sagrato costituito da un ampio spiazzo erboso delimitato da un muretto scandito da 14 cappellette affrescate con scene della Via Crucis. Due snelli pilastrini granitici fungono da soglia al sagrato. Raggiunta Roncaglia di sotto è possibile proseguire salendo al magnifico terrazzo di Poira, ben visibile per il grande sistema di antenne che lo "orna". La località è divisa in due settori: Poira di dentro, centro di villeggiatura e Poira di fuori magnifica conca di pascoli con stupendi gruppi di baite, un altro mondo a pochi passi dal primo.