Escursioni - La Nicchia di San Glisente e il Monte Crestoso

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «La Nicchia di San Glisente e il Monte Crestoso»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Valcamonica
  • Tipo: Escursione
  • Sigla: E-115
  • Periodo consigliato: estate-autunno
  • Tempo di percorrenza: 6 ore
  • Partenza: Montecampione (1800 m)
  • Dislivello: Complessivamente 856 m
  • Difficoltà: E (Escursionistica)
  • Bibliografia: AA.VV. "Passi nel bosco trenta escursioni nelle Foreste di Lombardia"; Regione Lombardia-ERSAF, 2005
  • Camerini F. "Zaino in spalla: montagne bresciane e dintorni", ZetaBeta editrice, Verona 2002
  • Camerini F. "Prealpi Bresciane"; Collana Guida dei Monti d' Italia; Ed. CAI-TCI Milano 2004
  • Guide e carte: Carta Escursionistica Kompass 1:50.000 n° 103 «Le Tre Valli Bresciane»
  • Informazioni locali: Ecco una gita varia ed interessante, che attraversa ambienti solitari e selvaggi per quanto vicini alla civiltà. La prima parte si svolge fra alpeggi e radi boschi di conifere, la seconda lungo la panoramica cresta del Monte Crestoso. Non ci si faccia ingannare dal dislivello relativamente piccolo. Poca acqua sul percorso
 

Ecco una gita varia ed interessante, che attraversa ambienti solitari e selvaggi per quanto vicini alla civiltà. La prima parte si svolge fra alpeggi e radi boschi di conifere, la seconda lungo la panoramica cresta del Monte Crestoso. Non ci si faccia ingannare dal dislivello relativamente piccolo. Poca acqua sul percorso

 
mappa di La Nicchia di San Glisente e il Monte Crestoso

Percorso

Dal parcheggio presso il residence "Le Baite di Montecampione" 1800 m seguiamo la stradina parzialmente asfaltata che sale a lato degli impianti (cartello escursionistico) e raggiunge il Passo Stanga di Bassinale 1898 m. Seguendo le indicazioni (anche la segnaletica biancoazzurra della Variante bassa VB della alta via 3Valli) proseguiamo sulla strada sterrata che scende verso destra e che con lungo quanto panoramico percorso giunge a lambire le Baite di Rodeneto (1821 m sulla sinistra deviazione per il lago omonimo). Proseguendo sulla sterrata si continua la discesa entrando nella foresta demaniale di Val Grigna e raggiungendo il centro di Formazione Faunistico ERSAF, ricavato nella ristrutturata baita di Malga Rosello di Sopra 1705 m. Dalla costruzione imbocchiamo il bel sentiero che, verso destra, Est (segnaletica biancoazzurra e cartelli escursionistici per San Glisente), ci conduce, inizialmente pianeggiante, in un magnifico bosco di larici. Fra radure torbose ci inoltriamo nell'alta Val Rosellino, che con la precedente Val Rosello e la Valle dell'Orso confluisce a formare la Valle d'Inferno. Usciti dal bosco giungiamo infine alla Malga Rosellino 1876 m. Da qui abbandoniamo momentaneamente la segnaletica biancoazzurra della 3V, che sale verso destra, per seguire invece il sentiero che, inizialmente a mezza costa e poi in leggera salita, taglia verso Nord-est per toccare un piccolo valico roccioso aperto fra le arenarie locali sul crinale di un costone secondario (cartello escursionistico). A questo punto tagliamo a destra lungo il versante opposto salendo leggermente per raggiungere la già visibile costruzione del Bivacco Marino Bassi 1919 m, che sorge su un bel poggio. Poco sopra il bivacco prendiamo ancora a destra, lungo un sentiero che (segnavia rossi) conduce in pochi minuti al Passo di San Glisente 2001 m, dove si trova la nicchia. Da qui continuiamo verso Sud-est lungo il sentiero che ben presto intercetta di nuovo il tracciato della 3V, tramite il quale giungiamo all'ampia ed evidente sella del Passo del Crestoso 2058 m, aperta fra il Monte Crestoso a destra e il Monte Colombino a sinistra (omettone di pietre). Abbandoniamo il sentiero e, per una serie di tracce, risaliamo direttamente verso destra la costa Nord-orientale del Monte Crestoso, cercando di sfruttare il più possibile le aree sassose. La ripida ma non complicata salita termina in vetta, dove ritroviamo le segnaletiche biancoazzurre della 3V. Seguiamo ora la cresta verso Sud-ovest e, con qualche saliscendi in un ambiente aperto e panoramico, arriviamo infine al valico della Foppa del Mercato (palina con numerosi cartelli escursionistici); a questo punto deviamo a destra e, attraverso un comodo sentiero (rade bandierine biancorosse), scendiamo verso la già visibile Malga Rosello di sopra. Poco a monte della costruzione il sentiero taglia verso sinistra e raggiunge la strada che ci permette di tornare all'auto.

Il misterioso San Glisente

San Glisente forse non era propriamente un santo, ma solo un luogo di culto, certamente precedente l'avvento della cristianità. In Val Camonica, infatti, il termine Sant non è attribuito solo a una persona santa, ma anche a luoghi o piccoli templi sacri. Considerando che Glisente è la latinizzazione del termine locale Ghidét, Ghisét o Ghédét che significa pastore, forse, piuttosto che una persona, San Glisente identifica un luogo di culto consacrato a una divinità pastorale.
Del resto il luogo ove sorge il santuario del santo, a circa 2000 m di quota, sulla verdeggiante cima di un monte affacciato in bella posizione su Berzo, Esine e la media Val Camonica è particolarmente significativa.
Il santuario fu eretto, inoltre, su una caverna artificiale scavata antecedentemente sulla vetta, segno che qui esisteva con buona probabilità un luogo di culto pagano, una sorta di porta di comunicazione fra i tre mondi, inferi, terra e cielo.
Se invece Glisente fu una persona, in questo caso sulla sua vicenda esistono numerose versioni. Tutte o quasi concordano nell'affermare che fu un nobile guerriero franco, giunto in Val Camonica, con i fratelli Fermo e Cristina, al seguito di Carlo Magno. Stanchi di battaglie e violenza i tre fratelli chiesero a Carlo il permesso di stabilirsi in romitaggio e meditazione sui monti camuni e iniziarono il loro percorso spirituale scegliendosi ognuno una cima.
Per tenersi in contatto i tre accendevano ogni sera dei fuochi. Curiosamente questa è un'usanza che ricorre in altre leggende riferite a santi o eremiti come i cosiddetti "7 fratelli", le cui gesta echeggiano ancora in diverse vallate alpine.
Nel suo eremo Glisente si dedicava alla preghiera e alla raccolta di erbe officinali. mentre ogni mattina gli davano la sveglia una cerva recante in bocca un ramo di frutti d'oro e un lupo che portava legna da ardere. In alcune varianti della leggenda i due animali sono sostituiti rispettivamente da un'orsa e una pecora.
Comunque sia, col passare degli anni i fuochi ad uno ad uno si spensero, ma l'ultimo non fu quello di Glisente, bensì quello di Fermo.
Altre versioni della storia dicono che il santo sia stato invece un nobile camuno, sia pure di origine franca e più recentemente si è ipotizzato che Glisente sia stato il fondatore della casa degli Umilati sorta sul monte di Berzo e successivamente trasformata in santuario.Il santuario di San Glisente potrebbe essere stato, infatti, la "domus de Eseno" (casa di Esine), ricordata da un antichissimo catalogo delle Case Umiliate.
La Nicchia di San Glisente, piccola cavità scavata in un roccione dell'omonimo valico lambito dalla nostra passeggiata, pare sia stata usata dal santo come occasionale riparo durante le sue peregrinazioni fra i monti.

  • Il discutibile complesso residenziale in quota di Baite di Montecampione.
  • Al piccolo valico che immette nella Val di Fra.
  • La testata della Val di Fra ed il bivacco Bivacco Marino Bassi 1919 m.
  • Il roccione dove si trova la Nicchia di san Glisente.
  • Il sentiero che porta alla sella fra il Monte Colombino a sinistra e il Monte Crestoso a destra.
  • Presso la vetta uno sguardo sul percorso fatto venendo dalla Nicchia di San Glisente.
  • Un'altra panoramica presa presso la cima guardando verso Est.
  • Il Dosso del Mercato, antico valico locale ove inizia il ritorno verso Montecampione.