Il sentiero ha inizio sul lato sinistro della ex teleferica Enel, utilizzata soprattutto durante la fase di realizzazione degli impianti idroelettrici del Lago d'Aviolo. Si sale subito su terreno ripido destreggiandosi fra pietre e radici affioranti, all'ombra di grandi abeti e poco dopo ecco una nuova erta. Poi ancora un breve tratto meno ripido nel bosco ceduo, ed eccoci alla base un ripido canale petroso.
Il sentiero sale direttamente per esso con alti gradoni di pietra e numerosi tornanti che permettono di guadagnare quota assai velocemente seppure con fatica, soprattutto per chi non è molto allenato. Ma tutto sommato si tratta di una ginnastica piacevole se affrontati con tranquillità e, nel caso, fermandosi ogni tanto a "tirare il fiato". Tenendosi dapprima sul lato sinistro del canale si raggiunge più in alto il torrentello che lo percorre e lo si traversa portandosi sul lato opposto. Ancora molto ripidamente si prosegue la salita nella gola fiancheggiata da paretine rocciose ed infine si arriva ad una piccola sella. C'è un attimo di pausa, ma ben presto la salita riprende implacabile e con lo stesso ritmo di prima. Facendo attenzione a qualche passaggio sui massi resi umidi dallo stillicidio si prosegue innalzandosi passo dopo passo in uno stretto valloncello, al cui termine un tratto a mezza costa verso sinistra ci consente di riprendere fiato.
Poco dopo si giunge sul piazzale ricavato nel corso dei lavori per la costruzione della diga e degli impianti di canalizzazione e pompaggio delle acque del Lago di Aviolo. Qui sono ancora visibili la stazioncina di arrivo della funivia per il trasporto del personale, ed anche quella, più grande, della grande teleferica utilizzata per il trasporto dei materiali d'opera e degli inerti. Si segue per un breve tratto la pista di cantiere, si attraversa il letto del torrente che scende dal vallone di Gole Larghe, e si raggiunge un nuovo piazzale, dove sbocca la "finestra" della galleria Avio-Edolo.
A questo punto si piega a sinistra salendo su terreno meno ripido e quindi si inizia un lungo tratto a mezza costa che sfilando nel rado bosco sbuca infine sul piazzale ove sorge il Rifugio Aviolo 1930 m. Da qui si continua dapprima su una larga stradina pianeggiante lasciando poco dopo a sinistra il bivio segnalato per il Passo delle Gole Larghe ed il Lago Benedetto in Val d'Avio. Si continua invece dritti fra pietroni e mughi seguendo una bella mulattiera che, in pochi minuti, giunge sulle rive del Lago d'Aviolo.
Poche decine di metri più avanti, eccoci alla fine del lago e alla soglia del secondo vasto piano di sovraescavazione glaciale della valle al cui centro sorgono le baite della Malga d'Aviolo, ora osservatorio faunistico del Parco dell'Adamello.
L'escursione facile proposta è assai limitata in quanto a dislivello, ma bisogna tenere conto che si svolge su un sentiero abbastanza anomalo in quanto assai ripido, scandito in molti tratti da sequenze di gradoni ottenuti dai blocchi di tonalite che è la roccia principale del massiccio dell'Adamello. Il percorso supera quasi d'un fiato la chiusa rocciosa che forma la soglia sospesa della Val Paghera, oltre la quale la valle si apre verso le frastagliate creste del gruppo del Corno Baitone che, con i suoi 3330 metri, domina lo sfondo.
Oltre la soglia sospesa il fondovalle si fa pianeggiante ed un tempo era formato da due pianori di sovraescavazione glaciale leggermente sfalsati di quota. Il primo di essi, paludoso, fu in seguito sfruttato per realizzare un piccolo bacino artificiale che ha dato origine al Lago di Aviolo. Il secondo ripiano, assai più vasto è percorso dai meandri del torrente e di alcuni affluenti le cui acque hanno una incredibile trasparenza. Oltre il pianoro, la montagna s'alza senza troppi compromessi, assai ripida e sempre più petrosa fino alla cresta spartiacque con la Val d'Avio ad Est, la Valle Baitone a Sud e la ripida, angusta Val Gallinera ad Ovest.
Piccoli ghiacciai sono ancora annidati fra le pieghe granitiche dell'alta montagna, sono quanto resta di apparati glaciali ben più estesi, divorati dall'innalzamento termico globale degli ultimi decenni.
Il regresso è stato impressionante e rapidissimo; in poco più di un secolo la Vedretta d'Aviolo che spingeva le sue propaggini inferiori fin verso i 2200 metri, è arretrata di circa 500 metri di dislivello, posizionandosi quindi verso i 2700 metri.
Nella cartina IGM del 1885 il fronte glaciale era posto a 2120 m; pochi decenni dopo, nel 1923-24, il fronte si era ritirato sopra la barriera rocciosa che chiude il pianoro di fondovalle. Nel 1942, il limite inferiore del ghiaccio era a circa 2300 metri e nel decennio 1960/70, si trovava ben oltre i 2500 metri. Se l'andamento proseguirà, fra pochi anni gli apparati glaciali della Val Paghera si saranno completamente estinti con grave sofferenza anche per l'alimentazione del Lago di Aviolo.
Il piccolo bacino è una vera meraviglia e non pare nemmeno frutto dell'opera umana tanto è ben inserito nel paesaggio. Ma forse questa sensazione deriva anche dal fatto che, probabilmente, prima che fosse riempito dai detriti trasportati dal torrente, il paludoso pianoro all'imbocco della soglia sospesa della valle era già un lago naturale.
In effetti per "ricrearlo" fu sufficiente la costruzione di un piccolo muretto alto pochi metri.
Arrivare sulle sponde del laghetto, rimirarne le acque color turchese e le vette che vi si specchiano è un balsamo per gli occhi e per l'anima. Sulle sue sponde si può passare una giornata piacevole a contatto con gli aspetti più accattivanti ed amichevoli della Natura. L'unico consiglio che ci sentiamo di darvi è quello di cercare di evitare le giornate ferragostane ed il week end dei periodi estivi più affollati.
Il primo utilizzo delle acque del Lago d'Aviolo risale agli ultimi anni del decennio 1920-1930, quando la Società Generale Elettrica dell'Adamello realizzò l'impianto idroelettrico Temù - Sonico. Per garantire la fornitura di energia anche nei mesi invernali, in cui si aveva un inevitabile calo produttivo causa il gelo, si pensò di occupare con un lago artificiale la piana alluvionale inferiore dell'alta Val Paghera. La Società Generale Elettrica dell'Adamello aveva due progetti distinti: il primo puntava ad un'unica grande diga che avrebbe consentito di sommergere le due piane, il secondo prevedeva uno sbarramento più modesto sull'attuale lago, ed un secondo muraglione a chiudere la piana maggiore, sull'esempio di quanto era già stato fatto in Val d'Avio.
Fino al 1984, anno in cui entrò in servizio la centrale Enel di Edolo le acque del Lago d'Aviolo andavano ad alimentare la centrale idroelettrica di Sonico. Successivamente, da quell'anno l'acqua dell'Aviolo, tramite un pozzo inclinato profondo circa 105 m, viene immessa direttamente nella galleria in pressione Avio-Edolo.