Escursioni - In cima alla Presolana

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «In cima alla Presolana»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Val Seriana
  • Tipo: Escursione
  • Sigla: E-58
  • Periodo consigliato: da giugno ad ottobre
  • Punto di partenza: Passo della Presolana 1260 m. Il valico si raggiunge percorrendo la carrozzabile della Val Seriana fino a Ponte Nossa poco oltre il quale si prende a destra per Clusone proseguendo poi fino al valico. In alternativa si può giungere a Clusone anche da Lovere percorrendo la carrozzabile della Val Borlezza. Bus Linea E15, Bergamo-Clusone-Bratto oppure Linea Bus Autostradale E25, Milano-Passo della Presolana. Servizio bus da Lovere per Clusone, linea E43 Bergamo Trasporti Est. Da Clusone coincidenza con le linee E15, E24a o E25.
  • Tempo di percorrenza: 2 ore dalla Grotta dei Pagani alla vetta; complessivamente 8 ore dal Passo della Presolana e ritorno
  • Dislivello: 297 m dalla grotta dei Pagani alla vetta; 1213 m circa dal Passo della Presolana
  • Difficoltà: EE (Escursionistica per Esperti)
  • Bibliografia: Pezzotta A., Duemila bergamaschi, Ed. Villadiseriane, Villa di Serio (Bg), 2007; Valenti E., Presolana regina - periplo e vie d'accesso, Comunità Montana Valle Seriana Superiore-CAI Clusone, Clusone (Bg), 2001; D'Adda S., Escursionismo nelle Valli Bergamasche, Lyasis Edizioni, Sondrio, 1997
  • Cartografia: Carta dei Sentieri della Valle Sabbia 1:35.000, n° 2 «Bassa valle»; Carta Escursionistica Kompass 1:50.000 n° 103 «Le Tre Valli Bresciane»
  • Informazioni locali: È una gita impegnativa e richiede esperienza e prudenza sebbene non sia tecnicamente difficile. Da consigliare in giorni non estivi per evitare i pericolosi assembramenti che spesso si verificano sulla via. Si consiglia l'uso del casco e non guasta neppure un breve spezzone di corda (20 m). L'ascensione, per quanto facile, è da evitarsi anche in caso di tempo incerto ed è consigliabile chiuderla con rientro alla base entro la tarda mattinata. Nel dubbio è sempre utile avvalersi di una Guida alpina
 



 
mappa di In cima alla Presolana

Percorso

Poco prima del Passo della Presolana, in corrispondenza del cartello "Cantoniera della Presolana", si stacca sulla sinistra una stradina che poco dopo compie un tornante ed entra nel bosco.
Al tornante successivo si abbandona la strada per imboccare un sentiero che si diparte verso sinistra (indicazioni per Malga Cassinelli, sent. N° 315). Con una piacevolissima camminata in lenta salita diagonale il sentiero punta verso Nord-ovest, tagliando il bosco ed intercettando un altro sentiero proveniente da sinistra (questo sentiero si imbocca poco a valle di quello da noi descritto, partendo dalla Via Cassinelli che inizia di fronte all'Albergo Spampatti. Un altro sentiero parte ancor prima, dall'Albergo Grotta e si collega a Via Cassinelli. Anche qui segnavia n° 315).
Proseguiamo ora su un terreno sempre più aperto arrivando infine sulla sterrata che, verso destra, conduce al Rifugio Malga Cassinelli 1568 m. Continuiamo ancora brevemente sulla sterrata e poi sul sentiero sua prosecuzione, che su un terreno sempre più ghiaioso sale verso le pareti della Presolana (segnavia n° 315). Superata una pozza per l'abbeverata del bestiame, con alcuni tratti assai faticosi il sentiero prende quota verso Nord e con una successiva piega verso sinistra (Ovest) entra nella testata della piccola Valle dell'Ombra, che taglia diagonalmente giungendo sotto le pareti. Ora, fra erbe e rocce affioranti, il tracciato si fa meno. ripido, lasciando a sinistra l'evidente sporgenza dove sorgono il Bivacco Città di Clusone (colonnina di telesoccorso) e, poco a monte, il moderno e appariscente edificio della Cappella Savina.
Poco più avanti abbandoniamo nuovamente i prati per salire di nuovo verso destra lungo faticosi ghiaioni intersecando il sentiero del periplo della Presolana, che abbandoniamo momentaneamente per riprendere la salita verso destra fino a toccare la rocciosa parete nei pressi della Grotta dei Pagani 2224 m, cavità naturale posta nei pressi della via normale di salita alla vetta.
Dalla Grotta dei Pagani si costeggia la parete verso destra per poi iniziare a salire lungo uno speroncino di facili roccette erbose che porta in un largo canale. Risalito il canale fino alla ripida parete contro cui muore si devia a sinistra e si entra in un canalino che si tramuta in un corto caminetto.
Si risale il caminetto per pochi metri poi, sfruttando una catena, si traversa a sinistra scavalcando un caminetto parallelo e si procede per rocce più facili iniziando a percorrere la grande cengia diagonale che taglia tutta la parete verso sinistra.
Scrive a proposito di questo tratto Antonio Curò "Giunti a circa 40 metri di altezza, ci fu impossibile proseguire in quella direzione; un grosso macigno sporgente ne sbarrava la via, turando quasi interamente il camino. Alla nostra manca, a pochi piedi di distanza, saliva altra solcatura, affatto verticale per più metri, separata dalla nostra da una rupe che offriva appena le anfrattuosità sufficienti all'appoggio della mano e dell'orlo del piede. Il bravo Medici arditamente vi si diresse e lesto come un gatto superò la parete a picco, senza neppure abbandonare il mio lungo bastone da montagna che qui, non solo mi era inutile, ma anche di grande impiccio; di là ci gettò la corda di cui per buona sorte mi era munito, e l'uno dopo l'altro superammo quel passo veramente scabroso."
Si risale ora la traccia detritica percorrendo un centinaio di metri per entrare nel grande canale che dall'alto giunge sulla cengia a circa metà della sua lunghezza. Trascurando l'invitante proseguimento sulla cengia e badando bene ai bolli rossi che indicano la prosecuzione ci si porta sulla sinistra dell'imbocco del canalone e si sale direttamente su ottime rocce articolate superando un impegnativo salto di una ventina di metri (qualche fittone metallico).
Si prosegue poi secondo logica (bolli rossi) su terreno facile (attenzione a non smuovere sassi mobili), tenendo preferibilmente a sinistra (Ovest) e raggiungendo senza difficoltà la cresta sommitale che, seguita ora verso destra, porta alla cima.

La Presolana

La Presolana è la montagna forse più rappresentativa delle Prealpi bergamasche e una delle più imponenti e caratteristiche strutture delle montagne lombarde. Si tratta di un poderoso bastione calcareo che si allunga da Est ad Ovest con imponenti pareti che sul lato settentrionale, affacciato su Colere, sfiorano i 500 metri di altezza: una piccola Marmolada. Anche il lato meridionale presenta alte pareti e una conformazione assai caratteristica fatta di una successione di spigoli e pilastri intervallati da profondi canali.
La lunga cresta sommitale presenta cinque elevazioni principali a partire dalla Presolana di Castione 2474 m che si affaccia sulla sottostante Valle dei Mulini e su Castione della Presolana. Ad oriente si trova la Presolana occidentale che è la massima elevazione della cresta, 2521 m; procedendo ancora verso Est si trovano la Presolana di Prato 2447 m, la Presolana centrale 2517 m e la Presolana orientale 2485 m.
Inutile dire che questo magnifico complesso dolomitico, sfuggito alle mire dei pionieri inglesi più attratti dalle Alpi, attirò subito le attenzioni dei primi alpinisti bergamaschi.
La vetta fu felicemente raggiunta il 2 ottobre 1870 da una cordata composta dall'ingegnere bergamasco Antonio Curò con il cugino Federico Frizzoni e la guida locale Carlo Medici "... tagliapietre di Castione, statoci raccomandato quale guida esperta dall'egregio amico dottor Giovanni Comotti, distinto cultore di scienze naturali, doveva dirigere la nostra piccola spedizione, mentre il figlio dell'ostessa, robusto giovanotto in sui 20 anni, offertosi di accompagnarci come volontario, recava seco abbondanti provvigioni per tutti quattro."
Dal racconto di Curò sembra di capire che il Medici avesse già scalato la cima, infatti quando la comitiva giunge alla base della parete i dubbi sono forti... "Quelle rupi ci sembravano veramente inaccessibili, ma la guida ci mostrò più in alto, in cima ad un'ultima gianda (ganda N.d.R.), uno di quei così detti camini scavati dal materiale che incessantemente, pel naturale processo di distruzione, si stacca dalle vette e dai fianchi dei monti, massime di quelli di formazione dolomitica, come questo, e precipita a valle. È quello l'unico punto pel quale sia accessibile il baluardo della Presolana dal lato meridionale, e se il Medici non ci avesse ripetutamente assicurati che nella sua gioventù l'avea altra volta ascesa da quella parte, confesso che avremmo ritenuto la cosa impossibile. Con fatica superammo la scoscesa frana, sostando al piede del camino."
Si presenta agli alpinisti il tratto più ostico della salita, la cui descrizione originale è stata intercalata nel testo del percorso descritto di seguito per far meglio apprezzare questo momento della salita a chi la dovesse affrontare.
Tuttavia, in un passaggio successivo del racconto può sorgere qualche dubbio sulla veridicità delle affermazioni del Medici che forse, dicendo di ben conoscere la strada voleva solo infondere tranquillità d'animo nei clienti, comportandosi così da vero professionista.
Dopo qualche altra peripezia il terzetto raggiunge felicemente la cima dalla quale si apre un panorama sconfinato mentre sotto il loro piedi, sul lato meridionale si stende un mare di nebbie traslucido.
Scrive ancora il Curò: "Nessuno di noi tre si sentiva appetito; fu invece vuotata la bottiglia di ottimo Barolo, poi eretto il tradizionale ometto di pietra, alto circa un metro, sotto il quale collocammo la bottiglia, e in questa un biglietto coi nostri nomi e la data dell'ascensione."

Il nome "Presolana"

Si dice che un tempo, la Presolana era nota come Corna di Polzone e che il suo nome fu cambiato in seguito alle vicende belliche fra i Franchi di Carlo Magno ed i Longobardi di re Desiderio. Espugnata Pavia e vinto il nemico, Carlo Magno mosse contro Bergamo, distruggendo la rocca del Monte Calla, al posto della quale fece edificare la chiesa di San Giovanni Battista. Entrato in Valcamonica il re carolingio ne conquistò i maggiori centri, ma a Breno incontrò la strenua resistenza di Cornelio Alano, signore del luogo. Vista l'impossibilità di resistere a lungo all'incalzare dei Franchi, Alano e le sue truppe si rifugiarono ai piedi della Corna di Polzone. Deciso a non mollare, Carlo Magno li inseguì lungo la Val d'Angolo e, passando per Colere, entrò in contatto con il nemico e lo sconfisse in battaglia, obbligando Alano a convertirsi al cristianesimo.
Da quel giorno, in memoria dell'evento, quel luogo divenne quello dove fu "preso Alano" da cui Presolana.
Un'altra versione fa riferimento ad uno scontro fra truppe romane ed il popolo barbaro degli Alani, sceso a Sud delle Alpi nel 463, ad invadere le terre bergamasche. La reazione di Roma non si fece attendere e fu inviato un grande esercito che sconfisse i barbari in una sanguinosa battaglia che si svolse alle pendici della montagna. Il luogo dove furono "presi gli Alani" divenne in seguito Presolana.
Una terza versione, simile alle altre, narra di un certo re pagano di nome Lana che per resistere ai Romani si rifugiò ai piedi della montagna. Anche lui fu "preso" e la vicenda fece nascere il toponimo.

  • La parete della Presolana, vista dai boschi sovrastanti il passo omonimo.
  • In avvicinamento alla parete meta di molti scalatori.
  • La grotta dei Pagani aperta alla base della parete Sud della Presolana, è una meta che vale di per sé una gita.
  • Dalla via normale di salita sguardo sul Bivacco Clusone e le Prealpi bergamasche.
  • Il passaggio più difficile della salita, facilitato da una breve catena.
  • Sulla grande cengia-rampa che porta al canalone terminale.
  • L'imbocco del canalone terminale, più impressionante che difficile.
  • Finalmente sulla cima, un luogo fra i più panoramici delle Prealpi bergamasche.