Da Campodolcino prendere la funicolare sotterranea che porta a Motta di Sotto 1740 m. Calzati gli sci si traversa la piana in direzione NE puntando verso gli edifici che ospitano un ristorante e le stazioni di alcuni impianti a fune. Si imboccano quindi le piste che scendono a Madesimo e, una volta giunti in questa località, ci si reca alla partenza della Funivia del Pizzo Groppera che porta in cima a questa montagna, 2948 m (la corriera di linea che parte da Chiavenna raggiunge comunque anche Madesimo per cui è possibile evitare il primo tratto descritto). Seguendo le piste della Val di Lei abbassarsi quindi fin verso i 2500 m da dove è possibile abbandonare il tracciato battuto per deviare a destra. Proseguire compiendo una lunga diagonale in direzione SSE cercando di perdere meno quota possibile. Si giunge, così, più o meno nel punto mediano del Vallone dello Stella che si allarga ad anfiteatro verso l'alto portando ai piedi del Ghiacciaio del Ponciagna. Piegare a destra (S) e risalire il vallone e, quindi, mettere piede sul ghiacciaio che si percorre sempre in direzione S puntando alla poco rilevata cresta NE del Pizzo Stella. Giunti nei pressi della cresta piegare a destra, costeggiandola lungo il ghiacciaio, pervenendo all'ultimo ripido strappo che precede la cima. Lasciati gli sci, per facile cresta, si raggiunge la vetta.
Discesa
Per la via seguita all'andata oppure, quando le condizioni di assestamento dei pendii lo consentono e quando le abbondanti valanghe hanno coperto il canalone finale, è molto più bella la discesa che si svolge lungo il vallone della Rabbiosa. Dalla cima, con gli sci in spalla, si segue per breve tratto la cresta in direzione S e poi, calzati gli sci, si piega a destra per scendere lungo il versante W. Dopo un primo ripido tratto che richiede qualche precauzione la discesa si fa meno ripida e prosegue sull'ampio pendio che porta alla Capanna Chiavenna (la si può raggiungere anche dal Passo Angeloga), per poi imboccare il vallone del torrente Rabbiosa che porta a Fraciscio. Qui, coi mezzi, si torna a Campodolcino.
Se non si possiede un'auto le possibilità di fare scialpinismo in provincia di Sondrio non sono molte. A parte l'occasione offerta dalla presenza del trenino della Ferrovia Retica che porta ai piedi dei colossi del Bernina, esiste un'altra opportunità in Valchiavenna.
A differenza della soluzione ferroviaria, quest'ultima è un po' più laboriosa in quanto comporta l'uso di diversi mezzi prima di potersi affidare a sci e pelli di foca. Treno, corriera, cremagliera, funivia, sono questi gli "aiuti meccanici" che ci permetteranno di raggiungere la vetta del Pizzo Groppera in Val San Giacomo da dove partire per le nostre gite. In questo caso non è consigliabile iniziare la gita il giorno stesso in cui si è viaggiato, ma è preferibile, una volta raggiunta la zona di operazioni, pensare a pernottarvi.
Dal Pizzo Groppera, punto d'arrivo dei principali impianti di risalita, la vista spazia sulle montagne circostanti, alcune delle quali meta delle gite proposte di seguito. A Nord si apre l'ampia sella del Passo dello Spluga 2115 m, punto d'incontro fra le Alpi Lepontine e le Retiche, incorniciato da due fra le maggiori vette della regione il Pizzo Tambò 3279 m e il Pizzo Suretta 3027 m. A occidente, partendo dal Tambò, si allunga verso Sud la cresta spartiacque della catena Mesolcina che mette in bella mostra le cime del Pizzo Ferré 3103 m e del Pizzo Quadro o Cima de Pian Guarnei, 3015 m. Scavalcato, d'un balzo, il profondo solco della Val S. Giacomo l'occhio viene subito attirato dalla bianca piramide del Pizzo Stella che domina la scena verso Sud e che sarà la meta della nostra giornata. Alla sua sinistra, lontane, si intravedono le sagome delle grandi vette rocciose della Bondasca e le scintillanti sagome del massiccio del Bernina.
Campodolcino, Pianazzo e Madesimo, la località turistica più importante della valle, sono dotate di numerosi alberghi e ristoranti in grado di soddisfare le necessità di tutti, dal più sofisticato a quello che per molti motivi vuole o deve accontentarsi. Conosciutissimo centro di sport invernali Madesimo attira ogni anno migliaia di appassionati sciatori grazie ad un innevamento sempre sovrabbondante e alle sue magnifiche piste fra cui quella celeberrima del "canalone" decantata anche da Dino Buzzati in un suo articolo. Allo stato attuale la pista è stata chiusa onde permettere l'esecuzione di opere che ne rendano migliore e più sicura discesa. Si prevede la riapertura per la stagione 1998-99 o, al più, per quella successiva.
In questa località, nel 1911 fu organizzata, dal Touring Club Italiano e dal CAI Milano, una delle prime competizioni di sci delle Alpi. A leggere il programma della manifestazione, durata sei giorni, dal 1 al 6 marzo, si capisce che l'intento andava ben oltre gli aspetti agonistici. Accanto alle competizioni erano in calendario: escursioni di gruppo, veglioni mascherati sul ghiaccio "sulla patinoire di Campodolcino illuminata alla veneziana " e "Grandi feste fantastiche con fanfara degli alpini, fiaccole, bengala e fuochi alpini. ' Sull'esempio di quanto già da anni accadeva nelle vicine nazioni alpine, anche da noi si voleva aprire al turismo la montagna invernale, farla conoscere e apprezzare per le sue bellezze, aiutati in questo dalla ventata di novità che veniva dalla recente scoperta, dello "ski". La manifestazione basata su una gara di fondo, una di salto e una di discesa ebbe grande successo e fu ripetuta per alcuni anni riscuotendo sempre un grande consenso di pubblico e atleti.
Il versante più noto della nostra montagna é quello nord-orientale, affacciato sulla conca di Angeloga. È caratterizzato da una parete rocciosa triangolare, solcata diagonalmente da un canalone nevoso che, partendo dalla vetta, sfocia sul piccolo ghiacciaio ai piedi della parete. Il "canalone centrale", una delle più interessanti ascensioni della Val San Giacomo, presenta pendenze che raggiungono i 45° e un dislivello di circa 500 m. Un altro canalone, più adagiato, corre parallelo al "centrale", alla sua sinistra, tenendosi, nel tratto finale, poco sotto la cresta Nord.
Detta cresta si allunga dalla vetta fino al Passo di Angeloga; dapprima digrada con andamento regolare, poi si impenna leggermente a formare la Quota 2898 e, quindi, prosegue frastagliata fino ad una profonda insellatura dove torna a sollevarsi per formare la vetta del Pizzo Pelosa e poi morire definitivamente sul valico. Fra le creste Nord e Nord-est si trova un versante poco ripido che ospita il Ghiacciaio del Ponciagna, le cui acque di fusione si scaricano nel sottostante Lago di Lei. Assieme ad altri ghiacciai della cerchia alpina, all'inizio degli anni '90 il ghiacciaio é stato oggetto di studi per rilevare il grado di inquinamento ambientale portato dalle correnti in quota. Il lato Est dello Stella si affaccia sull'alta Val di Cà con un pendio di detriti e un'ultima parete di roccette che termina in vetta; é delimitato a Sud dalla lunga cresta Sud-est che inizia al Passo di Lei. Più o meno lo stesso aspetto presenta anche il versante Sud-ovest che sovrasta la testata della Val d'Avero; ma qui la parete di roccia sommitale é un po' più alta. Il nostro ideale "giro" attorno al monte si conclude con l'ampia dorsale della cresta Ovest, spartiacque fra la Val d'Avero e la conca di Angeloga. Su di essa corre la facile via normale.