Nota sul punto di partenza: San Giuseppe parcheggio impianti del Palù a 1500 m circa. Il parcheggio è raggiungibile da Sondrio percorrendo la carrozzabile della Val Malenco fino a Chiesa in Valmalenco per poi proseguire lungo la più stretta carrozzabile per San Giuseppe e Chiareggio. Poco dopo San Giuseppe, si imbocca una breve deviazione sulla destra (ind. Rifugio Sasso Nero) che con alcuni tornanti termina nell'ampio parcheggio presso la partenza della seggiovia San Giuseppe-Alpe Palù.
Il parcheggio da dove prende le mosse l'itinerario è diviso in due piazzali comunicanti grazie ad un ponticello gettato su un torrentello. Lasciata l'auto si prosegue sulla stradina innevata e battuta dalle motoslitte che si diparte all'imbocco del sopradetto ponticello. Dopo qualche tornante si lascia sulla sinistra la deviazione per i Prati della Costa ed Entova per continuare la salita entrando nel bosco. In questo tratto la pista che stiamo seguendo si tiene vicina al primo troncone dell'impianto di risalita che parte da San Giuseppe ed infatti giunge al limite inferiore dei prati di località Barchi, ove si trova la stazione d'arrivo. La nostra gita prosegue tagliando i prati in salita verso Nord-est e dopo aver lambito alcune dimore, tralasciata la pista che sale verso destra portando al Rifugio Barchi, si prende a sinistra, entrando di nuovo nel bosco. Un lungo traverso quasi pianeggiante e qualche tornante poco faticoso permettono di guadagnare quota nel bellissimo bosco per farci sbucare poco dopo nella suggestiva radura dove sorgono le baite del Paluetto 1620 m. Passando fra le case si devia ora verso destra e si riprende a salire nel bosco con andatura regolare e senza molti strappi, guadagnando quota dolcemente, mentre sulla sinistra incombe la complessa orografia del versante Sud del Sasso Nero. La montagna è caratterizzata da falesie di serpentino grandi e piccole, percorse da salti d'acqua che d'inverno si cristallizzano in bianche cascate di ghiaccio e separate da cenge spesso coperte di mughi. Su tutto domina un silenzio quasi irreale. Poco più avanti si lambiscono le dimore del Barchetto 1800 m, per poi rientrare nel bosco. La salita termina con un altro lungo tratto pianeggiante che, dopo aver lambito alcune baite, giunge sull'orlo della conca che ospita il Lago Palù. Con una leggera discesa ci si immette su una pista più larga proveniente da destra e, procedendo nella direzione opposta, si costeggia da lontano la sponda settentrionale del lago, giungendo infine al grazioso edificio del Rifugio Palù. Passando alle spalle del rifugio si sale in direzione Est per sbucare, poco dopo, al limite inferiore dei prati dell'Alpe Roggione. Qui il panorama si fa ancora più aperto e, mentre salendo si lambiscono da lontano le baite, verso Sud e Sud-ovest, appaiono in tutta la loro maestosità le cime del massiccio del Monte Disgrazia. Risaliti i prati alle spalle delle ultime baite, si rientra nel bosco che ora è assai meno fitto e con alcuni tornanti si punta alla base dello stretto ed evidente canalino, delimitato sulla destra da una falesia rocciosa e a sinistra da un pendio di rado bosco, che sale al Bocchel del Torno. Una volta alla base del canale, inizia una serie di tornanti più stretti che, seppure faticosa, è assai breve. Al termine della salita un breve traverso verso destra adduce al valico.
Il Sasso Nero 2921 m, è un'imponente e complessa bastionata di rocce serpentinose che, assieme ad altre cime della stessa conformazione rocciosa, determina una piccola catena disposta da Ovest ad Est, quasi a difesa delle glaciali montagne del massiccio del Bernina che sorgono poco più a Nord. Essendo completamente staccata dal gruppo del Bernina, questa piccola catena è stata recentemente riconosciuta come un sottogruppo a sé stante che ha preso il nome di Avancorpi meridionali del Bernina.
Inutile dire che da tutte le sommità e dalle creste spartiacque degli Avancorpi il panorama sia verso Nord, sia verso Sud è veramente superbo.
La gita che vogliamo proporre è di tipo turistico e consente diverse varianti; inoltre la si può interrompere a piacimento, specialmente una volta raggiunta l'ampia conca del Lago Palù, d'inverno ricoperto dalla bianca coltre nevosa.
Per quanto assai vicino alle piste da sci del Palù, il percorso si svolge in un ambiente naturale incontaminato e si snoda lungo una stretta pista che si allontana quasi subito dalle piste per entrare nei magnifici boschi che ammantano le pendici meridionali del Sasso Nero. Lungo il cammino si passerà accanto ad alcuni nuclei di baite ben conservate e ristrutturate con maestria, segno dell'amore delle genti del luogo per i loro maggenghi ed alpeggi. Sulle rive settentrionali del Lago Palù sorge un piccolo rifugio alpino, il Rifugio Palù (0342-45.22.01), ove ci si potrà fermare per una sosta ristoratrice: Tuttavia il rifugio fornisce anche alloggio per la notte e quindi, se si ha tempo a disposizione, può essere un'idea quella di salire al rifugio e usarlo come base di partenza per qualche altra breve passeggiata come ad esempio quella che porta all'Alpe Sasso Nero. Per quanto le gite fattibili nella zona siano abbastanza facili e sicure, come sempre si raccomanda la massima prudenza, soprattutto dopo forti e recenti nevicate, quando il manto nevoso non è ancora assestato. Consultate quindi sempre il bollettino nivo meteorologico ed eventualmente chiedete consigli ed informazioni alle guide alpine locali o al rifugista.
Meta della nostra gita è il Bocchel del Torno, ampia sella che si apre fra la piccola, ma dignitosa, vetta del Monte Roggione a destra e le pendici meridionali del Sasso Nero a sinistra. Il Roggione presenta una lunga cresta disposta da Nord a Sud che fa da spartiacque fra il bacino del Lago Palù a Occidente e quello dell'Alpe Musella a Oriente. A Sud tale cresta muore nell'ampio Passo di Campolungo, oggi traversato dalle piste da sci, da dove il pendio risale per terminare infine sul Monte Motta, sentinella della Val Malenco e barriera ove la valle si divide i due rami: a sinistra la Valle di Chiareggio, a destra la Val Lanterna.
Una volta raggiunto il Bocchel del Torno, forse vi stupirete di non esservi allontanati molto dalla civiltà: il silenzio è infatti rotto a tratti dal fruscio e dal cigolio della nuova seggiovia che, dalla base delle pendici settentrionali del Monte Roggione, sale verso Nord-ovest fermandosi poche centinaia di metri a monte del valico. Tuttavia la presenza dei mezzi meccanici non inficia per nulla la bellezza di questa passeggiata.