http://www.comune.albosaggia.so.it
Bollettino valanghe: http://www.arpalombardia.it
Da Cantone 990 m (con innevamento abbondante ci si arresta generalmente un po' prima, intorno ai 900 m, mentre quando la coltre è scarsa si sale fino al parcheggio di Nembro 1070 m) si prosegue lungo la strada con alcuni tornanti prima di affrontare la ripida rampa nel bosco che porta agli spaziosi prati di San Salvatore 1311 m.
Sfiorata l'antica chiesa si risalgono i prati raggiungendone il margine superiore destro (sud est) per poi imboccare una valletta di grossi, radi larici alternati a belle radure che culmina sulla soglia del piccolo Lago della Casera 1920 m.
Costeggiate le baite suggestivamente ricoperte da molti strati di neve si punta a sud a risalire un avvallamento poco marcato e una successione di piccoli dossi e conche che culminano su di un ripiano (quota 2279 m su IGM) in vista dell'imponente piramide del Pizzo Campaggio.
A sinistra (Nord) del Campaggio, è facilmente individuabile, quale punto più basso dello spartiacque e caratterizzata da un masso posto in verticale, la Bocchetta del Campaggino 2401 m. Nel raggiungere la bocchetta, lungo il ripido pendio che la precede, non esiste una traccia più sicura delle altre ed è subito chiaro che è questo il tratto più delicato dell'intera ascensione, a volte "carico" di neve soffiata dal versante opposto.
La maggior parte degli escursionisti si accontenta della parte sciistica della gita, arrestandosi alla selletta (o alla sua base quando il pendio non dia affidamento). Per proseguire fino alla vetta del Pizzo Campaggio 2502 m, lungo la cresta finale, sono consigliabili ramponi e piccozza. Alcuni passaggi facili ma un poco esposti su roccette innevate nonché alcune cornici generalmente protese verso destra (ovest) vengono semplificati passando di poco sul versante della Val Venina.
La discesa si volge per il medesimo percorso; alcune brevi varianti "polverose" (ma delle quali bisogna valutare la stabilità) sono possibili, dai dossi della quota 2279 m, tenendosi un po' più a destra della traccia di salita puntando direttamente sul Lago della Casera.
A sud di Sondrio e dell'Adda, si innalza un vasto e boscoso versante che culmina con la regolare cima del Pizzo Meriggio, nome non casuale visto che per secoli questa cima è stata un po' come una meridiana per le genti che vivevano sul prospiciente versante retico valtellinese. Dal Meriggio si allunga verso Sud una lunga e regolare costiera che funge da spartiacque fra la Val del Livrio a occidente e la Val Venina a oriente, due importanti valli delle Alpi Orobie centrali.
La prima importante vetta che segna questo lungo crinale dopo il Pizzo Meriggio è per l'appunto il Pizzo Campaggio, forse la sommità alpinisticamente più interessante del circondario, dalle forme regolari e di una certa imponenza. Assieme al Meriggio e alle sciate sui vasti parati dei Campelli e di San Salvatore, la salita al Pizzo Campaggio è una delle grandi classiche scialpinistiche fattibili con partenza dal capoluogo della Valtellina. In certi periodi, addirittura, in caso di abbondanti e recenti nevicate, la si potrebbe fare partendo dal fondovalle; ovviamente, in questo caso il dislivello sarebbe però veramente imponente. Quindi, anche se uno sciatore alpinista associa automaticamente il paese di Albosaggia al Pizzo Meriggio, la montagna lungo la quale si svolge la più nota escursione estiva ed invernale della zona, i dintorni offrono anche altre mete remunerative, certamente meno battute, tra le quali spicca quella che proponiamo di seguito.
Questo itinerario, tipicamente orobico, è tra quelli ben sciabili: ampi prati, radi boschi di larice, radure e orizzonti alpini insolitamente aperti e panoramici sulle più alte vette della Valmalenco e del Bernina rendono il percorso interessante per paesaggio e varietà di situazioni. La montagna qui non è stata abbandonata dall'uomo e questo ha consentito di impedire che il bosco fagocitasse gli ampi prati a sfalcio e che esso stesso diventasse troppo fitto e quindi impercorribile. Il toponimo della vetta, ed è già stato detto da altri, deriverebbe forse dal curioso masso che caratterizza la Bocchetta del Campaggino, che nella forma ricorderebbe appunto un campacc, ovvero un tipo di gerla a maglie larghe un tempo utilizzata per il trasporto del fieno. Ma anche la vetta stessa potrebbe ricordare un campacc capovolto& «Il panorama del campaggio, ed è facile presumerlo, è più vasto di quello del Meriggio» scriveva Carlo Saffratti nella "Guida illustrata Sondrio e dintorni": «Il territorio compreso tra il Meriggio e il Campaggio, coi suoi boschi, coi suoi laghetti, i suoi dossi, le sue vallette, ricorda i punti più classici delle montagne svizzere. Durante buona parte dell'anno esso è l'imperturbata dimora di camosci e dell'orso, che qualche volta fa avvertire la sua presenza nelle mandre colà condotte, nei mesi più caldi, per l'alpeggio». Niente paura, gli orsi d'inverno sarebbero in letargo, se ancora ce ne fossero, la guida risale al 1895!
L'esposizione ai quadranti settentrionali consente alla neve di conservarsi fonda e polverosa a lungo anche se, rispetto al vicino Meriggio, le sue condizioni di stabilità andranno valutate attentamente, soprattutto nella parte alta dell'escursione.
Considerando anche il finale alpinistico, non banale, possiamo ritenere il Pizzo Campaggio una salita importante per impegno tecnico e dislivello, capace di regalare molte soddisfazioni in salita come in discesa.