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Pochi metri prima della Palazzina della Falck prendere una bella stradicciola che sale alle spalle dell'edificio (segnaletica n. 317 ex n. 7). Dopo alcuni tornanti, e un lungo tratto obliquo, la strada lambisce un poggio da cui si scorge la sottostante diga di Frera e il Lago Belviso. Poco dopo si deve prestare attenzione per imboccare, sulla destra, un sentierino che, abbandonata la larga stradina, s'inerpica nel bosco (segnaletica). Tagliata nuovamente la sterrata, ad un tornante destrorso la si abbandona imboccando di nuovo il sentierino (bollo biancorosso) che sale ripido e infine sbuca nella verdeggiante radura dove sorge la Malga Fraitina 1698 m, balcone panoramico sulla Val Belviso. Ora il tracciato sale ripido e diretto fino al soprastante limite del bosco, poi volge a destra (Nord) e, tagliando altre volte la sterrata, prosegue fino a lambire le Cascine di Caccia 1916 m. Con vedute sempre più aperte, fra magnifiche radure e rado bosco di grandi larici ed abeti, il sentiero piega ora a sinistra e, con un lunghissimo traverso, punta verso Sud-est. In questo punto, bellissima è la vista dell'imponente Monte Torena, ai cui piedi sembrano sgorgare le cascate che si originano dal terrazzo glaciale sottostante, dove sorge la Malga Torena. Nel rado bosco si raggiungere la stupenda vallecola dove scorre il torrente che genera le cascate appena descritte e la si percorre fino ad un roccione che sembra sbarrare il proseguimento. Il sentiero taglia sotto le rocce e, quindi, sbuca nella magnifica conca nascosta dove si trovano la Malga Torena e il limpidissimo Lago Nero 2036 m. Raggiunta la malga si imbocca una traccia che inizia alla sua sinistra e con percorso intricato traversa una zona di grossi blocchi abitata da numerose marmotte. In circa venti minuti di "ginnastica" su e giù fra i macigni si giunge infine al Lago Verde di Torena 2073 m (2 ore dall'auto - possibile interrompere la gita anche solo qui) in cui si specchia il versante settentrionale del Monte Torena. Tornati sui nostri passi imbocchiamo, poco sotto la malga, il sentiero che percorre la sponda sinistra del Lago Nero (segnavia n. 2) allontanandosi verso Nord. Con un lungo percorso a mezza costa passiamo a monte di una torbiera che separa il Lago Nero da un bacino molto più piccolo, posto a 2049 m. Il tratto pianeggiante termina in corrispondenza di due tornanti che ci fanno perdere un po' di quota, per poi riprendere fino alla base di uno sperone roccioso dove alcuni cartelli indicano le varie direzioni. Seguendo l'itinerario principale, largo e comodo, si continuerebbe fino alla Malga Lavazza e a Carona; viceversa, salendo a sinistra, si percorre un ripidissimo pendio dove esistono poche tracce di passaggio. Tuttavia, senza difficoltà, si arriva al termine della salita dove si apre la minuscola conca nascosta che ospita lo stupendo Lago Lavazza 2131 m (ore 0,40 dal Lago Nero). Da qui ogni traccia di passaggio scompare ed il percorso diventa più faticoso e impegnativo. Per prima cosa occorre lambire la sponda sinistra del lago raggiungendo una zona di sfasciumi alle sue spalle. Ora esistono due possibilità.
A) Risalire direttamente il pendio di sfasciumi e magro pascolo puntando al punto di intersezione fra la rocciosa, dentellata dorsale che chiude la conca sulla sinistra e la ripida parete di erbe e roccette che ci fronteggia. Giunti ai piedi del più ripido tratto finale risalire un canalino di erbe e sfasciumi che porta in cresta oltre la quale si procede in piano verso Sud raggiungendo lo spalto erboso dove si trova il Lago della Cima.
B) Quando il pendio di sfasciumi diventa un po' più ripido si può deviare a destra e risalire ancora per erbe e detriti seguendo una vallecola che si apre fra la parete di erbe e roccette che chiude la conca del Lago Lavazza ed una emergenza rocciosa che domina il lago sulla destra. La salita termina su facili pendii erbosi che adducono al crinale fra Val Belviso e Val Caronella. Il panorama è magnifico, aperto in tutte le direzioni e del tutto inconsueto. Ora dobbiamo percorrere, ad arco di cerchio verso sinistra, la cresta che, ben presto, diventa rocciosa. Sfruttando le cenge che tagliano le roccette e con qualche banale passaggio alpinistico raggiungiamo così la vetta che sovrasta il Lago Lavazza a Nord. Da qui ci abbassiamo facilmente per pendii erbosi verso Est e, ben presto, ci troveremo sopra il Lago della Cima.
In questo tratto il crinale fra Val Belviso e Val Caronella è larghissimo, quasi pianeggiante ed erboso. Dal Lago della Cima 2360 m conviene proseguire risalendo leggermente lungo poggi erbosi dirigendosi verso Sud. Dopo un buon tratto si scorge la possibilità di divallare in direzione Sud-est grazie ad un grande e ripido vallone erboso che scende verso il Lago Nero. Prestando molta attenzione, anche se non vi sono reali pericoli, si scende lungamente perdendo quota velocemente e, con un ultimo diagonale verso destra, si ritorna sulle sponde del Lago Nero.
Gita piuttosto lunga, ma al tempo stesso percorso panoramico e di sicuro interesse sia per gli aspetti naturalistici che per la presenza di improtanti testimonianze preistoriche. Il primo tratto della gita porta, con begli scorci sul sottostante bacino artificiale di Frera e la Val Belviso fin sul terrazzo erboso della Malga Torena. Ci troviamo in una minuscola conca nascosta eppure collocata in un luogo insospettabilmente panoramico. Lo sguardo spazia libero in direzione Nord sulla Valtellina, regalandoci viste che non è esagerato definire «mozzafiato».
L'aereo spalto erboso ove è annidato il Lago Nero di Torena 2036 m, è una località assai suggestiva, di grande bellezza paesaggistica e di notevole interesse storico dal momento che le rocce attorno alle sponde del lago recano numerose incisioni rupestri attribuibili all'uomo preistorico.
Probabilmente gruppi di cacciatori si spingevano fin quassù inseguendo le prede, magari per costringerle nella naturale trappola della vicina conca del Lago Verde. La presenza di coppelle e di affilatoi testimonia come il luogo sia stato frequentato per moltissimi anni ed anche per periodi piuttosto lunghi. Probabilmente scavando nei pressi del lago si potrebbero trovare tracce di qualche accampamento del tipo di quelli scoperti pochi anni or sono in Val Chiavenna, sul Piano dei Cavalli. Alcuni simboli solari e fori di allineamento (se ne trovano ai due estremi del Lago Nero e al Lago Verde) fanno pensare anche ad un uso rituale di questo località, che senza dubbio colpì moltissimo la fantasia dei nostri antenati. Su tutto domina l'imponete mole del Monte Torena, come una sorta di presenza divina severa eppure bonaria.
Nelle vicinanze, con poca fatica si può arrivare al Lago Lavazza, splendida gemma nascosta fra le pieghe della montagna. Qui, chi non se la sentisse può interrompere la passeggiata e tornare sui suoi passi. Il proseguimento per il Lago della Cima è infatti assai più faticoso e privo di sentiero.
Lungo il percorso avrete modo di ammirare le splendide fioriture degli alpeggi e notevoli esemplari di larici e abeti. Fra il Lago Nero e quello Verde abita una numerosa colonia di marmotte e sulle creste d'alta quota non sarà difficile scorgere il camoscio.