Museo Valtellinese di Storia e di arte tel. 0342- 526269.
APT Valtellina-Sondrio, Via Battisti 12 - tel. 0342-512500.
Municipio di Sondrio tel. 0342-526111.
La gita che vi proponiamo questa volta, vi porterà alla scoperta di Sondrio capoluogo della provincia di cui fanno parte Valtellina e Valchiavenna. Situata più o meno in posizione mediana rispetto al territorio provinciale, Sondrio ha sempre avuto un ruolo importante come centro amministrativo. Col passare del tempo questa caratteristica si è ulteriormente accentuata, facendo del capoluogo valtellinese un punto di passaggio obbligatorio soprattutto per il disbrigo di pratiche burocratiche e amministrative. Da qui deriva forse la fama della città come luogo un po' freddino e privo di attrattive. In effetti, si avverte, qui, un'atmosfera del tutto diversa rispetto al calore" e al clima vivacemente comunitario che caratterizzano altri centri della provincia come, ad esempio, Morbegno e Tirano. Non è escluso quindi che sia anche per questo motivo che Sondrio è sempre stata un po' snobbata dal normale turista, più attratto dalle testimonianze culturali ed artistiche di altri centri minori, ma con importanti valenze storiche, come Chiavenna, Morbegno, Tirano e Bormio. In più c'è anche un altro motivo che può spiegare questa mancanza di vita", ed è da ricercarsi nel ridotto numero di frazioni e paesi che gravitano attorno al capoluogo. Ad esempio, l'importante Valmalenco, con i suoi paesi è da sempre staccata dalla vita cittadina e per così dire autonoma. Viceversa, attorno ad un borgo come Morbegno gravitano la vita e le attività di tutti i paesi della bassa Valtellina.
Tuttavia, in questi ultimi anni, un attento recupero del centro storico cittadino, la valorizzazione e la buona conduzione del Museo Valtellinese di Storia e di Arte, l'organizzazione di importanti appuntamenti culturali, hanno fatto riscoprire la città capoluogo agli stessi suoi abitanti. Così vogliamo farla conoscere un po' anche a voi: andrete a visitare quella che non a torto è stata definita la città al centro delle Alpi" e che proprio per questo, un domani, potrebbe essere per la comunità alpina quello che oggi è per la Valtellina.
L'abitato sorge allo sbocco della stretta forra delle Cassandre del Mallero" con cui la Valmalenco confluisce nella Valtellina. La città si è espansa nel tempo, disponendosi a ventaglio sul conoide di deiezione del torrente Mallero e oggi le unità abitative più moderne si spingono fin quasi nei pressi delle sponde dell'Adda: il fiume che percorre la Valtellina. Come per tutti i borghi della valle, la porzione più vecchia dell'abitato fu costruita in posizione rilevata, per evitare il più possibile l'allora paludoso fondovalle. In questo caso, il centro storico di Sondrio occupa la parte alta del conoide già citato e si spinge poi sulle pendici montuose soprastanti. Sopra l'odierno nucleo cittadino, sui due lati della forra delle Cassandre si trovano le frazioni di Mossini, S. Anna e Ponchiera che secondo molti studiosi si possono considerare come la parte più antica e originaria di Sondrio.
Forse, dove oggi si trova il centro storico cittadino, poteva già esistere un qualche nucleo abitato già in epoca romana, quando il territorio era sotto il municipio di Como, tuttavia il nome della città riconduce le sue origini al periodo della dominazione longobarda. Sundrium" è parola longobarda che indica uno speciale terreno coltivato dal proprietario. In effetti, la prima citazione inerente la città si trova proprio nel Codex Diplomaticus Longobariae" in cui si parla di un loco Sundri". Con il passare del tempo, la posizione strategica di Sondrio divenne sempre più importante e, nel 1040, il suo territorio fu affidato da Enrico III di Franconia, alla famiglia De Capitanei sotto il cui dominio furono costruiti i castelli di Masegra e di S. Giorgio, poi trasformato nel convento di S. Lorenzo che dalla contrada di S. Anna sorveglia dall'alto la città in direzione Nord-ovest. Il dominio della famiglia Capitanei cesserà solo nel 1335 quando la Valtellina, con la sconfitta del Vescovo di Como, passerà sotto il Ducato di Milano.
Circa duecento anni dopo, a seguito di un convulso periodo di conflitti sovranazionali i Grigioni s'impossessano del territorio e fanno di Sondrio la sede del governatorato. Lotte religiose fra cattolici e protestanti si susseguiranno per tutto il secolo per sfociare nel sacro macello" del 1620, quando solo nel capoluogo vengono uccisi 120 protestanti e la Valtellina riconquista un breve periodo di indipendenza. Pochi anni dopo altro sangue dovrà scorrere a seguito della superstiziosa caccia alle streghe scatenata dalla chiesa cattolica, ma nel 1639, con il Trattato di Milano, la regione torna ai Grigioni che la terranno per tutto il '700; nel 1798, infatti, la Valtellina sarà annessa alla Repubblica Cisalpina anche se Sondrio perderà il ruolo di capoluogo in favore di Morbegno.
Dopo il Congresso di Vienna la valle entra sotto il dominio dell'Austria facendo parte del Regno Lombardo-Veneto. Sarà un periodo felice e prospero, segnato da un governo illuminato che, fra l'altro, promosse e realizzò importanti opere come la Strada dello Stelvio. La città conosce un nuovo impulso e si estende oltre la cerchia dell'attuale centro storico. L'odierna Piazza Garibaldi, costruita sulla direttrice della Strada dello Stelvio diventa il nuovo punto vitale del borgo in sostituzione di quella che oggi è Piazza Cavour. Sorgono in questo periodo anche l'ospedale e il grande Albergo della Posta oltre che il Teatro Sociale. Nel 1859 la Valtellina entra a far parte del Regno d'Italia e Sondrio continua la sua crescita come capoluogo e città d'affari. Nel 1861 viene fondato il primo giornale locale, La Valtellina", nel 1864 nasce la Società Operaia maschile", nel 1871 si fonda la Società Enologica Valtellinese" e l'anno appresso nascono la Banca Popolare di Sondrio" e la Sezione Valtellinese del Club Alpino Italiano" promossa dal Conte Luigi Torelli, un protagonista delle Cinque Giornate di Milano".
Un nuovo stimolo alla crescita si ha subito dopo la Grande Guerra e soprattutto negli anni '30. L'opera forse più significativa di questo periodo è il Palazzo della Provincia e del Governo, realizzato dall'architetto Giovanni Muzio.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la città subisce l'evoluzione analoga a quella di tanti altri centri urbani: realizzazione di opere sempre meno importanti dal punto di vista artistico-architettonico, distruzione spesso stupida di case e palazzi di notevole valore per far posto ad edifici più moderni.
La crescita della città è proseguita intanto con un allargamento nell'unica direzione possibile, quella meridionale, con l'occupazione della vasta piana prativa che si spinge fino alle sponde dell'Adda e all'odierna tangenziale. In questa zona restano importanti spazi verdi, che molti auspicano possano essere conservati ed adibiti a verde pubblico: una sorta di Parco dell'Adda e del Mallero" che sarebbe un fiore all'occhiello per la Sondrio del terzo millennio.
Un possibile itinerario di visita alla città può iniziare da Piazza Garibaldi, punto centrale del capoluogo, ove sorgono il glorioso edificio dell'Albergo della Posta, già attivo nel '800, le sedi della Banca d'Italia, della Banca Popolare di Sondrio ed il Teatro Pedretti. Al centro della piazza sorge la statua bronzea dedicata all'Eroe dei Due Mondi, eretta nel 1909 in sostituzione di quella che effigiava Francesco I d'Austria, abbattuta dopo l'unificazione. Dalla piazza si volge verso il ponte che traversa il torrente Mallero, portandosi sulla sua sponda opposta per poi scendere in breve nella piccola Piazzetta Carbonera che si trova sulla destra. Il margine settentrionale della piazza è occupato dal Palazzo Carbonera (XVI sec.), al cui interno si trova un cortile su cui si affaccia un elegante loggiato su due piani. Dalla piazzetta s'imbocca Via Romegialli che corre, stretta, fra gli antichi palazzi della contrada Cantone" e giunge in uno slargo che precede il ponte sul Mallero. Sulla sinistra sull'angolo di un'antica dimora recentemente recuperata sono visibili due affreschi raffiguranti i SS. Gervasio e Protasio, patroni della città. Traversato il ponte su una bella passerella coperta, realizzata dopo l'alluvione del 1987, dall'architetto Giovanni Bettini, si scende in Piazza Cavour, la piazza vecchia" dei Sondriesi. Qui, da destra, giunge Via Beccaria che raggiunte la minuscola Piazzetta Rusconi riporta in Piazza Garibaldi tramite la Via Dante con un suggestivo passeggio pedonale fra antichi palazzi e negozi.
Dalla Piazza Cavour, sotto una volta, fra le case, ha inizio Via Longoni mentre a sinistra, quasi all'angolo della piazza, si trova la Salita Ligari, una curiosa via gradinata che porta in cima alle case del quartiere Scarpatetti, ai piedi del Castello Masegra che domina la città. Seguendo Via Longoni si giunge dopo una breve salita, nella Piazzetta Angelo Custode, racchiusa fra l'omonima chiesetta e magnifici palazzi patrizi del XVII-XVIII secolo. Questo luogo era un tempo temuto poiché si diceva, che vi si dessero convegno le streghe. Qui sorgeva anche un'antica fortificazione oggi andata perduta. Sulla sinistra della piazzetta si apre lo stretto vicolo S. Siro, che s'insinua fra i vecchi palazzi e poi sale verso il Castello Masegra. Dritti s'imbocca di seguito Via Angelo Custode, fiancheggiata a sinistra dalla Casa Carbonera che, fra i numerosi motivi d'interesse architettonico, conserva all'interno una pregevole scala elicoidale con ringhiera in ferro battuto. Proseguendo per Via Lavizzari e passando dinnanzi ad imponenti portali in pietra, si giunge in Piazza Quadrivio abbellita da una ottocentesca fontana rotonda. Il lato destro (Sud) della piazza è occupato dalla facciata del Palazzo Sertoli disegnata dall'architetto Francesco Solari di Belvedro. L'interno del palazzo è considerato una delle più riuscite espressioni del rococò in Valtellina, in particolare per il grande salone delle feste. Altrettanto bello e spettacolare è il parco che occupa il lato meridionale del palazzo.
Da Piazza Quadrivio si può imboccare sulla sinistra la Via Scarpatetti il cui nome ricorda quello di un'antica famiglia grigione e che probabilmente deriva dal dialettale sgarba tecc" scoperchia tetti. Poco dopo l'imbocco, la via passa sotto una volta e inizia a salire dolcemente attraversando il cuore del centro storico di Sondrio. Una passeggiata fra gli antichi palazzi e le piazzette, fra l'intrico di viuzze e scalinate di quest'angolo di città, è senza dubbio consigliabile. Con un percorso piacevolissimo la strada sale fino ai piedi del Castello Masegra, da dove si gode un completo panorama sulla città. Il castello risale probabilmente al 1041, ma ha subito numerosi ampliamenti e rimaneggiamenti che lo hanno portato ad assumere le forme e le dimensioni attuali. Sempre da Piazza Quadrivio è possibile imboccare a destra Via Maurizio Quadrio. La via si apre sui Giardini Sassi, oltre i quali svetta la torre campanaria della chiesa collegiata dei SS. Gervasio e Protasio. Di fronte ai giardini, nel Palazzo Sassi ha sede il Museo Valtellinese di Storia e Arte, che ospita la più importante e completa collezione di reperti storici ed artistici di tutta la provincia. Fra l'altro, nel museo sono conservate due eccezionali lapidi incise con un alfabeto di tipo nord-etrusco che ha preso il nome di alfabeto di Sondrio". La pinacoteca conserva importanti opere di artisti valtellinesi e non, fra cui quadri di Pietro Ligari il più celebre pittore locale. Prendendo di mira l'imponente sagoma della torre campanaria si è presto in Piazza Campello dove si trova la chiesa parrocchiale dedicata ai SS. Gervasio e Protasio. La chiesa originaria, forse anteriore al XII secolo, fu abbattuta per lasciar posto ad un più grande edificio disegnato da Pietro Ligari. Purtroppo la mancanza di fondi, la pretesa di voler costruire contemporaneamente il campanile e le numerose incomprensioni fra architetto ed esecutore delle opere, non permisero di completare l'originario progetto. Ne è uscito un edificio nel complesso pesante e triste, che male rispecchia le eleganti idee ligariane. All'interno sono conservate alcune importanti tele dello stesso Ligari. Di fronte sorge il Palazzo del Municipio risalente al XVI secolo. Da Piazza Campello si può imboccare verso Sud il Corso XV Aprile, che in breve ci porta sotto le possenti, grigie mura del Palazzo della Provincia e del Governo (1932-1935), opera dell'architetto Giovanni Muzio. Nelle intenzioni, peraltro riuscite, del progettista il palazzo avrebbe dovuto essere una sorta di simbolica rappresentazione dell'arte storica valtellinese ed è stato realizzato con l'impiego dei più comuni, e nello stesso tempo pregevoli, materiali edili provenienti dalla valle: il granito serizzo per le coperture esterne, il serpentino, il legno, quest'ultimo usato nei rivestimenti interni. La grande sala del Consiglio è affrescata con sei encausti di Gianfilippo Usellini, raffiguranti scene delle attività tradizionali valtellinese cui si uniscono immagini di modernità come quelle della centrale idroelettrica. La realizzazione del Palazzo Muzio" comportò anche una piccola rivoluzione nell'assetto urbanistico cittadino con l'apertura dell'attuale Corso XXV Aprile, corsia di congiunzione fra Piazza Campello e Piazzale Bertacchi. L'opera appena realizzata fu scelta come soggetto di un acquerello realizzato in quegli anni dal celebre grafico Marcello Dudovich, uno dei più grandi disegnatori di pubblicità e poster del XX secolo.
Meritano due notizie anche alcuni importanti luoghi d'arte e di paesaggio che si trovano alle porte della città. All'ingresso occidentale di Sondrio, sopra una rupe fra i vigneti sorge, visibilissimo dalla Strada Statale, il Santuario della Madonna della Sassella risalente al XV secolo, uno dei più importanti monumenti artistici valtellinesi. La magnifica facciata è costituita da una gradinata che immette in un portico sostenuto da sottili colonnine di pietra verde. L'ingresso è sormontato da una lunetta attribuita ai fratelli Rodari e raffigurante il Presepe". All'interno sono presenti numerosi affreschi cinquecenteschi di A. De Passeris.
A Nordest della città, su una grande emergenza rocciosa pure circondata dai vigneti, svettano i ruderi del Castello Grumello importante fortilizio risalente al XIV secolo di cui oggi restano le due costruzioni principali. Il castello, fatto demolire dai Grigioni nel 1526, è stato recentemente restaurato e si raggiunge facilmente imboccando Via IV Novembre per poi proseguire in salita lungo Via V Alpini che porta alla frazione di Colda. Poco dopo, sulla destra si noterà il castello e la strada che vi conduce. Dalla rupe dove si trovano i ruderi si godrà un'incomparabile veduta su Sondrio e su tutta la media Valtellina.