In cima al conoide di deiezione prodotto alle piene alluvionali del Livrio sorge il nucleo principale dell'antico nucleo di Soltogio che, dal 1024 prese il nome di Caiolo. Il ritrovamento di un coltello rituale celtico e di numerose monete romane testimoniano l'antico passato di questo paese che, come molte altre località orobiche, è formata da diverse contrade più o meno popolose.
Elemento dominante del borgo è l'imponente chiesa di San Vittore costruita su una rupe a picco all'imbocco della destra orografica della Val del Livrio. Alla chiesa si può giungere in auto imboccando la strada che poco dopo il ponte sul Livrio (direzione Sondrio) si diparte sulla destra dalla provinciale. La strada porta al cimitero presso cui conviene parcheggiare per proseguire a piedi su una strada selciata con mattonelle di calcestruzzo che, da ultimo in leggera discesa porta presso la chiesa. Tuttavia noi vi suggeriamo di parcheggiare all'inizio del predetto ponte e di traversare il Livrio su un ponte pedonale costruito poco più a monte per poi imboccare la bella mulattiera che con un paio di tornanti s'innalza fin sotto le mura e con un sottopassaggio porta al panoramico portico affacciato su tutta la media Valtellina.
La posizione del complesso architettonico è quanto mai panoramica e significativa, tanto da far pensare che esso sia sorto su qualche edificio castellano a guardia dell'accesso alla valle o su qualche luogo di culto preesistente. Di certo la chiesa è antica perché ne era già segnalata l'esistenza nel XIII secolo.
Per quanto fatta segno di numerosi episodi di vandalismo e razzia, la chiesa di San Vittore conserva ancora interessanti opere d'arte. Fra le opere d'arte sottratte al patrimonio della chiesa ricordiamole immagini dei Santi Vittore e Maurizio, quest'ultimo capitano della Legione Tebea.
Alle spalle dell'imponente chiesa, la cui struttura attuale risale al 1617, sorge l'ex casa parrocchiale dinnanzi al cui muro di cinta si trova una splendida fontana con vasca monolitica indubbiamente assai antica.
Proseguendo oltre la casa parrocchiale per una stradina lastricata con mattonelle di calcestruzzo, si passa davanti al cimitero, poi si scende per una ventina di metri lungo l'asfaltata che porta sulla Provinciale. Sulla destra si diparte una strada asfaltata più stretta che si percorre piacevolmente sbucando sulla carrozzabile che da sinistra giunge dal Torchione. Si sale per questa verso destra ed in breve si giunge al tornante presso il quale, verso destra si diparte (cartello indicatore) la sterrata per Coppi (Cà de Cup). Seguendo in piano questa carrareccia si giunge sulla vasta ed aperta dorsale dove fa bella mostra di sé una torre d'avvistamento che sorge nei pressi dell'antico nucleo medioevale dove, secondo la tradizione aveva sede il Comune. Tornati sulla strada asfaltata, riprendiamo la salita e, dopo un altro tornante, eccoci di fronte alla stradina che, verso destra, porta al grazioso gruppo di case della contrada Mosconi (cartello indicatore).
Il piccolo nucleo è praticamente disabitato, anche se sorge in un luogo incantevole, la maggior parte delle antiche dimore sono in progressivo stato di degrado e si raggruppano attorno alla piccola chiesa dell'Annunciata o di Santa Maria. L'edificio fu costruito tra il 1490 ed il 1495, grazie al contributo dei signori De Mosconibus. Dopo la peste del 1636 ebbe inizio una serie di restauri e migliorie che a più riprese durarono fino ai primi decenni del '700. Del 1741 è il grande portico che appare quasi sproporzionato rispetto alla chiesetta e al minuscolo campanile.
Sia Mosconi che Coppi sono tipici esempi di architettura rurale che conservano interessanti impianti urbanistici e strutturali. In particolare sulle facciate di alcune delle case si possono notare caratteristiche finestrelle trilitiche. Notevoli anche le volte di alcuni locali e passaggi coperti costruite con pietre a secco.
La gita facile di questo mese è un invito a visitare ed "esplorare" il territorio orobico a Sud di Sondrio, che gravita attorno ai due centri abitati di Albosaggia e Caiolo. La passeggiata può essere condotta per buona parte stando comodamente seduti in auto per compiere brevi sortite a piedi in corrispondenza dei luoghi di maggiore interesse. Tuttavia chi se la sentisse potrebbe partire a piedi da Caiolo e farvi ritorno: in questo caso l'impegno fisico richiesto è un po' superiore per quanto si cammini per lo più su comode stradine, spesso asfaltate e ombreggiate dalle selve orobiche.
I due borghi, un tempo facenti parte di un'unica realtà territoriale sorgono allo sbocco della Val del Livrio (nei secoli passati anche Valle di San Salvatore o Valle del Liri) un lungo solco che, diritto e poco ripido, porta dalle sponde dell'Adda fino allo spartiacque orobico, affacciandosi sull'alta Val Brembana. La valle è quasi perfettamente allineata con la Val Malenco che, alle spalle di Sondrio si apre la via verso le creste retiche oltre le quali si trova l'Engadina. Questa ottimale situazione orografica unita dalla vicina presenza della parallela Val Venina, ha fatto della Val del Livrio una delle vie preferenziali per gli spostamenti transalpini fra il sud ed il nord di questo settore delle Alpi. Probabilmente la sua importanza fu più marcata molto anticamente per poi diventare sempre meno interessante col mutare delle condizioni geopolitiche e con l'affermarsi di altre direttrici molto più favorevoli. Comunque, ancora nel Medio Evo, la Val del Livrio era utilizzata nei collegamenti fra la bergamasca e la Valtellina ed era territorio ambito e conteso anche per la presenza di miniere di ferro. Le testimonianze di questo importante passato costellano il territorio posto all'imbocco della valle, si tratta di antiche chiese, di torri di guardia e fortilizi posti a guardia dei passaggi. Purtroppo sono manufatti relativamente recenti, ma la storia di alcuni di questi affonda in un passato molto più remoto e nebuloso. Indizi e leggende ci parlano di un tempo in cui le Alpi erano abitate da tribù ancora pagane presso le quali faticava a farsi luce la parola dei primi cristiani. Altri misteriosi quanto concreti segnali ci rimandano ancor più indietro nel tempo, nella preistoria. Su tutto, in ogni momento della gita, l'elemento dominante sarà il paesaggio la cui lettura non potrà che facilitare il galoppo della fantasia. Basta poco per immaginare viandanti, guerrieri o pastori muoversi sue e giù per le selve, percorrere la ragnatela di sentieri che le solca, affrontare l'attraversamento dell'Adda su un traghetto e proseguire verso la loro meta quale che essa fosse.
L'importanza dei luoghi e delle testimonianze storiche ci ha indotto a suddividere la descrizione in due puntate. Nella prima ci rivolgeremo al settore che gravita su Caiolo e che si situa sul costone della destra orografica della val del Livrio.
La dedica al Santo Vittore, martire della mitica Legione Tebea è un'ulteriore indicazione della sua antichità, che si collega alla prima fase di evangelizzazione delle Alpi. Forse non è un caso che non molto più in alto, già nella Valle del Livrio sorga San Salvatore, quella che da molti è ritenuta la più antica chiesa della Valtellina, eretta dai primi cristiani che si spinsero fra questi monti. Nelle Alpi le chiese dedicate ai martiri tebei sono moltissime e si trovano tutte in luoghi strategici ed importanti soprattutto dal punto di vista della viabilità antica.
Scampato con altri 66 compagni alla decimazione della legione ordinata dall'imperatore Massimiano, Vittore fuggi da Agaunum (l'attuale Saint Maurice nel Vallese) e si rifugiò col compagno Urso a Salodurum (l'odierna Solere). Imprigionati e torturati una prima volta, i due riuscirono ancora a fuggire dedicandosi alla predicazione del cristianesimo presso le genti alpine. Catturati una seconda volta i tebei furono infine messi al rogo, ma il fuoco fu spento sotto l'effetto da una forte pioggia improvvisa. Furono quindi decapitati e gettati nel torrente Aar, ma i loro corpi riemersero tenendo tra le mani le rispettive teste, che deposero sulla riva del fiume. Recuperati da genti cristiane i due furono sepolti in un luogo segreto, ove solo in un secondo tempo fu eretta una cappella.