Dal piazzale dell'imbarcadero di Vassena si lambisce sulla destra la chiesa dei Santi Celso e Nazario e, passando accanto al piccolo monumento ai caduti, si svolta a sinistra salendo nella Via Parrocchiale. Entrati in Via Machiavelli si sale a raggiungere la Strada Statale costiera, che si traversa spostandosi verso destra ad imboccare la Via General Cantore. Si lambisce sulla destra la chiesa di Santa Maria del Carmine arrivando ad una trasversale ove, sopra una fontanella, purtroppo celati da uno specchio, si trovano i cartelli indicatori. Comunque, a questo punto si devia a destra e poi a sinistra iniziando la lunga salita della Via Fratelli Cairoli. Lasciando a destra la deviazione per il sentiero "Civenna 2", si procede direttamente sulla ripida stradina che termina con una rampa di cemento. Subito dopo inizia l'acciottolato, scandito da ampi e regolari gradini, che compie una curva verso sinistra e passa sotto il piccolo viadotto di una strada privata. Larga ed elegante la mulattiera giunge ad attraversare la predetta strada privata lambendo "Villa Pierina" e poi piega a sinistra rientrando nel bosco. Con ampie svolte e qualche tratto un po' sconnesso la salita prosegue regolare fino a lambire un muro di cinta, poco sopra il quale l'acciottolato cede nuovamente spazio all'asfalto. Lambendo la cinta di una zona residenziale di villette si prosegue direttamente oltrepassando una catena tesa a sbarrare il passaggio, si supera l'acquedotto, e si giunge ad un piccolo parcheggio in fondo alla Via Palembri. Poco dopo il parcheggio, indicazione poco visibile, si diparte sulla destra Via San Vincenzo, che passa a monte di un'altra zona di recenti costruzioni. Dopo una salita ed una discesina si riprende a salire lambendo la piccola cappelletta di San Vincenzo e si prosegue per la via omonima fino all'Oratorio della Madonna di Grèe. L'edificio, risalente al sec. XVI è stato ricostruito nel 1716.
Prendendo ora a destra lungo la passeggiata panoramica "Ettore Foschi" si traversa a mezza costa con belle vedute panoramiche sul Lario e sulle Grigne mentre, qua e là, si possono ammirare alcune belle ville costruite attorno agli anni '20 del 1900.
Oltre un passaggio coperto inizia sulla destra la Passeggiata Antonio Cassia che prosegue la lunga traversata; poco più avanti si lascia a sinistra la Via degli Archi e si giunge a lambire sulla destra la chiesetta di San Rocco poco oltre la quale si giunge sul Piazzale Grigne e al suo verde parco panoramico, da dove si gode uno splendido panorama.
Come prima accennato, per il ritorno vi consigliamo di seguire la carrozzabile passando sulla destra di San Rocco, antichissimo edificio sacro già esistente nel 1382 ed ora Sacrario dei Caduti di tutte le guerre.
Entrati in Civenna, sempre sulla destra avremo modo di visitare la Chiesa Parrocchiale ricordata per la prima volta in un documento del 1573, e dedicata ai SS. Materno e Ambrogio, vescovi di Milano.
All'uscita del borgo si trova invece il Santuario della Madonna di Sommaguggio (dal latino jugum, giogo) posto in cima alla salita del dosso con cui la strada entra in Civenna provenendo da Canzo. Anche questo è un edificio sicuramente antico, forse il più antico di Civenna o quanto meno contemporaneo all'oratorio di S. Rocco, eretto all'altro capo del paese, verso Bellagio. Caratteristico il suo piccolo sagrato coperto sostenuto da sottili colonnine granitiche.
Si scende ora lungo la carrozzabile e dopo circa duecento metri s'incontra sulla sinistra l'imbocco di Via Palembri da cui si scende direttamente riprendendo la mulattiera per Vassena.
Come molti altri percorsi lariani già presentati da "Trekking", anche questo ha la possibilità di essere effettuato utilizzando il traghetto del Lago di Como che fa fermata nel piccolo porticciolo di Vassena, sulla sponda occidentale del ramo lecchese del Lario. Vassena è pure raggiungibile con l'auto percorrendo la stretta e tortuosa strada che collega Lecco con Bellagio. In questo caso la camminata potrebbe partire dalla carrozzabile ma così facendo si perderebbe la visita al suggestivo porticciolo del paese. Quindi, una volta entrati nell'abitato, tenete d'occhio l'indicazione che segnala verso destra (provenendo da Lecco) la deviazione per l'imbarcadero.
Per quanto consigliabile in ogni stagione la gita acquista particolare bellezza in primavera ed autunno, ma anche la stagione invernale è adattissima. In questo periodo la fitta selva entro cui si dipana la mulattiera ha perso le foglie consentendo ampie e sempre diverse panoramiche sul sottostante lago.
Tranne qualche breve sezione, mulattiera che andremo a percorrere è ancora in ottimo stato: un fitto acciottolato di piccoli sassi calcarei costituisce la pedata di centinaia di bassi gradini, la cui alzata è fatta con magnifici cordoli di granito, alcuni dei quali in un unico pezzo che sfiora il metro e mezzo di lunghezza. Poiché i cordoli sono il punto dove, si esercita il maggior sfregamento del piede durante la salita, era necessario un materiale molto duro, resistente all'abrasione e ruvido per evitare scivolate quando il cammino è bagnato. La roccia calcarea di cui sono composte tutte le montagne circostanti, non si prestava affatto allo scopo essendo assai tenera. Le alzate così fatte avrebbero subito una veloce azione lisciante che, oltre a renderle poco durevoli, le avrebbe trasformate in insidiosi trabocchetti se inumidite dalle piogge.
Per fortuna Madre Natura ha regalato a questi luoghi la pietra dura che necessitava grazie alle migliaia di massi erratici, per lo più di granito, portati fin qui dai ghiacciai del quaternario che, dalla Valtellina, scendevano fino alle porte della Brianza. Grazie a questi blocchi, alcuni dei quali dovevano essere assai voluminosi, le genti del Lario ebbero a disposizione abbondante materiale d'opera con cui non realizzarono solo alzate di mulattiere, ma anche soglie e portali, strutture angolari, colonne e ogni altro genere di elemento architettonico che richiedesse particolare solidità.
La salita termina virtualmente nella parte bassa del paese di Civenna, affacciato sul ramo di Lecco del Lario e prospiciente il complesso montuoso delle Grigne.
Assieme a Limonta e Onno, il villaggio di Vassena, da cui prende le mosse la gita, forma il comune di Oliveto Lario, istituito nel 1927. Il nome richiama alla mente la tradizionale coltura dell'uliveto, praticata su questa sponda lacustre fin dalle epoche romane. A testimonianza di quanto appena detto, ricordiamo che in un documento datato 835 d.C, si invitano i massari di Onno a dare aiuto agli abitanti di Limonta durante la raccolta delle olive.
Ottenuto in quantità assai limitata, l'olio del Lago di Como è uno dei prodotti agricoli più ricercati e preziosi, ambitissimo dagli intenditori della buona tavola per le sue caratteristiche organolettiche e per la sua bassa acidità. Assai diffusa fino alla prima metà del '900, l'olivicoltura lariana è andata man mano perdendo importanza fin quasi a scomparire. Solo in tempi recenti questa tipica ed antichissima coltivazione ha ripreso un po' di spazio per tornare ad essere una risorsa economica di una certa rilevanza.
A Vassena, che fino al 1498 appartenne a Bellano, si trovano la sede municipale di Olveto Lario, la piccola graziosa chiesa della Madonna del Carmelo e la parrocchiale dei Santi Celso e Nazario. Nelle strette viuzze alle spalle dell'imbarcadero si possono notare interessanti antiche dimore abbellite da raffinati portali
Più estesa di Vassena, Civenna è distribuita ai lati della carrozzabile che da Erba porta a Bellagio passando per Canzo. La strada divide il borgo in due unità che per gli abitanti locali sono la "Terra di sopra" e la "Terra di sotto". Il paese ha origini remotissime, e fu sicuramente abitato già in epoche pre romane. Alcuni massi avelli, sarcofagi scavati nei grandi monoliti di granito, testimoniano l'antica presenza dell'uomo in questa località soleggiata e strategicamente panoramica.
Secondo alcuni studiosi il nome Civenna deriva da un cognome etrusco, ma potrebbe fare riferimento anche alla strategica posizione del villaggio, punto chiave nella viabilità del Triangolo Lariano e sentinella su tutto il ramo lecchese del Lario. Per secoli, a partire dall'880, Civenna ed il suo circondario restarono infeudati al monastero Benedettino di Sant Ambrogio Maggiore in Milano, che li aveva ricevuti in dono da re Carlo il Grosso. Tale condizione fu soppressa solo nel 1797, con la costituzione della Repubblica Cisalpina. Da quella data le sorti del paese seguirono quelle di tutti gli altri abitati lariani fino all'Unità d'Italia.
L'importanza del paese è riconoscibile dalle numerose antiche dimore che si possono ammirare percorrendo le vie del nucleo storico: portali, loggiati sostenuti da delicate colonnine di granito, ma anche suggestive vie come la "Via degli Archi", che si diparte dal percorso che percorreremo. Questo stretto passaggio sale verso la carrozzabile principale attraversando uno degli angoli più interessanti di Civenna, reso ancor più particolare dalla presenza di un antico masso avello ora trasformato in fontana.
Il Piazzale delle Grigne di Civenna costituisce la meta conclusiva della nostra gita; per il ritorno consigliamo di seguire verso sinistra la carrozzabile Erba-Bellagio passando per il centro del paese. Oltre al panorama avrete così modo di visitare oltre alla vicina chiesa di San Rocco anche altri due importanti edifici sacri.