Dal parcheggio presso le autorimesse si sale il ripido pendio e si raggiunge la strada poco sotto la zona di rimboschimento citata nell'accesso stradale. Si percorre il tracciato verso sinistra e poco dopo si devia a destra portandosi sull'ampio dossone della cresta meridionale della Corveggia. Il tracciato non richiede particolare intuizione: basta tenersi sul crinale e, superando alcune impennate, si raggiunge il punto in cui il crestone si restringe e diventa in parte roccioso. In funzione delle condizioni è percorribile ancora in sci oppure a piedi, specie nell'ultimo tratto che adduce alla vetta.
NOTA: data l'ampiezza del crinale, con nebbia fitta è estremamente facile perdere l'orientamento, fatto questo da tenere in considerazione soprattutto per la discesa.
Il momento migliore per affrontare i percorsi di scialpinismo sul Lario, si concentra in genere nel mese di febbraio, ma può prolungarsi fino a marzo quando ci siano state abbondanti precipitazioni e un clima rigido.
Purtroppo non è facile mettere le mani, o meglio, gli sci, su quelle immacolate distese; un po' perché raramente sono in buone condizioni, un po' perché se non si conosce il dedalo di stradine che portano in quota, prima di giungere alla base di qualcuna di esse può essere arrivato il disgelo. Eppure quelle "creste bianche" sono una vera e tentazione e le magnifiche discese che promettono, unitamente alla bellezza della montagna invernale sono motivi di fascino che si aggiungono a quelli già accennati. Quella della neve ghiacciata o durissima è una particolarità piuttosto frequente sulle "creste bianche". Forse il fenomeno è imputabile agli stessi motivi che determinano il microclima della zona: esposizione a Sud e Sud-est, elevate escursioni termiche, forti venti. A ciò si aggiunge l'effetto dell'umidità che, anche d'inverno, sale dal lago e con le gelate notturne crea un effetto "glassa" sul manto nevoso. In questi casi, le sciate migliori si effettuano nelle prime ore del pomeriggio quando la superficie gelata cede un pochino permettendo una miglior presa agli sci. In principio stagione è possibile trovare della noiosa neve "ventata" che non facilita virtuosismi stilistici. Tali condizioni si verificano però più che altro presso le vette ove minori sono gli effetti dell'alternanza caldo-freddo.
Visto il tipo di itinerari, tutti localizzati su ampie dorsali di cresta, non esistono particolari pericoli di slavine, salvo con particolari condizioni di innevamento abbondante e nei giorni immediatamente successivi le precipitazioni. I ripidi pendii che spesso fiancheggiano tratti di crinale richiedono attenzione specie se ghiacciati: una scivolata lungo di essi, non sarà forse catastrofica ma ci farà atterrare in luoghi da dove il rientro potrebbe essere più che laborioso. Non esistono punti di appoggio invernale ma i vari paesi della sponda del Lago di Como sono ben forniti di ristoranti, alberghi e pensioni. Data la possibile breve durata del periodo ottimale per effettuare i percorsi è consigliabile avere una base d'appoggio in zona e, qualora si volessero compiere più gite, cercare di concentrare l'attività in un breve lasso di tempo.
Come già detto la maggior difficoltà agli spostamenti è data dalle innumerevoli strade che percorrono questi versanti e che a causa della scarsa segnaletica possono facilmente indurre ad errori. Per questo motivo abbiamo approfondito particolarmente la descrizione degli accessi stradali agli itinerari descritti i quali, svolgendosi su crinali necessitano invece di ben pochi commenti sull'itinerario sci alpinistico vero e proprio.