Escursioni - La Croce di Poira

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «La Croce di Poira»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Bassa Valtellina
  • Tipo: Escursione
  • Sigla: E-4
  • Periodo consigliato: da maggio a novembre. Tuttavia nelle annate con inverni asciutti può capitare che la gita sia fattibile anche nei mesi solitamente meno favorevoli
  • Punto di partenza: Poira 1077 m. La località si raggiunge da Morbegno imboccando la strada che porta verso il versante Retico (direzione Traona, Mello). Superato il ponte sull'Adda si prende a destra e si inizia la salita che, dopo Dazio porta a Roncaglia e quindi a Poira (15 km circa).
  • Tempo di percorrenza: 3 ore per la sola salita.
  • Dislivello: 1100 m. circa.
  • Difficoltà: EE (Escursionistica per Esperti)
  • Bibliografia: Miotti G. e Mottarella L.: "Alle Porte della Valtellina", edito da Comunità Montana di Morbegno e Edizioni Melograno - Sondrio 1988. Gruppo Aquile Morbegno: "Alti sentieri a Nord di Poira", Morbegno 1983.
  • Cartografia: CNS 1:50.000 «Monte Disgrazia»; Carta Escursionistica Kompass 1:50.000 «Chiavenna-Val Bregaglia»
 


 
mappa di La Croce di Poira

Percorso

Entrati in Poira si continua lungo la carrozzabile che compie un tortuoso giro e, con un'ultima curva verso destra, termina in un ampio parcheggio nei pressi della piccola chiesa. Lasciata l'auto si continua lungo una sterrata che s'addentra, verso Est, nel fitto bosco (cartelli indicatori per Ledino e Pesc). La strada procede molto larga e in buona parte pianeggiante per sbucare sui prati del vicino maggengo di Careggio.
La carrareccia prosegue con fondo in cemento e con un'ampia curva si porta a monte delle case per poi riprendere in direzione Est. Dopo un altro tratto sterrato e pianeggiante la strada lambisce, sulla sinistra, una conca erbosa occupata quasi al centro da un pino e termina presso le case di Ledino dove sorge la "Cascina del Piero", azienda agrituristica. Ora si prosegue per sentiero nel bosco inerpicandosi alle spalle di Ledino e prendendo quota fino ad una cappelletta votiva dove si trova un bivio. Si prende la diramazione di sinistra e si continua nel bosco con percorso piacevole e, molto spesso, privo o quasi di tornanti. Fra rocce affioranti, betulle e pini silvestri, un'ultima salita diretta porta alle baite di Pesc (Peccio, abete) 1613 m dove si apre la parte superiore della Val Toate.
Dalle baite si procede ancora per circa duecento metri su sentiero e, poi, in corrispondenza di un grosso ometto semidistrutto che fiancheggia a destra il tracciato, si deve imboccare una poco evidente deviazione sulla sinistra (qualche ometto). Si procede su terreno scoperto salendo per una cinquantina di metri e quindi, facendo bene attenzione, s'indovina il sentiero che verso sinistra taglia quasi pianeggiante. Il tracciato si fa man mano più marcato e dopo un lungo tratto porta sulla dorsale boscosa che delimita ad Ovest la Val Toate. Ora non resta che seguire la ripida traccia che s'inerpica nel bosco e che termina ad una spalla erbosa posta sotto la Croce di Poira. Si continua sulla ripida dorsale con scomodo cammino su erba e poi su grandi blocchi di granito per terminare questo faticoso tratto in corrispondenza della grande croce.
La gita terminerebbe qui, ma per godere un panorama migliore consigliamo di proseguire ancora un poco raggiungendo una prima cimetta per facile crinale erboso e, poi, una seconda sommità cui si perviene dopo aver vinto alcuni grandi blocchi accatastati con elementari passaggi su roccia. Ci troveremo così su un punto molto aperto, una minuscola cimetta rocciosa segnata anch'essa da una croce, ma più piccola e molto più antica di quella che si trova pochi metri più a valle.

La Croce di Poira, luogo sconosciuto ma alla vista di tutti

In molte occasioni ci è capitato di proporre ai nostri lettori percorsi di grande suggestione, ma sconosciuti ai più sebbene si trovino "dietro l'angolo di casa". La salita alla Croce di Poira rientra, a pieno titolo, in questa categoria perché la località è di quelle veramente alla vista di chiunque e non può sfuggire neppure al più disattento passante che percorra il tratto di Valtellina fra Morbegno e Talamona.
Guardando in alto, verso il versante retico, si nota una bizzarra torre rocciosa che svetta sugli ampi pascoli di quella che sembra una valletta minore, la Val Toate. Poco sopra la torre si staglia la dentellata cresta spartiacque con la Val dei Ratti e la Val Masino. Apparentemente l'unico motivo d'interesse della località sembra essere dato dalla presenza della bella torre; tuttavia, si scoprirà con piacere che quelli che sembrano luoghi "minori" riservano preziose sorprese, soprattutto dal punto di vista paesaggistico. Una volta raggiunta, e non senza fatica, la croce metallica che segna il termine della camminata, si apriranno allo sguardo orizzonti insospettabili e inconsueti caratterizzati, in primo luogo, dalle vaste distese di pascoli che si stendono ai piedi delle rocciose creste sommitali.
La gita prende le mosse da Poira, antico maggengo della Costiera dei Cèch, oggi località di villeggiatura privilegiata da molti morbegnesi che, all'ombra dei pini, hanno costruito le loro villette.
Poira è un magnifico terrazzo panoramico affacciato sulla Valtellina e già di per sé merita di essere conosciuta per l'ambiente riposante e tranquillo. La località è divisa in due nuclei: Poira di Dentro e Poira di Fuori; quest'ultima è la porzione che ha mantenuto intatte le antiche caratteristiche del maggengo originario.
La salita può essere suddivisa in due parti. Ad un primo tratto, abbastanza agevole, che si svolge prevalentemente nel bosco di pino silvestre e betulla, segue una ripida salita che si snoda su un costone boscoso per poi uscire allo scoperto solo molto più in alto a vincere l'ultimo ripidissimo strappo che porta alla ben visibile croce.
Si tratta, quindi, di una gita abbastanza impegnativa, che richiede un discreto allenamento e una certa esperienza in quanto la segnaletica è piuttosto carente.

La Torre Bering

Scoglio estremo, bastione di un mondo perduto e remoto, la Torre Bering deve il suo nome alla fantasia dei giovani scalatori che, per primi, nel 1976 posero gli occhi su questa bizzarra struttura rocciosa alta circa 300 metri. Quel giorno d'estate Massimo Casaletti, Ivan Guerini e Tarcisio Mattei scalarono il notevole sperone meridionale della torre battezzandolo con un altro poetico nome: Il pilastro delle stelle cadenti.
La Torre Bering costituisce la propaggine meridionale del vicino Corno del Colino da cui è separata mediante uno stretto intaglio. Sentinella sulla Val Toate e sulla media Valtellina, oltre che lungo il Pilastro delle stelle cadenti, la Torre Bering può essere scalata grazie ad alcune vie alpinistiche su roccia con difficoltà di IV e V grado.
Scalare su queste cime può sembrare alpinismo minore; tuttavia quest'impressione scomparirà ben presto, una volta immersi nella selvaggia solitudine di questi luoghi dove non ci sono rifugi per accomodarsi a riposare prima e dopo l'ascensione.
In verità su queste desolate lande esiste un piccolo ricovero, il bivacco Bottani-Cornaggia: tuttavia esso si trova assai distante dalla Torre Bering e, pertanto, non può essere convenientemente usato come base d'appoggio

Il Pino Silvestre, signore dei monti di Poira

Il Pino Silvestre, pino selvatico o pino di Scozia è tipico dei versanti montani solatii e spogli occupando una fascia altitudinale che va dagli 800 ai 2100 metri. Gli esemplari più vecchi, sopravvissuti agli incendi e alla mano dell'uomo, possono raggiungere anche i 40 metri di altezza e sono veramente imponenti. Un tempo tutta la porzione superiore della Costiera dei Cèch doveva essere ricoperta da una foresta di Pini Silvestri di cui sopravvivono pochi esemplari originari. In genere, quelli che incontriamo sul nostro cammino, sono assai più giovani, anche se non mancano esemplari già veramente belli nel portamento e nella chioma.
Questa pianta ama i luoghi aperti e può formare selve pure, o può essere in consociazione con l'abete, il larice, la betulla e l'acero.
Gli esemplari che vivono alle quote più elevate sono generalmente più bassi, ma presentano chiome fitte di rami e assai folte. Bellissima è la porzione superiore dei tronchi, ove la corteccia assume un colore caldo, spesso giallo miele, a volte rosso ruggine.
Oltre che per le sue caratteristiche di pianta rustica e pioniera quindi adatta a colonizzare zone di frana o impoverite, il Pino Silvestre è celebre per la qualità del suo legno adattissimo per la costruzione di mobili. Per le qualità balsamiche delle loro essenze le gemme vengono impiegate in erboristeria per curare le malattie dell'apparato respiratorio. Anticamente dalla resina della pianta si otteneva la celebre "pece greca" usata per calatafare le barche, ma anche impiegata per realizzare proiettili infuocati da lanciare contro le mura nemiche tramite le catapulte. L'ottima qualità del legname e la particolare altezza dei tronchi resero questa pianta assai ricercata per gli scopi più disparati. Innumerevoli esemplari furono "sacrificati" per la realizzazione di alberi per le barche, pali telegrafici, legname da edilizia. Spesso, sui rami apicali e più esposti alla luce, si noteranno i nidi sericei della Processionaria del pino che, simili a grandi bozzoli avvolgono una porzione di rametto. All'imbrunire le giovani larve, bruchi ricoperti da peluria urticante, escono dai nidi per divorare voracemente i germogli e gli aghi del pino formando spesso delle lunge file che si dipanano sui rami e da cui è derivato il nome della specie (nome scientifico Thaumetopoea processionea L.). A fine primavera le larve costruiscono un bozzolo nel terreno da dove sfarfalleranno nel mese di luglio come innocue farfalline dai colori scialbi che ripeteranno il ciclo della vita.

  • Dopo Poira e Careggio la strada giunge a Ledino.
  • La cappelletta poco sopra Ledino, dove si trova il bivio del sentiero.
  • LÂ'ambiente asciutto e solare tipico del pino silvestre e della betulla.
  • Le baite di Pesc e, sulla sinistra, il Corno del Colino e la Torre Bering.
  • La Torre Bering e il Corno del Colino visti dalla Croce di Poira.
  • La faticosa salita ha fine: sullo sfondo, a destra della croce, il Monte Legnone.
  • Dalla sommità più elevata i pascoli a Nord di Poira sovrastati dalla cresta spartiacque con la Valle dei Ratti.
  • Durante la discesa lo sguardo torna un attimo verso lÂ'alto, alla Croce di Poira.