Consorzio Tourisport Santa Caterina Valfurva
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Nota sul punto di partenza:
a) Albergo Ghiacciaio dei Forni 2178 m (tel. 0342-93.53.65. È posto a 6 km da Santa Caterina Valfurva al termine della strada asfaltata della Valle dei Forni) o Rifugio Branca-Martinelli 2487 m (tel. 0342-93.55.01 vedi accesso nella descrizione sotto).
b) Rifugio Berni 2541 m (tel. 0342-93.54.56. Sorge a margine della SS del Passo di Gavia a circa 11 km da Santa Caterina).
a) Dall'Albergo Ghiacciaio dei Forni scendere al laghetto artificiale presso cui si trova un altro piazzale parcheggio e con direzione Est risalire il fondovalle tenendosi sulla destra per poi tagliare in diagonale traversandolo per portarsi sul versante opposto (destro orografico) e avvicinarsi alla fronte del ghiacciaio. Salire ora un ripido avvallamento raggiungendo il filo della morena e, procedendo in piano verso Sud, (verso sinistra si arriva invece in breve al Rifugio Branca dislivello 300 m, ore 1,30 dal parcheggio) mettere piede sul Ghiacciaio dei Forni (Dal rifugio Branca 2493 m, scendere brevemente nel valloncello compreso fra la morena destra orografica del Ghiacciaio dei Forni e le pendici della montagna. Risalire portandosi da ultimo sul filo della morena seguendolo fin quasi al suo termine per poi deviare a destra entrando sul ghiacciaio).
Procedere ora in direzione Sud sull'ampio plateau glaciale e in leggera salita portarsi ai piedi del grande vallone compreso fra l'Isola Persa 1742 m a Ovest e i rocciosi contrafforti del crestone Nord-ovest della Rocca di Santa Caterina. Man mano si sale il vallone si apre e si giunge così ad una conca posta a circa 3000 m, ai piedi dei pendii glaciali che portano sul lungo crinale fra il Colle degli Orsi e la Punta Cadini. Piegando gradualmente verso Sud-ovest si risale un ripido tratto crepacciato raggiungendo, infine, la rampa glaciale che forma il versante orientale della Punta San Matteo. Percorrendo la rampa si raggiunge facilmente la vetta con gli sci.
Nota: presso il Colle degli Orsi e quindi poco sopra e a Sud dell'inizio della rampa terminale sorge il bivacco fisso Meneghello.
b) Dal Rifugio Berni si scende (Est) ad attraversare il torrente della Valle di Gavia e, quindi, con direzione Nord-est si taglia in diagonale entrando in leggera discesa nel Vallone di Dosegù, occupato in alto dall'omonima vedretta. Si risale il vallone tenendo preferibilmente la sua sinistra orografica per giungere infine in vista della fronte del ghiacciaio. Prima di mettere piede sul ghiacciaio si supera un tratto molto ripido per poi proseguire in direzione di una seraccata che si lascia sulla sinistra. Risalire ora la Vedretta di Dosegù dapprima ancora in direzione Nord-est; poi piegare gradualmente compiendo un arco di cerchio verso Nord-ovest, in direzione della sella che si apre fra la cresta Nord-ovest del San Matteo e la Cima Dosegù più ad Ovest. Raggiunto il crinale in corrispondenza dell'ampia insellatura, lasciati gli sci, si sale verso destra percorrendo la cresta, in alcuni punti ripida ed esposta, per guadagnare infine la vetta.
Benché gli indiscutibili cambiamenti climatici abbiano in parte modificato alcuni dei tradizionali periodi in cui fare gite a piedi o con gli sci; benché gli stessi mutamenti abbiano accorciato ed abbassato ghiacciai e in qualche circostanza modificato notevolmente la morfologia dei monti, il grande Ghiacciaio dei Forni in Valfurva e i sui vicini fratelli, resistono testardamente e restano uno dei più tradizionali terreni per lo scialpinismo primaverile.
C'è dunque ancora tempo per avventurarsi lungo queste abbacinanti calotte gelate per raggiungere le cime che, lassù, in alto, affiorano dai ghiacci oltrepassando i 3500 metri di altitudine ed in alcuni casi avvicinandosi alla soglia dei 4000.
La gita che proponiamo è una delle più classiche e tocca una vetta storica del gruppo del Cevedale: la Punta San Matteo.
Con le sue forme proporzionali ed eleganti il San Matteo (l'uso del maschile è forse consentito dal fatto che a volte la cima è segnata anche come Monte San Matteo) è una delle perle della famosa collana di vette nota come Le 13 Cime. Partendo da Ovest si susseguono il Pizzo Tresero, la Punta Pedranzini, la Cima Dosegù, la Punta San Matteo, il Monte Giumella, la Punta Cadini, la Rocca di Santa Caterina, la Cima di Peio, la Punta Taviela, il Monte Vioz, il Palon de la Mare, Monte Rosole e Monte Cevedale.
La possibilità di raggiungere la vetta del San Matteo da due punti di partenza diversi rende la gita alla portata di molti e soprattutto consente di scegliere l'itinerario migliore in considerazione delle condizioni della montagna e dello stato di assestamento delle nevi.
In ogni caso, si tratta di percorsi d'alta montagna che richiedono preparazione, allenamento e attrezzatura adeguata svolgendosi su grandi ghiacciai. Molti alpinisti locali e valtellinesi sfruttano la vicinanza da casa compiendo le gite senza avvalersi dell'appoggio dei rifugi, ma per chi deve affrontare un lungo viaggio di avvicinamento è consigliabile scegliere di pernottare in loco. In questo modo potrà affrontare la salita di mattino presto quando le condizioni della neve e l'assestamento dei pendii è ottimale. Arrivando in vetta quando i primi caldi ammorbidiscono lo strato superficiale di neve si potrà poi godere una discesa sensazionale, quasi come ci si trovasse su una pista battuta, ma in un contesto di libertà assoluta ed in una cornice ambientale veramente grandiosa.