Dal Ristoro Solena ove conviene lasciare l'auto, si prosegue lungo la sterrata che entra nel bosco di mughi che circonda il luogo. Si guadagna così quota raggiungendo un dosso presso il quale si stacca sulla sinistra il tratturo per l'alpeggio del Grasso di Solena. Noi proseguiamo dritti lungo la strada che, persi alcuni metri di dislivello, porta ad un parcheggio (qui verso destra inizia la sterrata che scende nel Vallone di Penedolo verso la Valle del Braulio) oltre il quale è in ogni caso proibito l'accesso ai non autorizzati. La strada si attiene alla destra orografica della valle e con piacevole percorso si addentra lungo il canyon iniziale. Sulla destra si possono ammirare le pareti calcaree che sostengono i Piani di Pendolo, sulla sinistra incombono invece le suggestive bastionate orientali del nodo montuoso Monte Solena Punta Schumbraida. Superate le baite della località "le Fornelle", poco oltre si giunge al ponticello tramite il quale, verso destra prosegue il sentiero verso i Piani di Penedolo. Noi continuiamo invece lungo la strada principale, mentre il solco vallivo si allarga; poco dopo eccoci nei pressi della Baita o Malga di Forcola 2313 m. Si prosegue lungo la stradina che prende quota con alcuni tornanti alle spalle dell'alpeggio. Traversato un ripiano erboso verso Est, il percorso riprende a salire e si riavvicina al torrente finché raggiunge un altro ripiano, posto a quota 2500 circa. Si abbandona ora la strada per immettersi su una traccia che taglia a sinistra (Ovest) abbassandosi leggermente e passa quindi sotto una falesia. Su traccia di sentiero si sale poi a raggiungere il dosso 2529 m, posto proprio sopra la Baita di Forcola e, quindi, si entra nella diramazione nord-occidentale della valle. Guadagnando lentamente quota con un lungo diagonale su pascoli sempre più petrosi si giunge infine presso il Lago di Forcola 2590 m. Da qui ormai senza più tracciato si prosegue verso Ovest, su pietrame, risalendo il solco finale della valle che porta all'amplissima sella della Fuorcla Schumbraida.
Nota: Dalla Baita di Forcola è pure possibile salire direttamente in direzione Nord-nord-est, per pascoli e vaghe tracce, raggiungendo il tracciato per il Lago di Forcola ormai verso il suo termine.
Nascosta in una delle pieghe più recondite dell'alta Valtellina, la piccola Valle della Forcola può a buon diritto essere considerata come uno dei lembi estremi della provincia di Sondrio. Con andamento che, grosso modo, va da Nord a Sud, la valle s'insinua fra le rocciose pareti calcaree che sovrastano a settentrione i laghi artificiali di Cancano e di Fraele e che, con le Corne del Palone e di Radisca, vanno poi a formare la destra orografica della Valle del Braulio, via verso lo Stelvio.
Il percorso si svolge per un lungo tratto su strada sterrata agevole e poco faticosa che termina nei pressi della Baita di Forcola, estremo alpeggio posto al centro di verdi pascoli che nei mesi di luglio ed agosto s'arricchiscono di una splendida fioritura. In questo punto la valle si apre a ventaglio, morendo sulle creste ove corre il confine italo-svizzero e biforcandosi.
La strada fu costruita durante la Grande Guerra come moltissime altre opere militari erette su questi monti a guardia della prima linea che correva sui vicini crinali dello Stelvio. Abbandonato il Ristoro Solena e la foresta di mughi che lo circonda, la prima parte del percorso si svolge nello stretto canyon con cui inizia la valle. Interessanti scorci sulle rocce circostanti narrano di grandi sconvolgimenti tettonici evidenziati dalle impressionanti pieghe degli strati calcarei che in origine erano piani ed orizzontali.
Verso la metà della valle, in località Fornelle, si incontrano i ruderi degli antichi forni fusori che hanno dato origine al toponimo. Fra questi monti, e per molti secoli a partire almeno dal 1200, si sviluppò un'intensa attività estrattiva di minerale ferroso. Il materiale, non eccessivamente pregiato, subiva una prima fase di lavorazione nei forni costruiti in loco per poi essere portato a valle, al forno di Premadio, per le successive elaborazioni. I giacimenti più importanti, il maggiore dei quali era situato a ben 2600 metri di altitudine, si trovavano sui piani di Penedolo e di Pedenoletto, che delimitano la sinistra orografica della valle. La roccia estratta era limonite, un ossido di ferro contenente circa il 58% di minerale utile.
Superato il canyon iniziale con le sue bizzarre formazioni calcaree e raggiunta la Baita della Forcola, la nostra gita piega verso Nord e poi Nord-ovest risalendo il desolato e grandioso tratto di valle che porta alla Forcola Schumbraida da dove si gode uno splendido panorama