Passeggiate ed escursioni - Due gite nella Valle di Livigno

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «Due gite nella Valle di Livigno»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Alta Valtellina
  • Tipo: Passeggiata + Escursione
  • Sigla: A54
  • Periodo consigliato: da luglio ad ottobre
  • Punto di partenza: Livigno 1816 m (230 km da Milano lungo la SS 36 dello Spluga fino a Colico, la SS 38 dello Stelvio fino a Bormio e, poi, per la SS 301 del Foscagno; oppure anche per il Passo della Forcola, attraverso il territorio svizzero, lungo la strada Tirano, Poschiavo, Passo della Forcola: 180 km da Milano).
  • Tempo di percorrenza: 1 ora per raggiungere la fonte S. Michele; 2-3 ore per la sola salita al Motto.
  • Dislivello: 100 metri per la salita alla fonte S. Michele; 900 m per la salita al Motto.
  • Difficoltà: T (Turistica); E (Escursioistica) la salita al Motto.
  • Bibliografia: Alta Valtellina da Grosio allo Stelvio - Ed. CAI-TCI 1984; Peretti G.  "Rifugi alpini, bivacchi e itinerari scelti (vol. 1: Bormiese, valli grosine, ecc.)" - Sondrio 1992.
  • Cartografia: Carta Escursionistica Kompass 1:50.000 «Bormio-Livigno-Corna di Campo»; CNS 1:50.000 «Ofenpass».
  • Informazioni locali: AZIENDA PROMOZIONE TURISTICA LIVIGNO - Tel. +39 0342 05 22 00 - via Saroch 1098/a c/o Plaza Plachéda - I-23030 Livigno (So)
 


 
mappa di Due gite nella Valle di Livigno

Percorsi

Fonte San Michele

Da Livigno si prende la strada per la galleria carrozzabile del Passo del Gallo, che porta in Engadina, a Zernez e in Val Monastero. Si percorre detta strada per 3 km circa fino all'inizio del ponte che permette di superare il piccolo golfo che il Lago di Livigno crea allo sbocco della Val Viera, tratto inferiore della Val Cantone. Qui è stato recentemente realizzato un grande impianto per la regimazione idrica il cui edificio di cemento sorge sul ciglio sinistro della strada. Sul lato opposto si trova un grande parcheggio, 1820 m. Lasciata l'auto si imbocca un sentiero che inizia poco prima degli edifici (cartello indicatore) e pochi metri dopo s'incontra un altro cartello giallo. Da qui si deve proseguire lungo il sentiero, inizialmente poco evidente, che sale tenendosi sul prato, al margine del bosco. Dopo qualche tornante si arriva ad un altro cartello che indica, a sinistra, la salita verso il Motto (vedi itinerario seguente). Noi proseguiamo invece verso destra percorrendo un bel sentiero in terra battuta che s'inoltra, quasi pianeggiante, in un rado bosco di magnifici larici. Dopo qualche saliscendi, il tracciato esce dal bosco per entrare in una zona di prati e mughi interrotti da canali di sottile detrito che si traversano agevolmente anche grazie ad un ponticello di legno. Ci stiamo avvicinando verso la fine della Val Viera mentre il paesaggio è chiuso dalle belle sagome dolomitiche della Corna Cavalli, a sinistra, e del Piz da l'Acqua che, sulla destra, domina una curva della Val cantone, naturale proseguimento della Val Viera. Proprio sotto le pendici meridionali della Corna Cavalli scende un vallone e, ai suoi piedi (indicazione), salendo qualche gradino, eccoci presso la fonte S. Michele 1919 m.

Il Motto

Chi invece volesse salire verso la vetta del Motto, non deve far altro che abbandonare il sentiero presso il secondo cartello indicatore ed iniziare la salita. Un sentierino s'inerpica con numerosi tornanti lungo la ripida pendice del monte. La lunga e faticosa ginnastica trova un momento di pausa allorché, dopo aver abbandonato le ultime piante raggiungiamo i pascoli su cui sorge la piccola Baita del Motto 2232 m. Ora il sentiero tende a scomparire un poco nel verde dei pascoli; tuttavia non è difficile seguire la traccia, che prosegue oltre la baita e prosegue sullo"zuccone" verdeggiante della nostra montagna. Anche la ripidezza del pendio sembra perdere vigore man mano si risale il costone che porta nei pressi di un grande ripetitore. Da qui, in pochi passi eccoci sulla tondeggiante sommità del Motto da dove potremo ammirare un panorama mozzafiato sulle valli del Livignese. Verso Sud si allunga tutta la valle, occupata in buona parte dall'abitato di Livigno che si allunga ai margini della strada carrozzabile. Sotto i nostri piedi ecco la Val Federia che si stacca verso destra da quella principale di Livigno, abbracciando la Costa della Blesaccia dove si trovano molti impianti sciistici.  In fondo, in lontananza appaiono le bianche e scintillanti vette del massiccio del Bernina. Verso Sud, il versante destro orografico della Valle di Livigno è inciso dalle importanti Valle delle Mine e Val di Campo coronate da belle vette e da piccoli ghiacciai. A Sud-est ecco la verde costa del Mottolino, il Passo d'Eira percorso dalla carrozzabile per Bormio, e in lontananza le cime glaciali del gruppo Cima di Piazzi-Cima Viola. Di fronte a noi a Est si apre la boscosa Valle Alpisella, delimitata a Nord dalla catena dolomitica Cima Paradiso-Cassa del Ferro-Pizzo del Ferro e a Sud dal "motto" boscoso di La Paré-M.te Crapene.

La Valle di Livigno

La Valle di Livigno potrebbe benissimo rappresentare un po' il prototipo della "valle nascosta" che ha alimentato alcune delle leggende più diffuse fra le popolazioni alpine. Incastonata fra alte cime senza apparenti sbocchi, questa porzione di territorio ha "goduto" per secoli di un particolare isolamento, che, tuttavia, non ha impedito all'uomo di insediarvisi stabilmente, anche se a prezzo di grandi sacrifici. Oggi Livigno è il borgo che tutti conosciamo, un centro turistico di grandissima fama, soprattutto per merito della zona franca di cui beneficia e delle sue magnifiche piste da sci. Ci si può arrivare mediante comode strade carrozzabili ed ora c'è chi pensa addirittura ad un collegamento ferroviario con la vicina Svizzera.
Famosa come centro di villeggiatura invernale, la località è un po' meno nota per le sue valenze alpinistiche ed escursionistiche, che solo recentemente si cerca di valorizzare e far conoscere. Eppure, grazie anche alla sua particolare posizione, l'ambiente naturale della Valle di Livigno offre numerosi motivi di interesse. Ci troviamo, infatti, nel punto di contatto fra due aree geologiche diverse che confinano fra loro seguendo una linea che si stende da Sud-est a Nord-ovest, fra la Val Trela e il Passo Cassana. A Nord di tale linea prevalgono le formazioni di tipo calcareo-dolomitico e i fenomeni carsici, a Sud si trovano invece rocce cristalline e metamorfiche.
La presenza di due diversi substrati geo-pedologici ha determinato un'altrettanto diversa evoluzione morfologica del territorio ed ha influito, in particolare, anche sullo sviluppo delle specie floristiche.
Insomma, questo comprensorio potrebbe essere considerato un piccolo condensato degli ambienti più tipici delle Alpi: a Ovest vette dai profili "occidentali", ghiacciai e rocce cristalline, a Est cime "dolomitiche", valli profonde e più aride, causa i fenomeni di carsismo tipici delle montagne calcaree.
Discostandoci un poco dal solito abbiamo voluto offrirvi qui la possibilità di scegliere fra due gite, una facilissima e breve, l'altra più lunga, impegnativa, ma assi bella. A seconda della compagnia con cui vi trovate e della vostra voglia potrete compiere la breve escursione che vi porterà alla fonte S. Michele, in fondo alla Val Viera, oppure potrete cimentarvi coi ripidi pendii del "Motto", termine che, un po' ovunque sulle Alpi italiane, indica una forma cupoliforme più o meno grande.
Invero quest'ultima è una passeggiata abbastanza faticosa anche se si svolge interamente lungo un sentierino ben intagliato e tracciato. Anche il dislivello non è trascurabile, tuttavia, d'estate ci si può concedere il tempo per una piacevole camminata in montagne e se il tempo è bello, si può deciderne a piacere la durata.
Il Motto è l'evidentissima cima che sorge sopra il Lago di Livigno e che separa l'imbocco della Val Federia e della sua laterale Val Salient a Sud, da quello della Val Viera e della Val Cantone a Nord. Sebbene faticosa la salita è resa meno dura dalla grandiosità del panorama che si apre man mano ai nostri occhi, e dalla ricchezza di flora e fauna che popolano questi pendii apparentemente inospitali. Lasciato il bosco di larici che contorna la base della montagna, specie sul lato settentrionale, ci innalzeremo fra praterie d'alta montagna sui quali non sarà difficile scorgere camosci e stambecchi che quassù trovano abbondante pastura prima di affrontare il rigido inverno. Interessante la presenza nelle vicinanze, di alcune sorgenti di acqua solforosa che testimoniano come, sotto la dura scorza rocciosa, la storia dei monti dell'alta Valtellina sia tutt'altro che conclusa.
La gita più breve che vi consigliamo, veramente adatta a tutte le età, vi condurrà a visitare una di queste fonti. Il sentiero entra nella Val Viera e con piacevolissimo quanto facile percorso, porta presso una di queste sorgenti nota come "sorgente S. Michele". Tuttavia, diversamente da molte altre fonti analoghe sparse sulle Alpi, l'acqua che sgorga qui non è calda o tiepida, segno che il suo percorso per giungere allo scoperto è assai lungo. Solo così, infatti, potrebbe raffreddarsi.
Le cime che ci circondano appartengono alle cosiddette "Dolomiti Engadinesi", formazioni calcaree che caratterizzano tutta l'area del Parco Nazionale Svizzero e dell'alta Valtellina. Coeve alle Dolomiti vere e proprie, anche quelle Engadinesi si sono formate fra 250 e 80 milioni di anni or sono in Era Mesozoica. Purtroppo, importanti fenomeni legati all'orogenesi alpina, sovrascorrimenti, sollevamenti etc.,  hanno eccessivamente fratturato queste vette determinandone l'estrema friabilità come testimoniano le imponenti colate di detriti alla base delle pareti. Tuttavia proprio questi fenomeni orogenetici hanno lasciato profondi segni che ancora possiamo leggere nelle stratificazioni e nelle imponenti pieghe di alcune di esse: un vero e proprio libro di storia geologica a cielo aperto.
Un altro elemento, questa volta totalmente opera dell'uomo e quindi più recente, ha contribuito un poco a modificare l'ambiente di questo solitario settore della Valle di Livigno: il grande lago artificiale che inizia proprio ai piedi del Motto.
Il bacino fu costruito fra il 1964 ed il 1968 dalla EKW società idroelettrica svizzera ed ha una capacità di 164 milioni di metri cubi. Il muraglione di contenimento ha un'altezza di 130 metri e uno spessore variabile da 29 a 10 metri per una superficie di 540 metri quadrati, ed è ben visibile poiché su di esso passa la carrozzabile per Zernez. Per quanto in territorio italiano le acque del torrente Spöl, che alimentano il bacino, si gettano nell'Inn. Pertanto questo lembo di territorio appartiene a tutti gli effetti al bacino del Mar Nero.

  • La Val Federia vista dalla cima del Motto.
  • La baita del Motto e la Corna Cavalli.
  • La Val del Cantone: a sinistra la Corna Cavalli, a destra il Piz da l'Acqua.
  • La baita del Motto e uno stambecco sul crinale, stagliato contro il cielo.
  • La Valle di Livigno
  • Ancora la Valle di Livigno: vista panoramica dal Motto
  • L'inizio dei sentieri per la Fonte S. Michele e per il Motto.