Lasciata l'auto nel parcheggio davanti al cimitero seguire la stradina pedonale che porta in paese dove svoltando a destra si arriva sul piazzale della chiesa dedicata ai Santi Quirico e Giulitta, da dove si può godere di una bellissima vista sul lago. Si prosegue per la stradina sterrata che porta alla "Via alla Costa", nella parte alta dell'abitato di Tronzano; si segue la strada asfaltata fino alla segnalazione della mulattiera (segni su un palo - qui si arriva anche salendo dal centro di Tronzano). Si sale fino alla lapide in memoria di Don Beretta di Ponte Chiasso (ucciso per rapina), e, attraversata la strada asfaltata per Bassano la mulattiera si inoltra in un bosco di Faggi e cespugli di Nocciolo. Arrivati alla frazione di Bassano, seguire il cartello in legno che indica il Lago Delio. La mulattiera sale con tratti un po' ripidi attraversando un castagneto in una atmosfera molto rilassante, e poco dopo un tratto in falsopiano, si entra nella faggeta che porta ai Monti di Bassano. Giunti nei pressi dei primi caseggiati, in corrispondenza di una cappelletta votiva, la mulattiera prosegue trasformandosi in strada di terra battuta arrivando nei pressi del Lago Delio dove diventa asfaltata: qui sulla destra si trova l'indicazione per la cima del Monte Borgna. Ci si incammina per la mulattiera che poco dopo devia subito a sinistra, costeggiando un muretto a secco e seguendo i segni si prosegue su sentiero arrivando in una larga spianata dove si trova un rudere. Proseguendo nel bosco si percorre sulla destra una lunga diagonale ben segnalata che porta fino in cima da dove si gode di una bellissima vista sul Lago Maggiore con Luino sulla sponda sinistra e le Isole Borromee sulla destra. Per il ritorno si segue lo stesso itinerario a ritroso.
"Pino sulla sponda del Lago Maggiore" è il comune italiano con il nome più lungo ed è il più settentrionale borgo che si affaccia sulle rive lombarde del Lago Maggiore. Si trova, infatti, vicinissimo al confine con la Svizzera, aggrappato ad un promontorio roccioso, detto Sasso di Pino, che s'immerge nel Verbano. È un paesino molto piccolo, ma splendido e grazie alla sua posizione privilegiata è meta estiva di numerosi turisti. L'origine del nome, Pino, può essere messa in relazione con l'antica presenza in zona di abbondanti pinete, oppure con la parola latina "pinus" intesa come nave: infatti, il promontorio su cui sorge l'abitato ricorda un po' la prua di una nave. Poiché il borgo si trova su una via di comunicazione, altre interpretazioni suggeriscono la derivazione del nome dalla parola latina "popinus", taverniere.
Il ritrovamento avvenuto alcuni anni fa, di una tomba databile alla fine del V secolo a.C., contenente vari oggetti, fra i quali una spilla a staffa in rame cesellato e lavorato a sbalzo di pregevole fattura, fa risalire l'origine di Pino al periodo celtico.
Poco o nulla si sa della data in cui fu eretta l'attuale parrocchiale, la chiesa di S. Quirico e Giulitta, le cui origini sembrano risalire al periodo romanico. L'edifico ha subito diversi rimaneggiamenti, ma le cronache ci narranno che nel 1567 era ancora di piccole dimensioni, con l'interno decorato da affreschi, mentre la facciata aveva quattro finestroni ed una finestra circolare. In seguito la chiesa fu ampliata e ristrutturata sino ad assumere, nel 1874, le caratteristiche odierne.
La torre, oggi sede del Municipio, ha origini misteriose, ma probabilmente fu costruita fra il secolo XI ed il XII. Sino a pochi decenni or sono, l'economia locale era basata sulla coltivazione di viti, frumento e ulivi, che integrava l'allevamento del bestiame. Oggi, assieme al turismo, per molti abitanti di Pino il lavoro si trova a poche centinaia di metri, in territorio elvetico.
Il Lago Delio si trova ai piedi del versante nord orientale Monte Borgna. Si tratta di un invaso naturale originatosi dall'escavazione prodotta dal grande ghiacciaio che nel Quaternario ricopriva tutta la zona e si spingeva fino nella Pianura Padana. Agli inizi del '900 si cominciò a pensare di sfuttarne le acque per la produzione di energia elettrica e nel 1911 fu eretto uno sbarramento che innalzò il livello naturale del lago aumentandone la capienza. Più tardi, negli anni '60 del secolo scorso, si costruirono due nuovi sbarramenti che innalzarono ulteriormente il livello del lago, portandone la capacità a circa 11 milioni di metri cubi. Le acque del lago alimentano la centrale idroelettrica di Ronco Valgrande, sulla sottostante sponda del Lago Maggiore, una delle centrali idroelettriche più grandi d'Europa per potenza installata (circa 1.000 MW). L'opera, realizzata tutta in caverna, è considerata un fiore all'occhiello dell'ingegneria idroelettrica italiana ed è visitata ogni anno da centinaia di studenti provenienti da tutti gli istituti di Lombardia e Piemonte, oltre che da addetti ai lavori ed esperti provenienti da ogni parte del mondo. Di giorno le acque del lago vengono utilizzate per far funzionare le turbine e di notte, momento in cui l'energia ha costi minori, vengono ripompate nel loro invaso naturale per poi essere reimpiegate nel momento di massima richiesta d'energia.