Da Castione della Presolana prendiamo la stradina per Rusio e parcheggiamo prima o dopo il ponte presso il ristorante "Mulino", che si trova sulla sinistra orografica del torrente uscente dalla forra della Valle dei Mulini.
Imbocchiamo la sterrata che prima del ponte si diparte sulla sinistra. Costeggiamo il torrente lasciando una prima diramazione sulla destra per imboccare quella successiva che, grazie ad una sorta di viadotto in pietra, entra nella forra per portarsi sull'opposta sponda ed incontrare poco dopo il grazioso ponte in pietra del "Puntesel", restaurato dagli alpini; per esso continuiamo nella forra incontrando numerosi scorci interessanti.
Procediamo per un tratto sulla destra orografica e, superata una graziosa fontanella vigilata da uno gnomo di legno sempre attento e vigile, incontriamo la deviazione per la chiesa di San Pietro (San Peder).
Continuiamo con una serie di successivi attraversamenti, finché il sentiero giunge ad una roccetta ove sembra terminare. A questo punto è possibile traversare a sinistra il torrente proseguendo sulla sponda opposta e, dopo aver lasciato una deviazione sulla sinistra, riavvicinarsi al rivo per riattraversarlo più in alto. Oppure è possibile salire facilmente la roccetta e proseguire su quello che era il vecchio tracciato, ricollegandosi comunque al sentiero che prende quota nel bosco fino ad una presa per l'acqua con tubatura volante che traversa la valle.
A questo punto, con traversata a sinistra, usciamo dal solco principale della valle per entrare in un valloncello secondario e, dopo essere passati accanto ad un'altra presa d'acqua, proseguire la salita fino a sbucare sul margine inferiore dei pascoli di Malga Presolana.
Proseguiamo per un breve tratto a margine del bosco per intercettare poco più in alto una sterrata che verso sinistra porta alla Malga (a destra prosegue il sentiero CAI n°318 che porta verso il Colle di Presolana). Dalla malga seguiamo la strada quasi pianeggiante che punta verso Sud e passa accanto alla Malga di Campo 1528 m, per poi scendere a tornanti con belle visuali sulla sottostante vallata.
Con un ripido tratto ed un tornante la strada rasenta alcune dimore ed entra in un valloncello, dove sulla sinistra si diparte una sterrata che seguiamo per pochi metri per imboccarne, poi, una sulla destra (indicazioni per San Peder). La stradina taglia in diagonale fino a giungere ad un punto di sosta sottostante la colma ove sorge la chiesetta di San Pietro.
Su un sentiero con qualche tornante si giunge all'edificio alle cui spalle si trova un terrazzo panoramico sulla forra della Valle dei Mulini.
Tornati sulla via principale, per essa scendiamo verso il punto di partenza.
Alle spalle di Castione della Presolana sfocia una vallata importante: non tanto per la sua ampiezza, quanto perché le sue acque costituirono per secoli una preziosissima risorsa fornendo la forza motrice ai numerosi mulini che sfruttavano questa energia naturale.
Accanto a questo ricordo del passato, la stretta Valle del Mulini presenta però anche motivi di interesse paesaggistico e naturalistico, poiché la sua parte inferiore è un'incassata forra scavata in alte pareti calcaree in cui si alternano quinte rocciose, grandi escavazioni, ardite torri calcaree. Oggi su alcune di queste pareti sono state tracciate anche vie d'arrampicata di notevole difficoltà che fanno della valle uno dei luoghi più noti ove praticare l'arrampicata sportiva in provincia di Bergamo. La gita si svolge su un buon sentiero che richiede attenzione solo durante i numerosi guadi del torrente. Dopo aver risalito praticamente tutto il solco vallivo, il sentiero porta sugli aperti pascoli ove sorgono gli edifici di Malga Presolana, posti quasi al centro di un verdeggiante anfiteatro cinto da pareti calcaree. Oltre il basso crinale dove a Nord-est s'apre il Colle di Presolana, s'innalzano le alte pareti verticali della Presolana, la vetta regina di questi luoghi e delle Prealpi Bergamasche. Altro motivo d'interesse è la visita alla chiesetta di San Pietro, autentico belvedere sulla valle e le montagne circostanti.
Castione della Presolana, località di partenza della gita, è uno dei numerosi borghi che si susseguono nell'ampia conca prativa che forma la testata della Val Borlezza, ampia vallata che da qui scende verso Sud-est sboccando a monte di Lovere, sul Lago d'Iseo.
Inizialmente questi centri abitati conobbero un buon livello di benessere grazie alle attività agro pastorali, favorite dall'abbondanza di pascoli e foreste. A ciò si aggiungeva anche una certa valenza strategica in quanto il vicino valico della Presolana rappresentava un importante punto di transito fra la Val Seriana, la Val di Scalve e la media Val Camonica.
Clusone, Rovetta, Castione della Presolana e le sue frazioni, conservano importanti testimonianze di questo splendido passato che sicuramente ha lasciato un segno anche nella cultura delle popolazioni locali, attaccatissime alle loro montagne. Troviamo traccia di questo sentire nella cura con cui si presenta il territorio nonostante l'evidente azione d'urbanizzazione subita nel '900: prati e boschi sono perfettamente tenuti, i sentieri sono sempre ben segnalati e nei paesi si respira un'aria accogliente e quasi familiare.
A partire dai primi anni del '900, la bellezza dei luoghi e la salubrità del clima, oltre che la vicinanza alle grandi città di pianura, permise il nascere e il prosperare di una florida economia basata sul turismo che trovò poi nuova linfa con la realizzazione degli impianti sciistici.
Clusone è la piccola capitale di questi luoghi e, dopo la passeggiata, il borgo merita senz'altro una visita. Innumerevoli le testimonianze artistiche e storiche del paese, a cominciare dal palazzo comunale, risalente al XI secolo e ristrutturato nel XV secolo. Sulla facciata del palazzo spicca il celebre orologio astronomico costruito da Pietro Fanzago sul finire del '500, vera e propria opera d'arte di meccanica medioevale, oggi simbolo del paese. Al termine della sua fatica il matematico e meccanico clusonese così scriveva alla base del suo orologio: «SYDERA VIX ALIJ OBSCURA RATIONE MOVERIFANZAGUS MANIBUS, LUMINIBUSQUE PROBAT 1583» «Ho messo in opera tutta la conoscenza acquisita dagli astronomi nei loro studi. 1583».
Altrettanto celebre e assolutamente da non perdere è il quattrocentesco affresco della "Danza macabra" che campeggia sulle mura dell'Oratorio dei Disciplini.
Si tratta di un'opera di notevole pregio, di autore ignoto, ma di grande impatto scenografico e simbolico. Nell'oratorio sono conservati inoltre altri notevoli affreschi degni di essere ammirati. Altri importati monumenti in Clusone sono i palazzi Carrera, Marinoni e Fogaccia, oltre che la basilica di Santa Maria Assunta che conserva pregevoli opere d'arte fra cui anche una scultura lignea di Andrea Fantoni.
I Fantoni, originari del vicino paese di Rovetta, furono una celeberrima dinastia di scultori del legno e nel loro paese natale si trova il piccolo Museo Fantoni che ospita numerosissime sculture realizzate dai membri della famiglia. Per una visita si consiglia di consultare il sito (http://www.scuolerovetta.it/museofantoni/).