Escursioni - L'abbazia di San Benedetto in Val Perlana

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «L'abbazia di San Benedetto in Val Perlana»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Mesolcina e Lario Occidentale
  • Tipo: Escursione
  • Sigla: E59
  • Periodo consigliato: da maggio a novembre
  • Punto di partenza: Ossuccio; parte alta del paese, parcheggio presso il Bar-Trattoria "Riposa"
  • Tempo di percorrenza: 2 ore per la salita, 1,30 ore per la discesa
  • Dislivello: 600 m
  • Difficoltà: E (Escursionistica)
  • Bibliografia: Eugen.E. Hüsler "Lago di Como", Rother Editori - Appiano (Bz) 1995
  • Cartografia: CNS 1:50000 287 «Menaggio»; Carta Escursionistica Kompass 1:50.000 n° 91 «Lago di Como-Lago di Lugano»
 


 
mappa di L'abbazia di San Benedetto in Val Perlana

Percorso

Abbandonata la Strada Regina si sale ad Ossuccio, lasciando l'auto ove più conveniente in uno dei piccoli parcheggi che, man mano, s'incontrano salendo verso la parte alta del paese. L'ultimo parcheggio si trova nei pressi della terza cappella della Via Crucis per la Madonna del Soccorso. Da questo punto si deve procedere a piedi percorrendo l'ampia e ripida strada acciottolata che, lambendo altre notevoli cappelle, raggiunge la Madonna del Soccorso il cui grandioso edificio s'impone alla nostra vista, lassù in alto, all'imbocco della Val Perlana.

Superata la chiesa si prosegue ancora per la ripida stradina che giunge infine su uno spalto prativo dove sorgono le case di Preda 520 m. Ora il sentiero si fa più dolce ed entra, a mezza costa, lungo la sponda destra idrografica della Val Perlana.

Lasciati i prati ci si addentra nel bosco che non ci abbandonerà più fino a San Benedetto. Inizialmente il percorso si svolge con un lungo mezza costa a cui seguono alcuni saliscendi per concludersi con un'ultima salita che porta ad un piccolo maggengo nei pressi del complesso monastico.

Per il ritorno consigliamo di percorrere la larga mulattiera che si svolge lungo l'opposto versante della valle. Da S. Benedetto si prende un sentiero che scende verso il torrente di fondovalle attraversandolo su un ponte, per poi salire a raggiungere una larga mulattiera. Piegando a destra s'inizia la discesa lambendo qualche maggengo e attraversando alcuni corsi d'acqua. Il percorso si svolge su un bell'acciottolato che termina solo presso l'abbazia dell'Acquafredda dove si riprende l'asfalto. Si scende per la strada asfaltata fino ad un evidente cartello segnaletico che indica a destra la possibilità di traversare il torrente Perlana su uno stretto ponte carrozzabile. Oltre il ponte s'incontra la prima delle grandi cappelle del Rosario da dove, verso destra, si sale superando le altre cappellette successive e si torna all'auto.

L'abbazia della Val Perlana

In fondo alla Valle Perlana, alle pendici del Monte Oltirone (antico nome del Calbiga), celata dal verde di faggi ed abeti, visibile solo di tanto in tanto, da qualche curva del sentiero sorge una magnifica ed antichissima testimonianza di fede.
Si tratta dell'abbazia romanica di S. Benedetto complesso monastico probabilmente fondato pochi anni prima del 1083, anno in cui viene menzionato per la prima volta dalle cronache. Sul finire del 1200 i benedettini abbandonarono questi edifici per trasferirsi a Sala Comacina e il complesso architettonico s'avviò verso un progressivo degrado che s'aggravò ulteriormente dopo il 1785, anno il cui il convento fu soppresso.
I primi restauri risalgono al 1958 e si sono concentrati principalmente sull'edificio della chiesa. Solo più di recente sono stati avviati i restauri di quel che rimaneva del cenobio che era stato adibito a casa colonica.
La chiesa è un mirabile esempio di romanico maturo, espressione di sobrietà e di eccellente armonia nelle linee pur asimmetriche del complesso. L'interno della chiesa è diviso in tre navate terminanti con altrettante absidi semicircolari e scandite da pilastri. Il possente torrione del campanile con grandi monofore sommitali, sorge nell'angolo destro dell'edificio.
Un tempo all'interno era conservata una antica acquasantiera monolitica dalle decorazioni floreali che purtroppo è stata rubata.
Il primo di maggio l'antica chiesa è sede di una festa tradizionale cui partecipano sempre numerosi fedeli.

Le altre chiese sul nostro cammino

Oltre alla chiesa di San Benedetto la nostra gita ci porta a lambire altri due importanti edifici sacri: la Madonna del Soccorso e l'abbazia dell'Acquafredda.
La chiesa della Madonna del Soccorso sorge in alto, su una rupe, alla soglia sospesa della Val Perlana e della forra del suo torrente, l'Orrido del Tufo. L'edificio è situato in posizione volutamente dominante sul Lario e fu eretto nel 1635, attorno ad una preesistente chiesuola che a sua volta fu costruita nel 1537 per custodire una cappelletta dedicata alla Madonna col Bambino e risalente alla fine del secolo XIV.
Si tratta di uno dei Sacri Monti voluti dalla chiesa a presidio della cristianità contro l'avanzare della riforma protestante. La chiesa, architettonicamente assimilabile a quella del Sacro Monte di Varese, si raggiunge mediante una lunga strada selciata scandita da quattordici importanti cappelle dedicate ai misteri del Rosario. La costruzione delle cappelle iniziata nel 1635, fu ripresa e terminata fra il 1663 ed il 1668. Gli edifici sono di incerta attribuzione anche se si parla dei più importanti architetti e pittori comaschi e ticinesi del momento, legati alla costruzione e alla decorazione dei Sacri Monti di Lombardia. Fra questi ricordiamo architetti come Timoteo Snider, Francesco Silva e suo figlio Agostino cui si devono anche buona parte delle statue che illustrano i misteri. Gli affreschi sono invece da attribuirsi a Francesco Torriani (cappella VI), Carlo Gaffuri (cappella VII e X), Giovanni Paolo Recchi (cappella X e XII). Come già accennato, santuario ha come fulcro la cappella del Soccorso che custodisce la miracolosa statua della Vergine circondata da ex voto. Un magnifico ciclo di affreschi settecenteschi decora la navata ed il presbiterio. Notevoli anche il pulpito e l'organo, entrambi settecenteschi.
L'abbazia cistercense dell'Acquafredda è così chiamata per la presenza nelle vicinanze di una fonte d'acqua freschissima. Il complesso attuale eretto a cavallo fra il XVII ed il XVIII secolo, sorge su quel che resta del complesso monastico originale di costruzione romanica.
Dopo essere stato abbandonato, il convento originario divenne, infatti, un covo di briganti per cui fu demolito nel 1527. L'abbazia fu poi soppressa durante la dominazione austriaca per tornare a vivere solo nel '900 con la presenza dei Benedettini prima e dei Cappuccini più tardi.

  • L'inizio della gita: in alto domina il Sacro Monte col santuario della Madonna del Soccorso.
  • Una delle imponenti cappelle del Rosario che sorgono sulla stradina per la Madonna del Soccorso
  • Il santuario della Madonna del Soccorso
  • Tenere violette punteggiano il ciglio dell'ombroso sentero che percorre il versante destro idrografico di Val Perlana
  • S. Benedetto come appare al termine del sentiero che qui giunge dal santuario della Madonnna del Soccorso.
  • L'abbazia di S. Benedetto vista dalla mulattiera del versante sinistro idrografico di Val Perlana
  • Maggenghi in Val Perlana
  • Un'immagine più ravvicinata del complesso monastico di S. Benedetto
  • L'abbazia di Aquafredda dove giunge la mulattiera acciottolata della Val Perlana