Escursioni - Il giro delle Podone

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «Il giro delle Podone»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Val Seriana
  • Tipo: Escursione
  • Sigla: E-54
  • Periodo consigliato: tutto l'anno
  • Punto di partenza: Lonno 702 m. Il paese si raggiunge da Nembro seguendo la carrozzabile per Selvino (Sp. 35) e abbandonandola per deviare a sinistra dopo circa 2 km (Sp. 36). Bus da Bergamo fino a Nembro e poi autobus linea Gavarno-Nembro-Lonno
  • Tempo di percorrenza: 3-4 ore
  • Dislivello: 530 m
  • Difficoltà: E (Escursionistica)
  • Bibliografia: D'Adda S., Escursionismo nelle Valli Bergamasche, Lyasis Edizioni, Sondrio, 1997; Marconi C., Il sentiero delle Podone, Ed. Comune di Nembro (Bg), 1992
  • Cartografia: Carta Escursionistica Kompass 1:50.000 n° 104 «Lecco-Valle Seriana»
 
mappa di Il giro delle Podone

Percorso

Dalla piazza della chiesa di Lonno si segue la Via Buonarroti fino nei pressi del campo sportivo, si devia a destra e dopo una strettoia si giunge presso alcune abitazioni.
La stradina ben lastricata si biforca e a destra sale una rampa con cartello di divieto d'accesso alle moto. Si segue la rampa e dopo pochi metri si trova l'inizio della mulattiera per il Monte Pedona, segnato con bandierina biancorossa n° 535.
Iniziamo a salire lungo una bella gradinata calcarea che traversa qualche prato e che, fra roccette e muretti a secco, entra nella valletta percorsa dal Rio Fontana. Lasciando a destra la deviazione per la Croce di Valtrusa noi andiamo a sinistra traversando il versante occidentale dei Corni, principalmente ammantato dal bosco. Con leggera salta ci portiamo sotto il colle del Forcellino 863 m che si raggiunge con un tornante. Il valico è un importante punto di convergenza di numerosi sentieri. Noi proseguiamo verso sinistra sempre lungo il sentiero n° 535, che lambisce una costruzione e che sale con ripidi tornanti, tagliando degli affioramenti rocciosi. Oltre questo breve, ma faticoso, tratto, la pendenza diminuisce e si prosegue lungo il crinale, con belle vedute panoramiche, fino ad arrivare nei pressi di un grande traliccio.
Poco dopo, lasciata a sinistra la "Traversata alta del Monte Podona", si prosegue su una cresta alberata e, dopo un gradino roccioso, si giunge presso una piccola croce in ferro da dove si continua lungo il crinale fino sulla Punta Sud del Monte Podona 1192 m. Scendiamo leggermente lungo la facile cresta e poi, sempre per il crinale, su sentiero roccioso e accidentato, arriviamo alla croce sommitale che svetta sulla Punta Nord 1227 m. Discendiamo ora lungo la cresta settentrionale tenendo dapprima il versante Est e poi entriamo in una splendida faggeta oltre la quale si raggiungono i prati superiori di Salmezza 1063 m che sorge alla testata della verdeggiante Val Formica.
Per i ripidi pendii pascolivi si giunge presto alla chiesa dell'antico paese, oggi ormai disabitato. Raggiunta la vicina trattoria scendiamo poi lungo la mulattiera lastricata (sentiero n° 534)  che passa accanto ad una bella ed antica dimora con archi in pietra e, dopo un tornante, lasciamo a destra il bivio del sentiero n° 533. Tagliando a mezza costa il versante sinistro orografico della Val Formica, compiamo una lunga traversata delle pendici occidentali del Monte Podona, solcando numerose vallette.
Oltrepassata una forcellina fra la pendice del monte e un poggio, il sentiero perde quota con un tornante e un lungo diagonale traversando la piccola Val Mora che scende dal Forcellino. Lasciato a destra il sentiero che entra in Val Formica, proseguiamo per Monte di Nese, incrociamo una grotta naturale che contiene l'immagine di una Madonna e, dopo una leggera salita, tocchiamo i prati alla periferia di Lonno per rientrare nella Via Buonarroti.

Il sentiero delle Podone

Per certi versi simile alla salita del Canto Alto, la montagna dei bergamaschi, quella che percorre la lunga cresta del Monte Podona passando per le due cime della montagna è una passeggiata se possibile ancor più interessante, perché arricchita da importanti aspetti storici. Siccome passa per le due vette della montagna, la gita è localmente identificata con il plurale: giro o sentiero "delle Podone". Non ci sono particolari difficoltà e l'impegno fisico richiesto è alla portata anche di persone non proprio allenatissime.
Si tratta di un percorso ad anello che ha una tappa di notevole valore nel minuscolo villaggio di Salmezza o Salmeggia, antichissimo punto di transito della Via Mercatorum. Ma non bisogna dimenticare anche l'esteso panorama che si può godere dal crinale, una veduta a 360° che spazia dalla Pianura Padana a Sud, fino alle Alpi Orobie a Nord. Nelle giornate più limpide lo sguardo si spinge però ben più oltre, fino alle Alpi e agli Appennini.

I Quarzi di Selvino

Una volta raggiunta la cresta delle Podone, sotto i nostri piedi appare anche la tortuosa strada che porta a Selvino le cui case occupano l'ampia conca prativa dominata a Nord-est dai bianchi torrioni della Cornagera. La strada è un "must" per gli appassionati di ciclismo e localmente è nota come la "piccola Alpe d'Huez"; ma oltre che come meta ciclistica e località turistica, Selvino è nota anche per i suoi "misteriosi" quarzi.
Si tratta di splendidi cristalli, generalmente biterminati, che si trovano dispersi nello strato detritico di età quaternaria che ricopre le sottostanti rocce del territorio. La presenza di queste gemme è nota da secoli, ne parla ad esempio Celestino Colleoni nella sua "Istoria quadruplicata di Bergamo"del 1617 e li descrive anche lo storico contemporaneo Mario Muzio:
"Salvini rarus vasti inter culmina mundi Crystalla emittit lucida montis opex. Non illis, adamas certet se lumine, forma Cuspidibus mira, fertilitate parem"
(La dispersa sommità dell'ampio monte di Selvino, circondato da cime che svettano nel cielo, emette luminosi cristalli. Per nulla il diamante potrebbe sforzarsi di essere simile a quelli per la luminosità, per la bellezza mirabile delle punte e per la loro abbondanza).
In effetti la doppia punta caratteristica di molti di questi cristalli li fa somigliare moltissimo a diamanti già tagliati. Altre bizzarre forme li resero sicuramente oggetto di grande curiosità ed in molti casi i quarzi più belli furono utilizzato per confezionare gioielli e per adornare oggetti sacri.

Salmezzia e il "Talpino"

A Salmezzia, si può anche fare una tappa gastronomica sostando nella locale trattoria anche solo per gustare un panino con l'ottimo taleggio prodotto su questi monti.
Oggi Salmezzia è abitata solo da due famiglie che caparbiamente resistono, ma pare che nel periodo di massimo splendore ci vivessero diverse centinaia di persone. Il piccolo paese era tappa della Via Mercatorum, importante arteria di comunicazione medioevale che collegava la Val Seriana alla Val Brembana, partendo da Nembro per arrivare a San Giovanni Bianco. Una volta in Val Brembana, la Via Mercatorum proseguiva in diverse direzioni, prima fra tutte quella che, attraverso il valico di San Marco, collegava le pianure italiane con la Svizzera (Grigioni) e la Mitteleuropa Il toponimo stesso del paese potrebbe derivare dal termine Salmeria, (carovana di animali da carico) o riferirsi al sale, una delle merci più preziose di quei tempi.
I numerosi tumuli oggi visibili ai lati della strada e ricoperti ormai dai prati dovrebbero essere quanto resta dei ruderi di molte delle abitazioni dell'antico paese che decadde ben presto, conoscendo il quasi totale abbandono.
A Salmezzia, in una data compresa fra il 1546 ed il 1558, nacque Enea Salmeggia detto il Talpino, anche noto come il "Raffaello Bergamasco". Dopo un periodo di apprendistato forse presso la bottega dell'artista milanese Simone Peterzano, il Talpino perfezionò la sua arte a Roma. Del periodo Milanese è una sua Madonna in trono col Bambino e Santi, custodita presso la Pinacoteca di Brera. Ma le sue opere principali sono conservate da chiese e santuari della terra bergamasca; fra esse ricordiamo l'importante ciclo di 27 dipinti visibile nella parrocchiale di Nembro. Come molti artisti di vaglia ebbe una propria bottega che conobbe un certo successo. Morì a Bergamo il 25 febbraio 1626.

  • Lasciato Lonno si entra subito nell'ambiente solitario delle montagne circostanti.
  • Una volta raggiunto il crinale lo si percorre superando alcune sommità secondarie per puntare alla cima.
  • Da ognuna delle piccole vette della cresta si può ammirare un estesissimo panorama.
  • Dalla cima si scende quasi subito in una bellissima faggeta.
  • Il sentiero sbuca su prati di Salmezza o Salmeggia posta quasi sul colle che dà verso Selvino.
  • Una veduta completa di Salmezza, piccolo nucleo ormai quasi disabitato ma raggiungibile in auto da Selvino.
  • Sulla chiesa una targa marmorea ricorda il personaggio più illustre del paese, il pittore Enea Salmeggia detto il Talpino.
  • Un'altra veduta di Salmezza con in primo piano l'importante edificio di una casa doganale.