Al limite meridionale delle montagne ticinesi, fra il Lago di Como e il Ceresio, si trova una vetta che da moltissimi anni è assurta a punto panoramico d'eccezione sulle Alpi e sulla Pianura Padana. Questa cima era già frequentata nel secolo scorso dagli escursionisti e dagli amanti della natura che, per raggiungerla, si avvalevano di tortuosi e mal tenuti sentieri salenti da Mendrisio o dalla Valle d'Intelvi.
Già allora, oltre al paesaggio sconfinato, molti erano attratti dalla bellezza dei luoghi, dalle numerose curiosità geologiche, dalla flora e dalla fauna che si potevano osservare lungo il cammino. Stiamo parlando del Monte Generoso il cui toponimo deriva da successive modifiche del suo antico nome: Calvagion. In questo caso la spesso imperscrutabile evoluzione delle lingue ha trovato un felice, e certamente non voluto, connubio fra il nome della montagna e le sue caratteristiche. Il Generoso è, infatti, una montagna veramente ricca di attrattive e di bellezze; e tutte sono a portata di mano dei semplici escursionisti domenicali, consentendo un facile approccio alle varie forme con cui la natura si presenta ai nostri occhi. La lunga tradizione turistica legata al Monte Generoso ha consentito che, nel tempo, si affinasse la qualità e la quantità delle offerte e delle proposte che oggi vanno dai sentieri di studio all'osservatorio astronomico, da spazi per meetings e convegni alla visita della grotta dell'orso delle caverne, dai percorsi in mountain bike a quelli culturali ed etnografici. Oggi, a buon titolo, questa vetta può essere presa ad esempio di come si possa fare turismo attraverso la capillare e sapiente valorizzazione delle caratteristiche di una determinata zona. Sul Generoso il turista può trovare tutto quello che si può aspettare salendo su una montagna, e anche di più.
Il percorso della nostra gita prende le mosse dalla stazione ferroviaria di Capolago dove parte il trenino per la vetta. Superata la strada e l'autostrada, il tracciato della cremagliera si aggrappa alle ripide pendici occidentali del Generoso e le taglia con un lungo diagonale verso Sud. Una strettissima galleria permette al convoglio di compiere una curva attorno al crinale della montagna per portarsi sul versante opposto puntando ora verso Nord. Il paesaggio cambia completamente, dagli spazi aperti sul lago e sul Mendrisiotto si passa alle selve della piccola Valle dell'Alpe. Superata la minuscola stazione di St. Nicolao, la marcia riprende sempre tenendo la direttrice del crinale, mentre gli spazi tornano ad aprirsi e nel bosco non è raro scorgere gruppi di camosci. Questi simpatici ungulati, che hanno trovato qui un habitat ideale, fanno parte di una colonia di 300-350 esemplari, derivante da un ripopolamento condotto negli anni '60.
A circa metà salita ecco la stazioncina di Bellavisita dove il treno compie una sosta ed i passeggeri possono scendere per godere del magnifico panorama che si apre affacciandosi dalla cresta. Un quadro di lettura del paesaggio aiuta a riconoscere i profili delle grandi vette che si scorgono all'orizzonte, verso Ovest.
Ripresa la marcia il convoglio passa ancora alcune anguste gallerie e poi si "lancia" sui nudi pendii erbosi sommitali, terminando la sua corsa presso il grande edificio dell'albergo di vetta. Da qui si può raggiungere la cima della montagna con una facile camminata di 10-15 minuti. Il largo sentiero che porta in cima parte presso la cappelletta che situata vicino all'albergo. Parzialmente pavimentato con le piatte lastre di roccia che caratterizzano i locali affioramenti geologici, il sentiero sale ben protetto da una ringhiera lungo il vertiginoso crinale e, in breve, porta sulla terrazza panoramica che occupa la cima, dove si trova anche un punto trigonometrico. Da quassù l'occhio spazia a 360 gradi. Verso occidente ecco la grandiosa struttura del Monte Rosa alla cui destra è visibile emergere l'aguzza porzione sommitale del Cervino. Più a destra i colossi del Vallese e poi l'Oberland. Verso Nord si stendono le Alpi Ticinesi e, più ad oriente, le Retiche dove si intravedono le vette del Badile e del Cengalo. Sotto i nostri piedi si stendono il Lago di Lugano ed il Mendrisiotto, la Valle d'Intelvi e le verdi cime che coronano il Lario. Più ad oriente ecco le Grigne ed il Resegone. Il giro d'orizzonte termina verso Sud, sulle brume della Pianura Padana.
Scesi dalla vetta si può fare una capatina al vicino osservatorio astronomico pubblico, inaugurato nel 1996 dall'astrofisica Margherita Hack dell'Università di Trieste e che, a tutt'oggi, dispone del più moderno telescopio della Svizzera, del diametro di 61 cm. Inoltre esiste una notevole strumentazione secondaria costituita da: un telescopio cercatore di 105 mm di diametro, un telescopio di guida da 200 mm, una camera Makusutov a grande campo da 250 mm, una camera CCD con sensore Thomson 512x512 pixel. L'osservatorio è a disposizione di studiosi e gruppi di appassionati. L'apparecchiatura è dotata, inoltre, di uno speciale filtro che consente l'osservazione del sole.
Come abbiamo accennato, la società che gestisce l'offerta turistica del Monte Generoso, non ha lasciato nulla d'intentato per accrescere l'interesse dei gitanti e degli appassionati dei grandi spazi. Sulle pendici del monte sono stati creati cinque percorsi escursionistici: il sentiero "dei pianeti", il sentiero "della natura", il sentiero "delle bolle", il sentiero "delle nevere" e il sentiero "del bosco" (per ragazzi dai 7 ai 12 anni). Ci sono, inoltre, due itinerari di orientamento, uno facile ed uno difficile, per esperti. Sulla vetta si organizzano incontri per osservare l'alba ed il tramonto, e d'estate si tengono campi-natura per ragazzi dai 10 ai 15 anni. Non manca neppure lo spazio di decollo per i voli in parapendio e la scuola di volo. Nella sezione di approfondimento abbiamo proposto una breve escursione in discesa che percorre il sentiero delle Nevere dalla cima fino alla stazione di Bellavista.
I più pigri e meno interessati alle bellezze della natura potranno sempre apprezzare il suggestivo viaggio in treno per poi dedicarsi alle prelibatezze del ristorante della stazione d'arrivo. Vi si possono organizzare banchetti con un limite massimo di 400 partecipanti! Inoltre, in certi periodi dell'anno e su richiesta di gruppi chiusi, possono essere organizzate salite ad orari speciali. D'estate viaggia anche il vecchio treno diesel con carrozza d'epoca aperta. Per corse speciali, i più nostalgici potranno avvalersi anche del vecchio convoglio a vapore del 1890.
La salita verso la cima si svolge mediante un suggestivo trenino a cremagliera che sale partendo dalla stazione ferroviaria di Capolago. La ferrovia del Monte Generoso ha una storia molto interessante e, se vogliamo, esemplare. Nel 1867, il signor Carlo Pasta, di Mendrisio, decise di costruire presso la vetta del Generoso un albergo che consentisse soste più prolungate ai già allora numerosi turisti. L'opera fu eseguita utilizzando materiali ricavati sul posto, ma l'accesso era ancora molto disagevole. Il nascente turismo alpino di massa e la costruzione delle prime ferrovie a cremagliera, fecero sorgere in alcuni l'idea che anche sul Monte Generoso si potesse realizzare un'opera ferroviaria, per agevolare l'accesso al monte ed incrementare, così, il numero dei turisti. Dopo uno sfortunato tentativo condotto nel 1874, dalla "Societé internationale des chemins de fer de montagne", l'impresa fu avviata dallo stesso dottor Pasta che, associatosi ad altri imprenditori e con il contributo della Banca della Svizzera italiana e della Società di Navigazione del Lago di Lugano, ottenne la concessione per realizzare una ferrovia a scartamento ridotto da Capolago alla vetta. I lavori, su progetto dall'ing. Schraft di Faido, procedettero non senza difficoltà, principalmente a causa della forte opposizione che incontrarono sia fra i proprietari terrieri sia fra gli amanti della natura e del paesaggio. In particolare crearono non poche proteste i sassi che caddero sulle case di Vignoo a seguito delle esplosioni di dinamite, necessarie per aprire il cammino fra le rocce, e i danni per fuoco, prodottisi durante le prove delle vaporiere, che danneggiarono alcuni boschi.
Nonostante le mille difficoltà, il 4 giugno 1890, l'opera, di concezione veramente ardita, era completata al costo complessivo di 1.800.000 franchi e già durante il primo anno di funzionamento furono quasi ventimila i passeggeri trasportati. Negli anni a venire la vita della società di gestione della ferrovia non fu facile e nel 1940 il tracciato corse il rischio di essere smantellato. Solo grazie all'interessamento dell'economista Gottlieb Duttweiler e di altri simpatizzanti quali Charles H. Hochstrasser, fondatore della Migros Ticino, questo difficile momento poté essere superato. Adagio adagio fu rinnovato il materiale rotabile, venne recuperato l'albergo in vetta e si cominciò anche a pianificare una serie di interventi che aumentassero l'interesse turistico della montagna.
Concludendo questo purtroppo incompleto giro d'orizzonte sulle bellezze del Monte Generoso vogliamo proporre una variante breve del sentiero delle "nevere". Il sentiero collega numerosi ed antichi nuclei di baite ove è possibile ammirare le "nevere". Si tratta di edifici cilindrici, costruiti in pietra a secco ed interrati per circa due terzi della loro altezza che può arrivare a sei-sette metri. L'elevato carsismo presente sul Monte Generoso limita la formazione di sorgenti e ruscelli in abbondanza. Tale penuria impediva agli alpigiani di adottare, per la conservazione del latte e dei suoi derivati, il classico "casel del lac" tipica costruzione eretta su una sorgente che manteneva fresco il prodotto. Per ovviare a questo grave inconveniente i montanari del Generoso idearono le "nevere" all'interno delle quali, con gran fatica era stivata e compressa la neve primaverile in modo che creasse un ambiente adatto a conservare le conche del latte fresco.
Il percorso inizia dall'albergo della stazione terminale e segue il largo sentiero che tiene il crinale Est del Monte Generoso (sentiero dei "pianeti"). Giunti in corrispondenza del cippo confinario n° 26 si scende a destra per ripido prato giungendo alle baite dell'Alpe Piana e poi, più sotto, al grosso nucleo dell'Alpe dei Nadig dove già sono presenti alcune nevere. Dai Nadig si prende a destra un sentiero pianeggiante, delimitato a valle da grandi lastroni di pietra, che adduce alle baite dell'Alpe Genor, nucleo antichissimo formato da quattro complessi architettonici, la cui esistenza è citata già da documenti risalenti al 1375. Anche qui, all'ombra di grandi faggi che contribuivano a mantenere fresco l'ambiente esterno, si trovano alcune belle nevere. Abbandonata Genor si segue ancora il sentiero a mezza costa che risale leggermente per raggiungere il fondo di una valletta. Ora, seguendo le scarse indicazioni bianco-rosse, si prende la traccia che sale più decisa e taglia obliquamente a mezza costa il versante opposto della valletta per portarsi poco sotto la linea della cremagliera, al limite superiore del bosco. Per buon sentiero si entra nel bosco e si perde quota per poi compiere un'altra lunga traversata pianeggiante verso destra. Scavalcata la cremagliera si raggiunge, in breve, la stazione di Bellavista attraverso un bel bosco di faggi.