Sci alpinismo - Le creste bianche del Bregagno

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «Le creste bianche del Bregagno»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Lario Orientale o Triangolo Lariano
  • Tipo: Sci alpinismo
  • Sigla: 91
  • Periodo consigliato: inverno
  • Punto di partenza: Il Dosso di Naro s'inizia dall'alpeggio di Cilan o Givan. Il crinale dei Monti di Gallio inizia da questa località. La descrizione particolareggiata degli accessi è compresa nelle descrizioni seguenti.
  • Esposizione: Est e infine Nord per il Dosso di Naro; Est e poi Sud per il crinale dei Monti di Gallio
  • Tempo di percorrenza: 3 - 4 ore per la salita
  • Dislivello: 1250 m. circa la salita dal Dosso di Naro; 1100 m. circa la salita del crinale dei Monti di Gallio.
  • Difficoltà: MSA (Medio sciatore alpinista)
  • Bibliografia: Miotti G. Selvetti C. "282 itinerari di sci alpinismo fra Alto Lario ed Engadina"; Edizione Guida dalle Guide, Sondrio 1998.
  • Cartografia: Carta Escursionistica Kompass 1:50.000 n° 91 «Lago di Como-Lago di Lugano»; CNS 1.50.000 n. 287 «Menaggio».
 


 
mappa di Le creste bianche del Bregagno

Percorsi

Salita dal Dosso di Naro

Accesso stradale: percorrere la "SS 340 d" della sponda occidentale del Lario fino a Pianello del Lario ove, piuttosto mal individuabile, si incontra la deviazione (a sinistra per chi viene da Como) con cartello indicatore "Alle Frazioni". Imboccata la deviazione si entra fra le case e, dopo pochi metri, si incontra una nuova segnalazione. Prendere a destra per Le Frazioni, Belmonte e Silana. Percorrere la strada seguendo le indicazioni Belmonte e Silana. Lasciata a destra la deviazione per Silana si continua con numerosi tornanti prendendo quota finché, verso quota 760 m, nei pressi di un tornante si incontra un parcheggio. In caso sia impossibile proseguire si lascia qui l'auto e si imbocca il sentiero per Cilan (cartellino indicatore sulla destra poco oltre il parcheggio; CNS e Kompass riportano il toponimo Givan). In caso contrario si prosegue sulla strada fino al suo termine a quota 850 m c. Un sentiero verso destra sbuca presto sui prati di Cilan.

Percorso sciistico: Da Cilan si prosegue per ripidi prati e vegetazione d'alto fusto obliquando verso sinistra (Sud-ovest) per portarsi sull'ampia dorsale del Dosso di Naro il cui ramo principale si raggiunge verso i 1100 m. Si prosegue, ora, sul panoramico crinale superando alcuni tratti più ripidi e si raggiunge il suo punto d'innesto con la cresta Nord-est del Bregagno verso i 1900 m. Per questa, che compie un curioso arco di cerchio verso Sud, si prosegue ancora brevemente fino alla cima.

Crinale dei Monti di Gallio

Accesso stradale: percorrere la "SS 340 d" della sponda occidentale del Lario fino a Santa Maria Rezzonico ove, sul lato settentrionale della chiesa, si diparte la strada per "Le Frazioni" (a sinistra venendo da Como). Dopo un breve tratto acciottolato la strada diventa asfaltata e arriva ad un bivio (1.3 km) ove si tralascia l'indicazione per Mastrena e si gira a sinistra per La Torre. Si procede con numerosi tornanti passando i nuclei successivi di Soriana, Lucena, Gallio e Noledo fino ad incontrare un altro bivio (5.3 km): a sinistra la strada porta a Treccione, Carcente e S. Martino; a destra verso i Monti di Gallio, la nostra meta. Sempre su strada asfaltata si prosegue lasciando a destra i due bivi successivi per Maso e Cremnasco e, con una lunga serie di tornanti e due lunghi mezza costa, si giunge ad una biforcazione a quota 990 m circa. Prendendo a destra, dopo circa 100 metri, si giunge al parcheggio auto da dove inizia la gita (1005 m circa; in totale 9,3 km).

Percorso sciistico: dal parcheggio percorrere una strada che sale verso destra e, dopo circa 200 metri, piegare a sinistra salendo verso Ovest lungo un pendio spoglio che dopo circa 300 m di dislivello si congiunge col crinale principale del crestone. Si percorre, ora, la bellissima e ampia dorsale con vedute mozzafiato sul lago raggiungendo la cresta Sud del Bregagno in corrispondenza della Quota 1905 m, nota anche come Bregagnino. Volgendo ora a destra (Nord) si continua sul largo crinale con diversi su e giù, fino al pendio terminale che adduce alla vetta.

Le creste bianche del Bregagno

Visto dalla sponda orientale del Lario, il Monte Bregagno appare veramente imponente, forse anche per quel suo lungo crestone sommitale che si allunga da Sud a Nord per circa 4 chilometri, unendo il Monte Grona alla vetta principale. Come una gigantesca barriera il Bregagno preclude l'orizzonte verso Nord-ovest, creando una sorta di muraglia uniforme fra la Valle di Menaggio, a Sud, e la Valle di Dongo a Nord. Da questo grandioso crinale quasi pianeggiante scendono verso oriente diverse dorsali dai profili morbidi e tondeggianti che, dopo un tratto spoglio di vegetazione, si fondono nei boschi della sponda occidentale lariana.

D'inverno i nudi crinali superiori del Bregagno acquistano un ulteriore fascino agli occhi degli appassionati dello sci alpinismo. In questa stagione, quando la neve ricopre uniformemente le dorsali, ecco affacciarsi una nuova e allettante suggestione: "chissà che magnifiche discese su quei docili crestoni bianchi, lisci e con moderate pendenze, ma giuste per una fantastica sciata...".

Purtroppo non è facile mettere le mani, o meglio, gli sci, su quelle immacolate distese; sia perché raramente sono in buone condizioni, sia perché, se non si conosce il dedalo di stradine che portano in quota, prima di giungere alla base di qualcuna di esse può essere già arrivato il disgelo. Eppure quelle "creste bianche" sono una vera tentazione e le magnifiche discese che promettono, unitamente alla bellezza della montagna invernale, sono motivi di fascino che si aggiungono a quelli già accennati.

Non Vi suggeriamo, qui, la normale via di salita sciistica al Bregagno, bensì due percorsi che si svolgono lungo altrettanti crinali secondari che iniziano rispettivamente dai Monti di Gallio e da Cilan. Che dire della salita? Fantastica, ricca delle sensazioni che mancano al "normale" sci alpinismo cui siamo abituati. Si sale sempre esposti ad un panorama incredibile: monti ovunque e, sotto i nostri piedi, quasi come un fiordo, si perde verso sud il nastro luccicante del Lago di Como, solcato dalle minuscole scie dei traghetti. In discesa, a volte, questa sensazione di "spazialità" è tanto forte da imporre pause di sosta e contemplazione: non si vorrebbe che avesse mai fine.

Le grandi faglie attorno al Bregagno

Con il suo asse principale orientato da Sud a Nord, il Monte Bregagno costituisce una sorta di ponte fra due linee geologiche di grande importanza. A Nord, lungo la Valle di Dongo o dell'Albano, corre la faglia di Dongo che ha un andamento Est-Ovest ed è denunciata da un grande banco di calcare del Norico appoggiato su uno strato di marmo bianco (Marmo di Musso), facente parte del basamento cristallino. Tale linea traversa il Lario e prosegue con la penisola di Olgiasca fino alle pendici settentrionali del Monte Legnone ove, potremmo dire, si collega alla Linea Insubrica o del Tonale. Quest'ultima grandiosa linea tettonica procede ininterrotta da Castellamonte, nel Canavese, fino alla valle della Drava, dividendo le Alpi vere e proprie dai massicci prealpini meridionali. La Linea del Tonale passa leggermente a Nord di quella di Dongo, nella Valle del Liro, proseguendo verso Est in Valtellina e verso Ovest con le valli Morobbia, Centovalli e Vigezzo.

A Sud del Bregagno, nella Valle di Menaggio, corre invece la Linea della Grona o Linea Orobica, grande faglia a carattere regionale parallela alle precedenti.

La Linea Orobica parte dal Lago di Lugano e prosegue fino al massiccio dell'Adamello e, nella zona del Bregagno, viene denominata anche Linea della Grona. Questa formazione tettonica compare al Passo di San Bernardo, sopra Porlezza, e tagliando trasversalmente le valli Rezzo, Cavargna e Sanagra s'immerge nel Lario presso Acquaseria per poi riaffiorare a Bellano e continuare in direzione Est. Particolarmente evidenti lungo di essa sono le selle e le depressioni, accentuate dalla diversa erodibilità delle componenti geologiche dei due margini: a Nord rocce metamorfiche, a Sud formazioni sedimentarie.

Alcuni consigli pratici

Percorrere le "creste bianche" del Bregagno comporta una serie di difficoltà o problemi che rendono il tutto un'avventura completa iniziando già dall'avvicinamento stradale. Infatti, le innumerevoli strade e stradine poco segnalate, che percorrono questi versanti, possono diventare un serio rompicapo e facilmente si prestano ad errori. Per questo motivo abbiamo approfondito particolarmente la descrizione degli accessi stradali agli itinerari sciistici i quali, svolgendosi prevalentemente su crinali, necessitano invece di ben pochi commenti sulla scelta di percorso.

Il periodo consigliato per eventuali escursioni è strettamente legato all'andamento delle precipitazioni nevose. In genere occorre un buon innevamento di inizio inverno che possa creare il fondo. Successive nevicate potranno migliorare la copertura; ma, in assenza del manto di primo inverno, sono destinate a durare pochi giorni proprio a causa dell'esposizione meridionale dei versanti.

Generalmente il manto subisce una rapida trasformazione e si indurisce in breve tempo presentando, a volte, una superficie ghiacciata che cede solo con l'arrivo del caldo. Visto il tipo di itinerari, tutti su ampie dorsali di cresta, non esistono grossi pericoli di slavine, salvo in particolari condizioni di inneva­mento abbondante e nei giorni immediatamente successivi le precipitazioni. I ripidi pendii che spesso fiancheggiano i due versanti dei crinale richiedono attenzione specie se ghiacciati: una scivolata lungo di essi, non sarà forse catastrofica, ma ci farà atterrare in luoghi da dove il rientro potrebbe essere più che laborioso.

Non esistono punti di appoggio invernali, ma i vari paesi della sponda del Lago di Como sono ben forniti di ristoranti, alberghi e pensioni. Data la possibile breve durata del periodo ottimale per effettuare i percorsi è consigliabile avere una base d'appoggio in zona e, qualora si volessero compiere più gite, cercare di concentrare l'attività in un breve lasso di tempo.
Ribadiamo che in caso di fitta nebbia l'orientamento diventa difficile e occorrerà la massima attenzione specie durante le discese, per evitare di scendere inavvertitamente su l'uno o l'altro dei versanti che terminano i crinali. Le conseguenze sarebbero le stesse di quelle sopra descritte in caso di una scivolata lungo di essi.

  • Veduta sul Lario dai Monti di Cilano alla base del Dosso di Nar.
  • LÂ'alto Lario con la piramide del Monte Legnone.
  • Risalendo il crinale dei Monti di Gallio: si vedono i due rami del lago e, sulla sinistra, il gruppo delle Grigne.
  • Dal Bregagnino la dorsale prosegue verso Nord alla volta della cima.
  • Livida giornata sul Dosso di Naro, nei pressi della coma del Bregagno.
  • Crinale dei Monti di Gallio: sullo sfondo i monti fra Valtellina e Valchiavenna e, in basso, la punta e il laghetto di Piona.
  • La neve quasi sempre ben assestata e le pendenze moderate permettono agevoli salite e fantastiche discese.
  • Il Monte Legnone è lÂ'elemento dominante il paesaggio e, ad ogni svolta, magnetizza lo sguardo.