Passeggiate - Artesso, il Monte Legnoncino e la "Linea Cadorna"

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «Artesso, il Monte Legnoncino e la "Linea Cadorna"»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Lario Orientale o Triangolo Lariano
  • Tipo: Passeggiata
  • Sigla: A63
  • Periodo consigliato: da maggio a novembre
  • Punto di partenza: Sueglio, località Roccolo di Artesso e Roccoli Lorla. (v. Nota negli Approfondimenti)
  • Tempo di percorrenza: 1 ora da Artesso ai Roccoli Lorla e altrettanto da Roccoli Lorla al Legnoncino.
  • Dislivello: 260 metri da Artesso ai Roccoli Lorla e altri 260 m da Roccoli Lorla al Legnoncino
  • Difficoltà: T (Turistica)
  • Bibliografia: Mozzanica I. "Itinerari in Valsassina e Valvarrone", Edizioni Electa Milano, 1997; Viviani A. - Corbella R. "La Linea Cadorna", Macchione Editore Varese, 2001; Petitti R. "Sentieri Perduti - un sistema celtico di allienamenti", Quaderni di cultura alpina - Priuli e Verlucca Ed. - Ivrea 1987.
  • Cartografia: Carta escursionistica Kompass n. 92 1:50.000 «Chiavenna-Val Bregaglia»; CNS 1:50.000 «Roveredo»
 


 
mappa di Artesso, il Monte Legnoncino e la "Linea Cadorna"

Percorso

La prima parte della gita prevede una visita alle fortificazioni presenti sul crinale a monte del laghetto di Artesso, minuscolo e grazioso bacino artificiale ricavato, un tempo, per abbeverare i numerosi capi di bestiame che qui monticavano.

Si tratta di sei postazioni blindate per mortai da 210 mm, poste in avvallamenti riparati dal crinale di cresta e da una copertura in calcestruzzo. Tutte le postazioni erano collegate fra loro con passaggi coperti, ora ostruiti. In quella meglio conservata si nota uno di questi ingressi.

A valle delle cannoniere si trova una linea difensiva di trincee direttamente affacciata sul Pian di Spagna, all'incrocio fra Valtellina e Valchiavenna. Oggi l'amplissimo panorama è parzialmente celato dalle piante d'alto fusto cresciute in questi anni; tuttavia fra gli squarci nella vegetazione potremo capire quanto strategico fosse questo luogo.

Ritornati presso il laghetto dobbiamo imboccare la mulattiera, chiusa da una sbarra, che risale il pendio antistante. Si arriva ben presto sul dosso dove sorgono il Roccolo di Artesso e una bella casa bianca. Superato questo punto con ancora alcuni tornanti si perviene al Rifugio Bellano disponibile però solo per i soci del Gruppo Escursionistico Bellano.

Sotto la cappelletta, che sorge su un poggio a poca distanza dal rifugio, si trova una ridotta ricavata nella roccia. Riprendendo la salita, lungo il sentiero che prosegue dal rifugio, troveremo in breve altre trincee molto ben conservate che corrono a valle del tracciato. A monte del sentiero si trovano, invece, alcuni ricoveri scavati nella roccia. Con belle vedute sul fondovalle e piacevole passeggiata nel bosco il sentiero conduce agevolmente e, con poca fatica, all'ampia sella dei Roccoli Lorla. Qui si possono ancora notare una ridotta in pietra e, verso il Legnone, un osservatorio con cupola di calcestruzzo.
Chi non volesse percorrere tutto il sentiero può, una volta visitate le trincee, ritornare all'auto e con essa scendere di qualche tornante finché si trova a sinistra una sterrata (costruita a servizio della Linea Cadorna) che taglia in piano il versante meridionale del Legnoncino. Il fondo è, a volte, un po' sconnesso, ma essendo pianeggiante, la carrareccia è facilmente percorribile. Il percorso termina immettendosi nella strada che collega Tremenico coi Roccoli Lorla, in corrispondenza dell'edificio del Ristorante Capriolo in località Subiale. Deviando a sinistra si sale, ora, verso i Roccoli Lorla la cui sella si raggiunge in pochi minuti (grande parcheggio, rifugio a pochi metri sulla destra).

Poco prima della sella di diparte, a sinistra, una sterrata (anche questa è una ex strada militare) chiusa da una sbarra che è la via da seguire per arrivare in cima al Legnoncino.

Con piacevolissima camminata fra larici e abeti, il tracciato guadagna quota e, con alcuni tornanti, termina nei pressi della chiesetta di San Sfirio (anche qui troviamo tracce di postazioni militari). Dalla chiesa si prosegue per facile ed aperto crinale fino al cippo di vetta e alla croce che lo fiancheggia.

Ricordiamo che, per il solito appuntamento gastronomico, potrete avvalerVi di almeno tre ottimi punti d'appoggio, tutti situati lungo il percorso: presso il laghetto di Artesso sorge il Ristoro Laghetto con servizio
bar e ristorante, su prenotazione (tel. 0341-85.08.32; 338-80.19.695);a Subiale c'è, poi, il Ristorante Capriolo, descritto nell'itinerario
(tel. 0341-87.50.17);ai Roccoli Lorla, presso il parcheggio, trovate il Rifugio Roccoli
Lorla, aperto da metà giugno a fine settembre; tutto l'anno il sabato e
domenica (tel. 0341-87.50.14).

Sulle pendici del Legnoncino

Per quanto quasi sconosciuta dal punto di vista escursionistico la bassa Valvarrone riserva agli appassionati una notevole scelta di gite di ogni difficoltà e lunghezza. Sicuramente questa condizione è accentuata dalla presenza del magnifico Monte Legnone, meta che, inevitabilmente, calamita gli interessi di tutti. Ma "Trekking" non vuole limitarsi alla descrizione delle gite più classiche e gettonate. Vogliamo anche aprire nuove "finestre" sulle montagne lombarde e, adagio adagio, farVi conoscere luoghi che immeritatamente sono poco noti.

E' il caso della gita che qui proponiamo la quale, fra l'altro, può essere condotta in diversi modi. Chi avrà voglia di passare qualche piacevole ora fra boschi, radure verdeggianti e panorami sconfinati potrà compierla tutta a piedi. In caso contrario ci si potrà parzialmente avvalere anche dell'auto.

Teatro delle nostre "gesta" saranno le boscose pendici del Monte Legnoncino che, come ricorda il nome stesso, è una puntuta e regolare emergenza della lunga cresta Ovest del Legnone, molto simile alla vetta principale.
Andremo a visitare i resti di antiche fortificazioni della "Linea Cadorna" erette quassù durante la Grande Guerra; passeremo su antichi sentieri, in boschi popolati da cervi e caprioli che non avrete difficoltà ad incontrare. Raggiungeremo creste aperte e panoramiche, grazie a facili tracciati e, infine, avremo anche il piacere di arrivare in cima ad una montagna.

L'idea iniziale che ci ha portati sul Legnoncino era quella di proporre una visita alle postazioni militari, ma camminando in questi luoghi ci siamo resi conto della loro bellezza anche sotto il profilo naturalistico e ambientale. Per questo siamo veramente contenti di proporre questa facilissima passeggiata e certi che anche Voi, una volta tornati a casa, non potrete che riportarne ottimi ricordi.

La gita può essere condotta in un'unica tornata, oppure può essere spezzata in due, con spostamento in auto da Artesso a Roccoli Lorla.

La Linea Cadorna

Come accennato il motivo principale della visita è dato dalle linee fortificate della cosiddetta "Linea Cadorna", sistema di fortificazioni estesissimo che partiva dal Gran San Bernardo e terminava in corrispondenza delle valli Malenco e Fontana, in Valtellina. In altri itinerari proposti da "Trekking" abbiamo già trovato vestigia di questo grande impianto difensivo. Tutta la zona lariana fu, infatti, interessata dai lavori di quest'opera. Approfondendo la storia della "Cadorna" scopriamo molte cose interessanti e, in primo luogo, che nel caotico girotondo di alleanze e voltafaccia che precedettero la Grande Guerra, eravamo noi italiani a pensare ad un'invasione della Svizzera e non i tedeschi. Un piano dello Stato Maggiore del 1912/14 prevedeva l'ingresso delle nostre truppe in Svizzera per andare a dar manforte ai tedeschi eventualmente impegnati in una guerra con la Francia. Nel 1917 le cose cambiarono e il generale francese Fajalle e il nostro Cadorna, pensarono ad un'occupazione preventiva della Confederazione per prevenire un eventuale attacco tedesco. Fra queste due date la Svizzera fu oggetto di piani d'invasione tedeschi, per prendere alle spalle francesi e italiani, e francesi, per aggirare da Sud le linee tedesche.

In questo caos, il paese di Guglielmo Tell risolse brillantemente la faccenda scoraggiando ogni velleità quando si dichiarò neutrale, ma pronto ad entrare in conflitto con chiunque avesse minacciato il suo status".

I lavori della "Cadorna" furono ufficialmente iniziati nel maggio del 1916 e si protrassero per tutta la durata del conflitto. I lavori erano condotti sia da personale militare, sia da imprese civili sotto la direzione del Genio del Regio Esercito. Si fece anche grande uso di manodopera locale, poco pagata, ma ben lieta di evitare l'impegno diretto al fronte. Purtroppo quest'ultima speranza cadde per molti con la sconfitta di Caporetto, allorché, per reggere all'urto delle armate Austro-Ungariche, fu necessario richiamare tutti al fronte. Le opere difensive erano costituite da "osservatori" con funzione sia di vedetta sia di calcolo per dirigere il tiro delle artiglierie. Vi erano poi le "postazioni fisse" che ospitavano grossi calibri di artiglieria disposti singoli o in batterie da due-quattro pezzi. Vi erano postazioni campali, mascherate e ricavate in avvallamenti al riparo dei crinali e invisibili al nemico; postazioni in casamatta, ospitate in finte dimore di calcestruzzo o in caverne; postazioni in pozzo, dove la cavità che ospitava il cannone era riparata da una cupola di ghisa e acciaio.

Accanto alle postazioni d'artiglieria c'erano gli "appostamenti" con i nidi di mitragliatrici e di mortai e le postazioni per i fucilieri. Tutto il sistema era poi collegato in varia misura da trincee e camminamenti, oltre che da gallerie che comunicavano con le diverse postazioni nodali. Il personale militare era, quindi in grado di muoversi quasi sempre al coperto e protetto.

Strade, sentieri e mulattiere, spesso dei veri capolavori talmente ben costruiti che sono ancor oggi usati, servivano al collegamento della linea con le retrovie e i magazzinamenti.

Alcune di queste arterie furono anche allargate e trasformate nelle odierne strade di accesso ai luoghi che andremo a visitare. Le postazioni del Legnoncino e del Legnone erano direttamente affacciate sul solco della Valchiavenna, temuta direttrice di un'eventuale invasione austro-tedesca passante dallo Spluga e dall'Engadina.

San Sfirio e i sette fratelli

La gita termina sulla vetta del Legnoncino nei cui pressi sorge la chiesetta dedicata a San Sfirio, misterioso santo "endemico" della Valvarrone. Il Santo appartiene al gruppo dei cosiddetti "sette fratelli" la cui leggenda si ritrova in diverse versioni e in molte località alpine. Tutte le storie hanno, però, in comune il fatto che questi fratelli scelsero di vivere in eremitaggio, ma in località visibili fra di loro; e per comunicare reciprocamente il loro stato di salute usavano far segnalazioni fra di loro con grandi fuochi.

Il nome dei "sette fratelli" varia da zona a zona e, a volte, anche all'interno della stessa area. E' il caso del nostro Sfirio che, a seconda delle versioni fu "fratello" di Amato, Fedele, Margherita, Eufemia, Ulderico, Miro, Rocco, Gottardo, Bernardino, Eusebio, Iorio (Giorgio), Gerolamo, Grato, Calimero, Defendente.

Se osserviamo una cartina collegando con linee le chiesette di questi santi sparse sul territorio, possiamo notare come tutte si trovino a sentinella di importanti sbocchi vallivi.

I nomi di alcuni di questi santi ci riportano anche alla leggenda della Legione Tebea di cui abbiamo già detto descrivendo l'itinerario al Tempietto di San Fedelino. Ma, alla legione decimata da Massimiano si lega anche una complessa vicenda che si richiama ad un ancestrale sistema di viabilità transalpino.
Evidentemente il Legnoncino, per la sua posizione panoramica e strategica su Valtellina, Valchiavenna, Valvarrone, sul Lario e sulla prospiciente Valle dell'Albano, che porta in Ticino, era un punto di controllo su diverse direttrici viarie.

Nota

Sueglio, località Roccolo di Artesso e Roccoli Lorla. Vi si giunge da Dervio, abbandonando la vecchia SS 36 dello Spluga per imboccare la strada della Valvarrone. Lasciate le sponde lariane, e oltrepassata la linea ferrata, la strada sale serpeggiando fra case e terrazzamenti guadagnando quota. Prosegue, ancora stretta e sinuosa, per un lungo tratto e poi, finalmente, si allarga entrando in Valvarrone tenendone la destra idrografica. Poco dopo si lambisce il grosso borgo di Vestreno e, ancora più avanti, si incontra la deviazione a sinistra per Sueglio (ind. Rif. Bellano). Si imbocca questa diramazione arrivando, in breve, alle porte di Sueglio da dove si prosegue su strada più stretta ma in buone condizioni fino alle case di Monte Loco Tocco. Non molto più avanti il fondo stradale si fa meno buono e la strada si stringe ancora un poco. Con altri tornanti, in mezzo al bosco, si giunge infine in località Monte Loco Tocco da dove, lasciata a sinistra la deviazione per Sommafiume, in breve si raggiungono Artesso e il laghetto presso il quale si trova ampia possibilità di parcheggio (14 km da Dervio).

  • Strade di servizio militari, ancora perfettamente conservate, che portano verso le postazioni.
  • Ampia radura sul crinale dove si nota la concavità che ospitava una postazione per cannoni.
  • Sulla vetta del Legnoncino la tentazione di scattare ancora delle foto è irresistibile.
  • Dal Legnoncino sguardo sull'imbocco della Valvarrone e sul Lario.
  • Il laghetto, punto d'arrivo automobilistico e di partenza verso le fortificazioni.
  • Linea di trincee presso il Roccolo d'Artesso.
  • Il Rifugio Bellano sorge in magnifica posizione poco sopra Artesso.