L'itinerario di questo mese, comincia su un insolito e suggestivo mezzo di trasporto: la funicolare.
La prima parte del viaggio ci fa tornare col pensiero agli albori del '900 in un'Italia che stava faticosamente tentando di assumere il ruolo di grande potenza internazionale e che, dopo la vittoria nella Grande Guerra, scopriva l'esaltazione dei valori nazionali. E' un periodo ricco di realizzazioni non solo di importanti opere pubbliche, ma anche di magnifici palazzi, ville e splendidi giardini, ove si afferma lo splendore del Liberty (durante il tragitto avremo modo di ammirare numerosi splendidi esempi di questo stile architettonico e figurativo).
Grazie alla sua posizione panoramica e alla quota relativamente alta a cui si trova, Brunate era diventata uno dei maggiori centri di villeggiatura lombardi: infatti era elencata tra le più importanti stazioni turistiche dei laghi d'Italia, nelle vecchie guide del Touring Club d'inizio novecento. Tra i pregi della località, in una guida Touring del 1937, era decantata la modernità delle strutture ricettive presenti, al tempo già conosciute e frequentate anche da visitatori stranieri. Questo splendore è andato in seguito declinando, ma il piccolo paese di Brunate ha conservato il suo fascino sapendo regalare, ai visitatori più attenti, scorci e immagini indimenticabili. Quasi come una macchina del tempo, la gloriosa funicolare ci porta in un mondo a parte, in attesa solo che noi si vada alla scoperta di questi frammenti di passato lasciando la mente libera di immaginare storie d'altri tempi.
Una volta giunti a Como ci si deve portare in Piazza De Gasperi, situata sul lungolago Trieste, a pochi passi dalla più famosa piazza Cavour, Qui, in mezzo a tanti edifici più o meno anonimi, s'impone alla vista del visitatore la caratteristica costruzione di legno della stazione di partenza della funicolare Como-Brunate, la porta d'ingresso" del nostro viaggio.
E' con un misto di curiosità e stupore che ci avventuriamo dentro l'edificio per affidarci alla funicolare, strano vettore, a metà strada tra una funivia e un trenino a cremagliera, che sale diritto sul fianco della montagna.
La funicolare fu inaugurata l'undici novembre 1894 e costituì, per quel tempo, uno delle più importanti iniziative di valorizzazione turistica tentatiein Italia. Si tratta di una suggestiva opera d'alta ingegneria realizzata lungo tracciato in linea retta che, sviluppandosi per 1084 metri, scala" la pendice della collina con pendenze massime del cinquantacinque percento. Una volta a bordo, la nostra macchina del tempo" parte decisa e, con grande puntualità, in sei minuti e trenta secondi, raggiunge la stazione d'arrivo. La funicolare supera un dislivello di circa cinquecento metri, collegando Como con Brunate, con due fermate intermedie facoltative: Como alta e Carescione. Sulle sue due carrozze da settanta posti, viaggiano i brunatesi tra gli sguardi curiosi di turisti inglesi, tedeschi e giapponesi. La corsa è veloce e, in salita, può creare qualche brivido l'ondeggiamento causato dall'elasticità del cavo di trazione.
La prima parte del tracciato si svolge in galleria, poi si esce all'aperto e dai finestrini della carrozza i rossi tetti di Como si fanno sempre più piccoli. Il brulicare di vita nelle piazze e nelle vie si perde tra i bagliori della luce solare riflessi nel Lago mentre tra i palazzi svettano la cupola del Duomo, e la torre civica.
L'arrivo alla stazione di Brunate ci riporta infine alla realtà. E non senza qualche dispiacere abbandoniamo queste riflessioni paesaggistiche, suggeriteci dalla vista degli ampi spazi, sempre più aperti sulle montagne, sul lago e sulla pianura man mano la salita procede.
Scesi dalla vettura, non perdete l'occasione di dare un'occhiata alla sala dei macchinari che muovono la funicolare, nonché alle imponenti ruote dentate, che, un tempo, azionavano le funi d'acciaio, situate ora nel piazzaletto retrostante la stazione.
Da qui la gita procede a piedi per le strade del paese. Puntando verso l'evidente piazzale della chiesa di Sant'Andrea, situato a pochi passi dalla funicolare e vicino alla vetusta e affascinante costruzione dell'hotel Bellavista, s'imbocca la Via della Beata Maddalena Albrici e, seguendo le indicazioni per S. Maurizio, Faro Voltiano e Santa Rita", in pochi minuti si giunge alla Via Mulattiera San Maurizio. Imboccata la mulattiera che procede tra splendide ville in stile Liberty, con vasti giardini rigogliosi di vegetazione e sovente dominati da imponenti esemplari di cedro deodara e di pino marittimo, si prosegue sull'acciottolato, cercando quando possibile di rubare con lo sguardo alcuni scorci di questi splendori spesso celati da siepi e recinzioni.
E' facile perdersi con la fantasia per correre a ritroso nel tempo, agli inizi del novecento. L'assenza di automobili e lo stile architettonico, che mostra manifesti i segni di un'ottima conservazione grazie anche agli attenti restauri compiuti dai proprietari delle dimore, aiutano a far riaffiorare il ricordo di un passato in cui questa località era un prestigioso e celebre luogo di villeggiatura; meta ambita per turisti di tutto il mondo.
La mulattiera procede con docili variazioni di pendenza, tra giochi di luce e ombra, creati dalla fitta e rigogliosa vegetazione delle selve brunatesi. Il silenzio tutt'attorno sembra quasi irreale; la mulattiera, infatti, si sviluppa lontano da strade trafficate e solamente in un paio di punti ne interseca il percorso.
Dopo breve tratto, attraverso un bosco rigoglioso, il cammino si fa più erto e, con un traverso a destra, raggiunge la curiosa e caratteristica costruzione della Locanda del Dolce Basilico. Interrompere il ritmo della salita per una sosta ristoratrice non è certo un'idea da escludere: la passeggiata è a buon punto! Perché non fermarsi? Fin qui abbiamo riempito gli occhi e la mente con tante bellezze, ora è forse venuto il momento di soddisfare anche la nostra curiosità culinaria e di assaggiare le specialità del luogo.
Lasciata la locanda, in pochi minuti si giunge sul Piazzale della chiesa di San Maurizio. Di fronte alla facciata della chiesa, in corrispondenza di un parco ricolmo di cedri lussureggianti, parte la scalinata che conduce in località Tre croci dove sorge l'imponente faro Voltiano.
Il faro Voltiano o di San Maurizio venne eretto nel 1927, su progetto dell'ingegner Gabriele Giussani, per ricordare il centenario della morte di Alessandro Volta.
Precedentemente, nel 1899 e in occasione della prima esposizione voltiana, era stato costruito un altro faro sperimentale. L'opera oltre a ricordare i cento anni della morte dello scienziato e inventore comasco, voleva celebrare il recente avvento di una moderna rete per l'illuminazione e per la diffusione della corrente elettrica nella città di Como.
A questo punto è quindi necessario fare una breve parentesi sulla storia della rete di illuminazione della città che diede i natali ad Alessandro Volta. Como intraprese la prima importante tappa di questo lungo cammino di modernizzazione nel lontano 1864. La sera del sedici maggio, come scrisse un cronista del tempo, la fulgente luce della nuova illuminazione (a Gas) splendette". La città, precedentemente illuminata da 126 lampade a olio, venne rischiata dalle 320 a gas.
Ma il progresso non conobbe tregua e in pochi anni si cominciò a parlare di illuminazione elettrica. Non pochi furono gli ostacoli a questo ulteriore progetto, presentato nella sua veste definitiva nel 1886. Solo nel 1894, l'amministrazione comunale riscattò l'Officina del Gas e, due anni dopo, istituì un primo fondo di ventimila lire, per le onoranze a Volta nel centenario della pila, fondo che rese possibile la realizzazione dell'impianto d'illuminazione elettrica.
La sera del 20 maggio 1899, mentre s'inaugurava l'esposizione, le strade della città furono illuminate per la prima volta utilizzando la corrente elettrica.
Ma torniamo al nostro faro. La costruzione che regge la lanterna ha base ottagonale ed è alta ben ventinove metri; al suo interno una scala a chiocciola di 143 gradini permette l'accesso ad un fantastico e vertiginoso" punto panoramico. L'accesso all'interno della torre è consentito nei giorni festivi.
Dalla cima del faro, in una limpida giornata, si possono, ammirare tutte le Alpi e, in particolare, ad occidente il Monviso, il Monte Rosa e i quattromila del Vallese; poi le ville di Cernobbio, sulla sponda opposta del lago, Chiasso e il confine con la vicina Svizzera. Tuffando invece lo sguardo verso il basso riappaiono la città di Como ed il suo lago. Verso Sud-est ecco quindi il Lago di Montorfano e quello di Alserio, specchi scintillanti al limite settentrionale della Brianza che si perde tra le brume, dalle quali spunta timido solo qualche campanile. Questo vasto e magnifico panorama, ha fatto meritare a Brunate e al suo faro l'appellativo di balcone delle Alpi".
Tornando verso il piazzale di San Maurizio, si può anche intraprendere il cammino lungo la sterrata che si diparte dalla sinistra della facciata della chiesa. Qui il cammino si fa pianeggiante e permette di godere di ulteriori scorci sulle ville e sul ramo occidentale del Lario.
Proseguendo, invece, lungo la strada principale, si giunge in breve al Monte Uccellare da cui si diparte il sentiero della Dorsale Lariana Occidentale: un esclusivo itinerario di trekking da percorrere in più giorni, che permette di collegare Brunate con Bellagio.
Il rientro alla stazione della funicolare può avvenire lungo la via di salita oppure può essere comodamente effettuato sfruttando il servizio di autobus, attivo con frequenza oraria.
Da Brunate è possibile ridiscendere a Como anche a piedi lungo due caratteristici itinerari. Il primo, è un sentiero che s'imbocca seguendo le indicazioni, poste presso la stazione della funicolare, che scende in direzione del capoluogo passando per la località Carescione e seguendo la funicolare stessa. Il secondo, non segnato sulla cartina in quanto un po' più lungo ed impegnativo, scende ad Est della funicolare lungo il promontorio di Brunate in direzione dell'incisione della Vallaccia, passando per l'Eremo di San Donato, ex convento del XV secolo, e conduce al centro di Como nelle vicinanze della Basilica di Sant'Agostino.