Dal parcheggio di Drano si entra in paese seguendo la Via dell'Eroismo e, subito dopo un passaggio coperto fra le case, si volge a sinistra passando davanti alla chiesetta di San Simone. Poco avanti un cartellino giallo sul muro di una cascina (indicazione n° 2) indica l'imbocco della larga mulattiera, "Via per Ranco", che sale con qualche tornantino ad aggirare il boscoso piede della cresta Ovest del Monte dei Pizzoni.
Si percorre la mulattiera ben acciottolata salendo senza fatica finchè sulla destra si incontra un piccolo masso erratico con una croce incisa e un segnavia a vernice gialla con il numero 32, che indica la deviazione che dobbiamo prendere.
Lasciamo la larga carrareccia per imboccare un sentierino sulla destra che s'inoltra nel bosco e, dopo essere salito leggermente, inizia a tagliare verso destra a mezza costa (molto fogliame e rovi invadenti la traccia ma segnaletica ottima a vernice bianco-rossa).
La lunga traversata porta nei pressi della cresta Ovest del Monte dei Pizzoni dove, da destra, giunge un altro sentierino.
A questo punto volgiamo a sinistra iniziando la risalita del crinale sul quale compaiono i primi tratti rocciosi. Senza difficoltà saliamo con stretti tornanti raggiungendo una prima spalla di cresta; ce ne allontaniamo piegando a sinistra per poi tornare nei pressi del crinale in corrispondenza di una seconda spalla, caratterizzata da un piccolo blocco isolato di calcare che s'affaccia sul lago.
Riprendiamo salendo verso sinistra lungo la buona traccia che s'inerpica fra le roccette affioranti e poco dopo giunge alla base di un canalino sovrastato da una parete strapiombante.
Si risale il canalino sul suo fondo sbucando poco dopo su un'altra spalla di cresta dove, fra l'erba ed il rado bosco, sono adagiati massi calcarei e massi erratici di gneiss, Si continua lungo la traccia che è comunque sempre perfettamente segnalata e s'inerpica con tratti anche scomodi e faticosi lungo la cresta. Dopo un lungo tratto si perviene ad una crestina secondaria con due grossi massi erratici e deviando a destra ci si riporta sul crinale principale che si segue fra erbe, rocce affioranti e rado bosco fino ad un tozzo risalto di roccette affioranti.
Ora il sentiero si abbassa sulla sinistra per aggirare le rocce e raggiungere la sella a monte di esse (attenzione in caso di neve). Dalla sella si prosegue risalendo e tenendosi sul lato meridionale della cresta per superare un ripido canale-rampa erboso (attenzione, brevi tratti di facile arrampicata, cammino scomodo) che porta ad una sella fra due curiosi torrioncini rocciosi.
Dalla sella si segue la cresta, (attenzione alle indicazioni a bolli di vernice rossa) destreggiandosi fra piccoli torrioni calcarei e tratti di bosco finché si arriva ad un netto intaglio. Qui la traccia si abbassa leggermente sulla sinistra per aggirare le rocce e, costeggiandole, giunge in corrispondenza di un intaglio ancor più marcato ed alto (attenzione, sulle rocce indicazioni a vernice rossa "Drano", "Vetta" e su quelle oltre l'intaglio "Forcola"). L'intaglio è caratterizzato da una grande lama rocciosa che ne occupa il centro. Deviando a destra in breve si giunge alla base della lama, infilandosi fra questa e la parete sinistra dell'intaglio. Da qui si supera sulla sinistra una brevissima paretina rimettendo piede sul facile dorso della cresta sommitale. Per rada traccia, su terreno sempre più aperto, si arriva infine sulla cima.
Il Monte dei Pizzoni è una montagna calcarea che s'affaccia con un'alta e complessa parete rocciosa sulla sponda settentrionale del tratto italiano del Lago di Lugano. La parete, intervallata da quinte, canali erbosi e muri verticali è impressionante, ma poco attraente ai fini della scalata: il colore spesso giallastro della roccia, indica che la sua qualità non è delle migliori. La mole della montagna si allunga da Est ad Ovest per quasi tre chilometri, sovrastando gli abitati costieri di Cima, Cressogno e San Mamete (o Mamette). La pronunciata cresta occidentale forma anche l'imbocco della sinistra orografica della Val Solda e la vetta è uno dei migliori punti panoramici di questa regione, divisa fra laghi ed aspre montagne.
La gita che abbiamo scelto raggiunge il Monte dei Pizzoni proprio seguendo la cresta Ovest e non è quel che si dice una passeggiata per signore. Si tratta, infatti, di un percorso piuttosto complicato che si svolge in un ambiente solitario e selvaggio che aggiunge fascino e mistero alla progressione. Se ci trovassimo sulle Grigne questa salita sarebbe addomesticata da corde fisse o catene, ma da queste parti i turisti sono ben più rari e quindi la cresta dei Pizzoni è rimasta allo stato naturale. La cosa ci è piaciuta non poco perché, chi volesse fare dei paragoni può capire percorrendo la gita proposta, quanto dei manufatti artificiali possono stravolgere il sapore di una ascensione, pur facile essa sia.
Per fortuna le indicazioni a vernice sono ottime e il sentierino, disegnato fra rocce affioranti, tratti erbosi e rado bosco è sempre evidente. Bisogna porre un po' d'attenzione solo nell'ultima parte della salita, quando il percorso si dipana fra torrioncini rocciosi ed intagli diventando meno evidente.
Qualche passaggio elementare su roccia consiglia di affrontare la salita solo con condizioni meteorologiche buone e non con piogge o temporali imminenti.
Se si sale d'inverno, il solo problema potrebbe essere dato da una breve discesa, sul lato settentrionale della cresta, che s'incontra poco prima della vetta: in questo caso potrebbe esserci neve o ghiaccio. Durante la salita e la discesa non ci ha mai abbandonato l'impressione che, in ogni caso, un breve spezzone di cordino (20 m sono sufficienti) potrebbe essere utile in caso si abbiano compagni d'avventura dal passo poco sicuro o poco avvezzi ai terreni impervi.
Però non vogliamo fare del terrorismo escursionistico e lasciamo a voi la decisione.
Dalla cima si gode un panorama estesissimo ed inconsueto, limitato solo verso settentrione dalla vicina sagoma del Monte Bronzone. A oriente si apre la Val Menaggio che si distende verso il Lario delimitata a Nord dalla catena Bregagno-Monte Grona, dietro cui spunta il Legnone, e a Sud dal Monte Tremezzo. Nella direzione opposta il Ceresio s'insinua fra alti versanti montuosi, chiuso dalla bella vetta del San Salvatore. Verso Ovest e Nord-ovest, in lontananza, svettano le glaciali vette del Monte Rosa e le cime del gruppo dei Mischabel. A meridione si accavallano le cime boscose della Val d'Intelvi.
Complessivamente una gita di alto livello, per gli amanti della solitudine, dei luoghi poco noti e frequentati, magari un po' difficili da raggiungere.