All'ingresso di Rezzago, sulla sinistra si trova un piccolo piazzale parcheggio ove sorge il Municipio e ove è possibile lasciare l'auto.
Seguendo le indicazioni dei cartelli escursionistici entriamo fra le case imboccando la Via Giardini e poco dopo, verso sinistra la Via Binda.
Seguendo la stradina si passa davanti ad una bellissima fontana coperta oltre la quale si prosegue superando una breve e ripida salita.
Il tracciato prosegue poi pianeggiante e si fa sterrato tagliando a mezza costa il versante sinistro orografico della Valle dei Morti. Gradualmente ci avviciniamo al torrente di fondovalle e, grazie ad un ponticello ci portiamo sul versante opposto. Si risale ora lungo una serpeggiante stradina asfaltata fiancheggiata da qualche masso erratico. La fatica dura poco e termina in corrispondenza di un minuscolo ricovero noto come Cascina Braga.
Una palina con diversi cartelli indica le possibili mete escursionistiche, noi proseguiamo dritti, verso Enco, entrando in un vasto castagneto ben arieggiato dove fan bella mostra maestosi esemplari di questa pianta. Siamo nel castagneto comunale di Rezzago, uno dei vanti del paese. In effetti il luogo è veramente bello, immerso in un'atmosfera riposante ed idilliaca, la cui quiete sembra sorvegliata dai pazienti giganti di castagno.
Le piante, armoniosamente distanziate fra di loro recano un numero che indica il rispettivo proprietario. Infatti pur essendo il suolo di proprietà comunale, bosco appartiene a 74 abitanti di Rezzago che ogni anno versano al comune un contributo simbolico di 10 centesimi per pianta.
La deviazione a sinistra verso i Funghi si trova poche decine di metri oltre la Cascina Braga, ma noi vi consigliamo di spingervi avanti sulla stradina sterrata raggiungendo, in breve, il maggengo di Enco da dove si ha una bella vista panoramica.
Ritornati indietro si imbocca quindi la deviazione verso i Funghi che si abbassa nel bosco raggiungendo il ciglio della Valle di Balcon nei pressi di un gigantesco castagno. Il sentiero scende ora più ripido e difeso da una staccionata di legno finché si incontra la segnalazione che verso sinistra indica uno dei Funghi. Scendiamo, quindi, verso sinistra con alcuni ripidi tornati e poco dopo ecco ci nei pressi della formazione più imponente.
Si tratta di una colonna alta una decina di metri e sormontato da un masso erratico di enormi proporzioni sulla cui sommità si trova un altro piccolo masso erratico. Tornati sul sentiero principale lo si segue costeggiando la dirupata sponda sinistra del vallone percorrendo un bosco misto di carpini, querce frassini e robinie. Una nuova discesa porta all'imbocco del vallone che si deve risalire brevemente per giungere presso un secondo Fungo.
Poco prima di esso, parzialmente inglobato nel corpo della morena è visibile un masso granitico tabulare che sta proteggendo un nascente "funghetto" (vedi anche foto). Tornati sui nostri passi scendiamo ancora lungo il sentiero che percorre il vallone giungendo nei pressi di uno splendido ed enorme masso erratico di granito ghiandone nei cui pressi sorge l'antica chiesina della Madonna dei Morti. Varcato nuovamente il torrente della Valle dei Morti lungo una stradina, risaliamo in breve fino a Rezzago lambendo la Trattoria Belvedere (tel. 031-667034), strategico punto di ristoro ove potrebbe simbolicamente terminare la nostra gita.
Rezzago è un piccolo borgo, annidato fra le verdi montagne del Triangolo Lariano, sulla strada che, poco dopo Canzo-Asso, si dirama verso sinistra dalla Provinciale per Bellagio, entrando nella valle orientale del Monte Palanzone o Valle dei Morti, portando a Caglio. Il paese posto in posizione aperta e ridente ha antiche origini che rimandano almeno al IV° secolo avanti Cristo. Tutta la regione era allora abitata da genti celtiche, probabilmente riferibili a popolazioni retiche che occupavano tutto il settore centro alpino.
Lo stesso nome del villaggio deriverebbe infatti da "Retorum pagus", ossia villaggio dei reti; secondo altre versioni il toponimo deriverebbe da "Rex Agus" che rimanda ad un leggendario re Ago, che aveva qui la sua dimora.
L'importanza del borgo è da riferirsi alla sua posizione lungo una direttrice viaria che permetteva di collegare la Vallassina con la sponda nord occidentale del Triangolo Lariano passando per il comodo valico della Colma del Piano. Del resto ancor oggi una strada traversa questo passaggio.
Con l'avvento del cristianesimo le popolazioni locali furono gradualmente convertite alla nuova religione e a Rezzago sorse un tempio paleo cristiano le cui fondazioni sono state ritrovate durante i restauri della splendida chiesa romanica dei Santi Cosma e Damiano. Questo edificio sacro sorge poco prima dell'ingresso al paese sul lato destro della strada ed è raggiungibile con pochi passi lasciando l'auto nel piccolo parcheggio antistante.
La chiesa risale al XII secolo ed ha subito diversi restauri nel corso del tempo: originariamente era composta da due campate, da un'abside rettangolare e dal bellissimo campanile scandito in altezza da quattro ordini di bifore. Lungo il perimetro di cinta si trovano invece le cappelline che ricordano le varie stazioni della Via Crucis.
Per quanto assai piccolo il borgo offre alcuni scorci interessanti e vale la pena di essere "esplorato": particolarmente suggestiva l'Antica Osteria del Riposo che si trova nelle vicinanze della chiesa parrocchiale di santa Maria Nascente.
Durante il Quaternario gran parte del triangolo Lariano era ricoperto da una spessa coltre ghiacciata, ultima propaggine dei grandi ghiacciai alpini che si spingevano ancora un po' più a Sud verso la Brianza. Durante il loro ritiro, i ghiacciai lasciarono ovunque tracce del loro passaggio e del loro ciclopico lavorio.
Massi erratici provenienti dalle più lontane cime alpine si deposero sui primi affioramenti solidi lasciati man mano liberi dallo scioglimento dei ghiacci. Morene di materiale più fine segnarono i limiti della massima espansione glaciale e le varie fasi di avanzata e ritiro che si succedettero per millenni. Questi terreni morenici formano buona parte del substrato di tutto il territorio e sono stati successivamente modellati ed erosi dagli agenti atmosferici, in primo luogo dalle acque che lentamente hanno formato valli e vallette.
La vallata incisa sui fianchi orientali del Monte Palanzone è detta Valle dei Mori e nella sua parte superiore si ramifica nelle valli Mazzano e Sassina. Più a valle sul lato sinistro idrografico si trova la minuscola Valle di Balcon che sarà la meta della nostra gita.
È infatti sulle sue scoscese ed erose pendici che si trovano le bizzarre formazioni geologiche dei Funghi di Rezzago. Abbiamo già descritto simili meraviglie della natura descrivendo le Piramidi di Terra di Postalesio in Valtellina. Si tratta di pinnacoli formati da terra compressa mista a ciottoli di varia dimensione che svettano isolati in punti particolarmente ripidi ed erosi.
Come mai, diversamente al pendio circostante, hanno resistito all'azione dilavante delle acque e dei venti? La soluzione è presto detta. Ogni tanto all'interno di questo materiale morenico si trovano massi di notevoli dimensioni che hanno protetto il più tenero terreno sottostante dal dilavamento, così, mentre tutt'attorno la terra era lentamente portata via, lentamente lentamente sono sorti ed hanno preso slancio in altezza i "funghi di terra". La loro origine e crescita non è quindi dovuta ad un vitale slancio quanto ad una paziente e passiva attesa.
Tali strutture sono particolarmente fragili e sono comunque destinate alla scomparsa: inevitabilmente, anche se molto più lentamente, granello dopo granello la terra della colonna sarà erosa finché la struttura non sarà più in grado di reggere il peso del masso che l'ha protetta e crollerà.
È successo così anche per uno dei tre funghi di Rezzago, il più esile, che recentemente è crollato; tuttavia una sorpresa è già in serbo perché un altro fungo sta emergendo dall'antica morena. L'unico problema è che vederlo completato dovranno passare certamente molti decenni. Ma andiamoli a vedere.