Dalla località Cröt 1715 m si imbocca sulla destra, la stradetta che, oltrepassate le ultime case, scende alcuni metri a superare il ponte sull'Agua da Madris per imboccare la valle omonima. Si procede lungo la carrareccia solo per un centinaio di metri, poi si devia a destra nel rado bosco di larici e pini cembri che da qui si innalza abbastanza scosceso. Questo tratto, l'unico piuttosto ripido dell'escursione, andrà valutato adeguatamente, in quanto potenzialmente pericoloso. La raccomandazione che possiamo fare è quella di rispettare le distanze di sicurezza tra gli sciatori. Salendo con alcuni dietro-front, ci si porta ai piedi delle roccette che delimitano il pendio in alto; con un breve traverso a sinistra ci si porta in una bella conca disseminata dalle ultime, grosse conifere. I dossi si susseguono con minor pendenza ai piedi della suggestiva parete calcarea chiamata Wandflue, dalla quale gigantesche cornici di neve si protendono nel vuoto.
Raggiunta l'altezza della spianata di Cröter Alpa 2242 m (solo Q 2240 sulla carta 1:50.000), che si stende sulla destra proprio presso la sommità della Wandflue, si traversa nell'opposta direzione S, pressoché in piano per spazi aperti, fino a portarsi ai piedi del lungo e regolare pendio orientale dello Schiahorn, riconoscibile per una sorta di 'croce-spaventapasseri' sulla vetta. Rimontando la spaziosa dorsale, poiché di spazio ne avete, evitate di stare troppo a destra, dove alcune cornici sono generalmente sospese verso N. Raggiunta la sommità con l'ometto si accede ad uno spartiacque arrotondato, linea di confine tra Svizzera e Italia, che, in pochi metri, porta sulla vetta dello Schiahorn 2636 m.
Verso Ovest, oltre la profonda vallata di Lei (sì, quello che vedete laggiù è un lago ghiacciato), la vista è catturata dalle rocce del Piz Timun (o Pizzo d'Emet); a Sud, in fondo alle lunghissime vallate, si innalzano le vette che danno sulla Val Bregaglia, tra le quali si distingue il Pizzo Stella. Aguzzando la vista riuscirete anche a scorgere gli impianti sciistici di Madesimo. In tutte le altre direzioni, soprattutto per gli italiani che, generalmente, non conoscono bene questa zona, nessuna vetta appare familiare, fra le decine che, di poco, si elevano dagli estesi altipiani di questa regione, fatta eccezione, forse, del massiccio Piz Platta, a NE, frequentata meta sci alpinistica.
Lo Schiahorn costituisce una delle più belle gite della Val Ferrera; non a caso Scanavino e Gansser, due super esperti della
materia, l'hanno inserita tra i migliori 400 itinerari della Svizzera. Novecento metri di dislivello (anche se per alcuni sono pochi), su pendenze mai eccessivamente sostenute ma continue - ad eccezione di una breve sezione centrale - sono l'ipoteca per una bella sciata. Se la qualità della neve (generalmente buona) trasformerà queste premesse in ottime serpentine, vorrà dire che i più preparati potranno rimettere le pelli per riguadagnare quota e farsi un'altra fantastica scivolata. L'esposizione a est e, quindi, un'insolazione relativa, permette alla neve di mantenersi in buone condizioni, senza scaldarsi troppo, ma nello stesso tempo l'ampiezza degli spazi fa sì che il sole faccia compagnia agli sciatori nel corso dell'intera giornata. Un altro aspetto importante di questa escursione è la varietà dei paesaggi attraversati: si passa dal bosco alle grandi pareti, dai pendii dolci e aperti che precedono la vetta agli appicchi che da questa precipitano verso il Lago di Lei, in territorio italiano. Comunque il bosco iniziale e il dislivello contenuto non devono indurre a pensare ad una gita iper-sicura, ad una di quelle mete "di ripiego" da affrontare quando altrove vi sia del pericolo. E' da collocare, invece, tra le escursioni fattibili solo con neve ritenuta sicura.
La lunga Val Ferrera deve il suo nome all'antica presenza di miniere di ferro. A Cröt la valle si biforca nella Val Madris che, verso Sud, porta allo spartiacque con la Val Bregaglia italiana, dove si aprono i passi di Lei e della Prasagnola. L'altra diramazione dirige invece verso Sud-est, percorsa dal Reno di Avers. La strada di fondovalle termina a Juf 2126 m. Il nodo orografico formato dalle valli Mesolcina, San Giacomo e Ferrera, fu per secoli, se non per millenni, una delle più importanti direttrici di transito fra l'Italia e il Nord Europa. In questa regione montuosa, solitaria e selvaggia, si trovano alcuni dei nuclei abitati permanenti più elevati della catena alpina. Meritatamente essi contendono a Livigno il titotlo di "Piccolo Tibet" delle Alpi.
Abbiamo Infine dedicato una scheda anche alle vicine Terme di Andeer, il posto migliore per concludere la giornata.
La Valle di Lei, che si stende ai piedi dello Schiahorn e che un lago artificiale occupa per un'estesa porzione, è territorio italiano nonostante si trovi sul versante svizzero delle Alpi. Niente di strano, direte Voi. In effetti sono numerosi i casi in cui il confine politico italo-svizzero non coincide con quello geografico, situato quasi sempre lungo lo spartiacque principale. E le eccezioni, nelle Alpi centrali, sono molte: la Valle di Livigno, geograficamente svizzera, è in territorio italiano; la Val Bregaglia e la Val Poschiavo, al contrario, appartengono in gran parte alla Confederazione anche se le loro acque vanno in Lombardia; tutto il Ticino è geograficamente italiano, politicamente svizzero ma nel complesso& ticinese, come insistono gli abitanti.
Ma torniamo alla Val di Lei. Venne acquistata dal ricco comune di Piuro (ricco almeno fino al 1618, anno della frana che lo rase al suolo) nel XV secolo per lo sfruttamento dei pascoli, pascoli che mancavano sui ripidi versanti della Bregaglia. Ma come si presentava la vallata prima della costruzione della diga, ultimata nel 1961? Probabilmente molto simile alla 'gemella' Val Madris, la cui vista ci ha accompagnato durante la salita allo Schiahorn, lunghissima e quasi pianeggiante per oltre dieci chilometri. L'anomalia, ma si nota solo osservando una carta topografica, sta nel fatto che il confine elvetico, proprio in corrispondenza dello sbarramento artificiale, 'entra' in Italia in modo geometrico. Questo perché il cemento dei 130 metri di altezza della diga appartiene alla Svizzera. L'uso delle acque dell'invaso, infatti, è stato oggetto di un accordo tra i due paesi transalpini e, attualmente, è in concessione ad un'impresa privata svizzera che sfrutta queste acque in tre successive centrali idroelettriche. Alcuni dati: la diga, lunga 700 m, è ad arco di gravità con doppia curvatura, costruita con 840.000 metri cubi di calcestruzzo; la capacità dell'invaso è di 197.000.000 metri cubi, la sua quota massima è situata a 1931 m per una lunghezza di quasi 8 km.
E' d'estate che il lunghissimo specchio d'acqua, di un azzurro profondo, attira molti escursionisti, nonché bikers, che percorrono le sue sponde fino alle sorgenti del Reno di Lei, alle falde del Pizzo Stella. Non mancano nemmeno i pescatori, che frequentano assiduamente questo lago pescosissimo di trote fario ed iridee.
Dopo una bella sciata in questa zona, la miglior cosa che possiate concederVi non è la classica 'abbuffata' di fine gita ma un ottimo bagno termale. Le terme di Andeer fanno al caso Vostro. Andeer è un piccolo villaggio grigionese che si è sviluppato intorno a due strade lastricate, la 'veia granda' e la 'veia pinta', la cui fortuna è quella di possedere una fonte termale dove l'acqua sgorga a 34 gradi! La sorgente è conosciuta fin dall'antichità e fu assiduamente frequentata soprattutto a partire dal XVIII secolo, quando la pratica dei bagni divenne diffusissima per curare quasi tutte le malattie e molto di moda presso i ceti elevati. Gli stabilimenti termali davano anche alloggio ai viaggiatori di passaggio, supplendo alla carenza di alberghi. Ma non pensiate, a questo punto, che visitare le terme di Andeer sia fare un tuffo nel passato (in senso negativo), mettendo piede in edifici vecchi e demodé. La struttura è modernissima e funzionale e (in senso positivo) abbastanza 'svizzera'. Consta, principalmente, di due strutture, ovvero di sauna e bagni termali. Si possono frequentare entrambi, a prezzi più che ragionevoli ma, per il dopo-sci, le sole due vasche termali saranno già di grande soddisfazione. Entrambe con l'acqua a 34°, si trovano l'una all'interno e l'altra allo scoperto, ma niente paura: per arrivare alla seconda non bisogna praticamente neppure uscire dall'acqua! Il rilassamento è, per così dire, 'agevolato' da getti d'acqua, fontane, idromassaggi e altri ninnoli& L'atmosfera è suggestiva, soprattutto all'esterno e all'imbrunire, quando i vapori dell'acqua si perdono nello scuro del cielo mentre alcuni faretti illuminano dal basso la vasca, circondata dalla neve. Buon divertimento!
Per raggiungere Andeer, dall'incrocio sull'autostrada per la Val Ferrera e la Val d'Avers imboccate in discesa l'opposta strada secondaria per il paese (cartelli), distante meno di 4 km. Per entrare ai bagni servono costume, ciabatte e asciugamano.
Per concludere vogliamo ricordare agli appassionati di storia dell'alpinismo che ad Andeer nacque Christian Klucker, una delle più grandi guide alpine di fine '800 la cui attività spaziò dall'Engadina fino alle Montagne Rocciose e le cui imprese su pareti e canaloni ghiacciati divennero leggendarie.
Si dice che sulla sua figura di eroe imbattibile Friedrich Nietzsche abbia modelleto il suo Superuomo.