Dal parcheggio auto di Resgia 1669 m si segue la stradicciola pianeggiante che costeggia l'Ova d'Arpiglia fino a portarsi ai piedi della montagna. Attraversato il torrente si continua lungo la carrareccia, che in lenta salita percorre il God Averts (Bosco Aperto), oppure la si abbandona subito dopo il ponticello per guadagnare quota più rapidamente attraverso una serie di radure alternate al bosco rado che, in direzione Sud-est, permettono di raggiungere l'ampio crinale Ovest del Piz Arpiglia. Con percorso suggestivo, superata una fascia di giganteschi pini cembri secolari, si prosegue lungo il groppone che va delineandosi quale spartiacque tra la Val d'Arpiglia e la Val Rudè, accompagnati dalla vista davvero ampia sui dolci rilievi circostanti; proprio alle nostre spalle non potranno non attirare lo sguardo i pendii uniformi del Piz Belvair meta, chissà, della prossima escursione. Oltrepassata la Q 2748, la cresta si orienta verso S e conduce, senza difficoltà, alla vetta del Piz Arpiglia 2765 m. Da qui è possibile prolungare la gita salendo il vicino Piz Uter 2907 m (circa 1 km in linea d'aria): dalla vetta si ci si abbassa dolcemente verso Sud, lungo il crinale fino alla Fuorcla Giavagl 2706 m da dove si riprende a salire raggiungendo la sommità del Piz Uter. La discesa da questa vetta avverrà tornando alla Fuorcla Giavagl. Si vedano le varianti di discesa qui sotto.
Per quanto riguarda la discesa le possibilità sono più d'una. La più sicura e adatta a quelli che hanno meno dimestichezza con la neve fresca è senz'altro quella di ripercorrere il tracciato della salita, comunque remunerativo.
a) Con condizioni di neve sicura, direttamente dalla vetta del Piz Arpiglia si possono disegnare belle serpentine lungo il versante Nord della montagna. Tenendosi a destra si supera una strozzatura della Val Rudè e, scesi a 2300 metri di quota, bisogna obliquare a sinistra (Ovest) per riportarsi sull'itinerario di salita presso il limite superiore del bosco.
b) Sempre con condizioni sicure, dal Piz Arpiglia si può proseguire verso sud lungo la cresta principale, perdendo alcuni metri di dislivello, fino alla caratteristica Fuorcla Giavagl 2706 m. Da qui, piegando decisamente a destra (Ovest), ci si porta sul fondo di un bell'anfiteatro. Seguendo una costola, a sinistra di un corso d'acqua incassato, si raggiunge il fondovalle poco a monte dell'Alp Arpiglia 2129 m. Dalle baite dell'alpeggio si segue la stradetta che esce dalla vallata portandosi alle radure sul margine del God Averts.
Se non ci siete mai stati, Zuoz, punto di partenza della nostra gita, merita senza dubbio una visita. Soprattutto se siete infreddoliti andate direttamente alla pasticceria dell'Hotel Klarer per cominciare bene la visita al paese. Poi, in ogni caso, e con qualsiasi tempo, uscite dal tepore della pasticceria per "affrontare" una breve passeggiata in centro, poiché vi trovate nel paese meglio conservato dell'Alta Engadina. Zuoz, che un tempo fu capoluogo di regione, è oggi un importante centro turistico situato in bella posizione a 1700 metri di altezza lungo la valle dell'Inn, e conta 1200 abitanti. Conserva piacevolmente il sapore di "antico" e di "tipicamente svizzero" che il visitatore si aspetta. Le case, dalla struttura massiccia e squadrata e dalle finestre fortemente strombate, sono ingentilite dai piccoli balconcini sporgenti con finestre detti "erker", dagli stemmi delle varie famiglie (molte di discendenza italiana) dipinti sui muri, dalle inferriate lavorate artisticamente, dalle decorazioni geometriche intorno a porte e a finestre e dai graffiti (in engadinese "sgraffiti"), vere opere d'arte ottenute incidendo abilmente vari strati di calce stesi sopra l'intonaco. Particolarmente suggestiva è la piazza principale, al centro della quale si trova una bella fontana, circondata da edifici eleganti tra i quali spicca Casa Planta. Di fianco sorge la chiesa evangelica di San Luzi dall'acuminato campanile, già menzionata dalle cronache locali del 1139. Di stile tardo-gotico, l'edificio sacro conserva all'interno pregevoli affreschi. Se siete molto curiosi sappiate che, in quella che un tempo fu la prigione della Torre Planta, sono conservati antichi strumenti di tortura risalenti al XV secolo. In alternativa allo sci alpinismo, nei dintorni di Zuoz si possono praticare numerose attività invernali quali lo sci alpino, lo sci nordico, il pattinaggio e il curling, escursioni a cavallo o in omnibus in Val Varusch e addirittura andare a slittare sull'apposita pista Boschetta - Crasta.