
Da Plaun da Lej 1800 m, calzati gli sci, si imbocca una    stradetta alle spalle delle case che sale nel bosco con alcuni    tornanti fino ad un bivio presso un ponticello. Prendendo a    destra, superato qualche ulteriore tornante fuori dal bosco, si    raggiunge l'incantevole alpeggio di Grevasalvas 1941 m,    placidamente adagiato in una conca ai piedi delle pareti del    Piz Lagrev. Si prosegue verso sinistra (Ovest), per pendii    più ripidi e alcuni grandi dossi, fino a ritrovarsi su un    terrazzamento pressoché pianeggiante ad una quota di circa    2300 metri, dal quale si imbocca un ampio avvallamento    orientato verso Sud-ovest e limitato, a meridione, da un    caratteristico dosso quotato 2482 m.
    Per il Piz Grevasalvas si percorre il bordo destro    dell'avvallamento per poche centinaia di metri, fino ad    imboccare un passaggio che permette di volgere a Nord e    portarsi ad un secondo pianoro, in parte occupato dal Lej Nair    2456 m. Giunti alla base di verticali pareti granitiche, si    piega nuovamente a sinistra (Ovest), per accedere finalmente    all'ampio pendio sommitale del Piz Grevasalvas 2932 m, la cui    vetta viene raggiunta sci ai piedi. La discesa avviene per lo    stesso itinerario, prestando attenzione al pendio sommitale    che, salvo attraverso il passaggio utilizzato in salita,    risulta interrotto da una compatta fascia di rocce. Con un buon    allenamento, il Grevasalvas può essere concatenato al Piz    Lunghin seguendo l'itinerario qui di seguito illustrato.
    Per il Piz Lunghin si percorre il grande avvallamento    precedentemente descritto fino ad una modesta selletta quotata    2550 m, e situata ai piedi delle suggestive pareti del Piz    Grevasalvas. Con un breve traverso in leggera discesa si    raggiunge il Lej dal Lunghin 2484 m e, dalla sua sponda    meridionale (cartello escursionistico), si sale lentamente con    percorso a semicerchio lungo la vallata lasciando a destra    l'ampio Pass Lunghin 2645 m fino a portarsi, superato l'ultimo    pendio decisamente più ripido, sulla cresta Ovest della    montagna. Lasciati gli sci, si prosegue tenendosi pochi metri a    sinistra (Nord) del filo di cresta fino a toccare la vetta    slanciata del Piz Lunghin 2780 m. Il panorama è ampio sui    laghi dell'Engadina, sovrastati dai colossi ghiacciati del    Bernina, e sulla Val Bregaglia, coronata da innumerevoli vette    tra le quali spicca l'immensa parete Nord-est del Pizzo    Badile.
    La discesa può avvenire per l'itinerario di salita, ma    generalmente è più interessante puntare direttamente    alla frazione Cadlägh 1801 m di Maloja (sconsigliabile,    però, con cattiva visibilità); in questo caso ci si    sarà organizzati in modo da poter ritornare a recuperare    l'auto lasciata a Plaun da Lej, con un secondo veicolo, in    autostop oppure usufruendo del servizio postale. Per questa    variante, che naturalmente può essere seguita anche in    senso inverso salendo direttamente da Maloja, ritornati al Lej    dal Lunghin 2484 m si volge a Sud per scendere in un grande    anfiteatro dal fondo pianeggiante.
    Usciti dall'anfiteatro tenendosi a sinistra del suo tratto    pianeggiante si piega nuovamente a destra (Sud), sciando lungo    pendii dalla pendenza più sostenuta, in direzione del    Passo del Maloja. Giunti a monte di una piccola stazione    meteorologica automatica, generalmente in presenza di tracce,    bisogna assolutamente cominciare a traversare a sinistra (Est)    per evitare gli insidiosi strapiombi sottostanti. All'altezza    del grande albergo Maloja Palace si ricomincia a scendere,    cercando cautamente il passaggio tra le rocce, fino ad    abbassarsi alle case di Cadlägh 1801 m, piccola frazione    di Maloja.
Il Piz Lunghin, con i suoi 2780 metri sul livello del mare, non è certo una delle vette più elevate delle Alpi, né una delle più famose; eppure occupa una posizione geografica importantissima. È l'unica vetta della catena alpina ad essere contemporaneamente lo spartiacque dei tre grandi bacini idrografici europei: Danubio, Po e Reno. Il torrente En scende a Nord-est della vetta e, dopo essersi allargato nel modesto Lej dal Lunghin, torna torrente, per tuffarsi nel grande Lej da Segl (Sils). La Sela, il corso d'acqua che unisce questo a tutti i laghi dell'Alta Engadina, oltre Celerina genera il fiume Inn (En in Romancio), che si getterà nel Danubio presso Passavia e, dopo aver bagnato Svizzera, Austria, Germania, Slovacchia, Ungheria, Serbia, Bulgaria e Romania, con quasi tremila chilometri di percorso, si tufferà nel Mar Nero. Le acque del versante meridionale del Lunghin, invece, pur non formando un vero e proprio corso d'acqua uniforme, ma molti ruscelli stagionali, vanno ad alimentare il torrente Maira, che bagna la Val Bregaglia. Dopo aver attraversato il confine svizzero-italiano, la Maira confluisce con il torrente Liro all'altezza della cittadina di Chiavenna e da qui prosegue verso Sud col nome di Mera. La Mera si immette poi nel Lago di Como, dal quale l'Adda, e successivamente il Po, convoglieranno il pur modesto contributo del Piz Lunghin nel Mare Adriatico. Le acque che si originano dal versante occidentale del Lunghin, infine, scendono verso Nord-ovest e affluendo in torrenti sempre più grandi vanno ad immettersi nel Reno Posteriore, il quale, poco prima di Coira, si unirà con il Reno Anteriore a formare quello che, sotto il profilo economico, è il più importante fiume europeo. Il Reno segna per alcune decine di chilometri il confine con Liechenstein e Austria, si apre nell'immenso Lago di Costanza per poi abbandonare la Svizzera. Il grande fiume diventa poi confine tra Germania e Francia traversando le regioni dell'Alsazia e della Renania. Bagna importanti città quali Basilea (dove diviene navigabile), Strasburgo, Bonn, Colonia, Düsseldorf. Irriga le vaste pianure del nord e sfocia nel Mare del Nord presso l'importante porto olandese di Rotterdam. Ancora una volta si osserva come le Alpi non vadano pensate esclusivamente come risorsa turistica da sfruttare e, per contro, come grosso ostacolo geografico ai transiti commerciali ma anche come un'enorme fonte di vita, preziosissima risorsa da salvaguardare nella sua integrità.