Da Montespluga si percorre la SS 36 fino al valico dello Spluga ove la si abbandona per piegare a sinistra e salire l'ampia dorsale che costituisce il prolungamento della cresta Est-nord-est del Tambò. Tenendosi sempre sul versante sinistro (Sud) della dorsale, si procede con pendenza mediamente moderata in un alternarsi di tratti un po' ripidi e dolci gobboni.
Sempre tenendosi sul versante meridionale, ma poco sotto il crinale, si compie un primo traverso a mezzacosta al di sotto di un roccioso tratto della cresta. Un ripido ma ampio vallone porta successivamente a guadagnare quota per riavvicinarsi alla cresta prima della vetta del Tamborello. A questo punto si traversa nuovamente a mezza costa lambendo le rocce del Tamborello e giungendo, dopo un lungo traverso, ai pendii che precedono la Quota 3096 la cui tondeggiante sommità viene aggirata sul versante Sud e poi raggiunta. Da qui una breve discesa permette di raggiungere l'ampia sella che si apre ai piedi del tratto terminale della cresta Est-nord-est del Tambò. Lasciati gli sci si prosegue a piedi dapprima su un ripido pendio prevalentemente nevoso, poi su roccette, e, in circa 30 minuti, si raggiunge la vetta.
Per l'itinerario di salita.
Da Montespluga si percorre per un primo tratto la strada carrozzabile che sale al valico dello Spluga e lo si abbandona presso la Casa Cantoniera di q. 2065 per volgere a sinistra (Ovest). Proseguire fino a q. 2300 m circa, ai piedi di un tratto ripido noto come "Il Balzo" e superarlo grazie ad un canalino che lo incide. Sopra, il terreno torna a farsi meno pendente; superando alcune gibbosità si prosegue in direzione della cresta Est-nord-est del Tambò avvicinandola definitivamente nei pressi della vetta del Pizzo Tamborello o Lattenhorn 2858 m. A questo punto ci si collega con l'itinerario sopra descritto.
L' itinerario si svolge in una delle più importanti aree delle Alpi centrali. Al Passo dello Spluga finiscono le Alpi Lepontine di cui la nostra vetta, il Tambò, é l'avamposto più orientale, ed iniziano le Alpi Retiche con l'articolata vetta del Pizzo Suretta. In questo punto lo spartiacque presenta un'altra importante caratteristica: quella di essere inciso da una notevole serie di facili valichi che mettono in comunicazione il Ticino e la Valchiavenna, con le valli del Reno posteriore. Poco a occidente dello Spluga si trova il Passo del San Bernardino che, verso Sud, si affaccia sulla Val Mesolcina e il Ticino. Poi, a partire dallo Spluga, andando verso oriente, in pochi chilometri di crinale abbiamo il Passo di Niemet, il Passo di Angeloga, il Passo di Lei e quello della Prasagnola.
Oggi solo il San Bernardino conosce un notevole traffico, ma, anticamente, tutti gli altri passi citati erano ugualmente, se non più, importanti.
Poco prima del valico, sul versante italiano si trova il piccolo agglomerato di Montespluga o Monte Spluga, 1908 m, un tempo abitato per tutto l'anno.
Il villaggio sorse attorno ad un primo edificio di cui già si fa menzione in documenti del 1300, ma che doveva essere già presente da tempi molto antecedenti. La sua funzione era quella di punto tappa e ristoro per le carovane di mercanti e viaggiatori che attraversavano le Alpi. L'irrigidimento climatico della "piccola età glaciale" (1550-1850 circa) fece perdere progressivamente importanza al Passo dello Spluga con conseguente decadenza dell'ospizio. Nel '700 in concomitanza con una certa ripresa dei traffici dovuto all'inizio di un nuovo innalzamento delle temperature medie, l'ospizio venne ampliato e con il suo rinascere, Montespluga assunse più o meno le odierne dimensioni.
Nel 1822 venne realizzato il tracciato ancor oggi utilizzato dalla SS 36 ed il villaggio continuò ad essere abitato fino a non molti anni addietro. Poi venne l'abbandono. La SS 36 venne chiusa nel periodo invernale e per qualche anno, nella cattiva stagione, Montespluga fu raggiungibile solo a piedi. Oggi la strada viene tenuta nuovamente aperta fino al paese dove d'inverno sono in funzione tre alberghi, il Vittoria, il Posta e lo Stella Alpina. Sia in inverno che d'estate, l'ambiente della conca di Montespluga é severo, isolato e brullo ma al tempo stesso é reso grandioso dalla sua stessa ampiezza e dalle grandi vette che dominano in lontananza.
Su versante elvetico, la strada scende con numerosi tornanti fino a raggiungere la Valle del Reno posteriore e il grazioso villaggio di Splügen 1457 m da dove si può proseguire verso Coira, la capitale del Canton Grigioni.
Poco prima di Montespluga, in corrispondenza del paesino di Piazzano si trova la deviazione verso destra che, percorsa una galleria, giunge nella celebre località turistica di Madesimo